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Numero 2(66)
Parola di Berlusconi...

    Un ruolo fondamentale nell’evolversi della crisi irachena è stato assunto dal Presidente del Consiglio Italiano Silvio Berlusconi che ha incontrato tanto Bush come Putin (per la quarta volta in un anno) e Blair affermando che “ci sono prove inoppugnabili, ma la decisione di un eventuale attacco dovrà passare attraverso il Consiglio di Sicurezza dell’ONU”“e il mondo -come ha detto ancora Berlusconi- ha diritto di sapere dove sono finite le armi di distruzione di massa dell’Iraq. L’Italia è sempre stata un’alleata fedele degli USA ed è loro vicina anche ora” tanto che apprezzamento per la linea del Governo Italiano è stato pubblicamente espresso oltre che dallo stesso Bush anche da molti altri rappresentanti della sua amministrazione come il Segretario alla Difesa Donald Rumsfeld ed il Segretario di Stato Colin Powell il quale, quasi scavalcando il suo stesso Presidente, ha affermato che “l’Italia sarebbe ovviamente la benvenuta in una coalizione guidata dagli USA al di fuori dell’ONU contro Saddam Hussein”.
    Per Berlusconi “tutto dipende dalla buona volontà di Saddam; certo la guerra, se guerra sarà, non è lontana mesi, ma settimane. Potranno essere una, due, tre, quattro, che fanno un mese, ma non di più.” “Il desiderio di pace -ha detto ancora il Presidente del Consiglio Italiano- non è un’esclusiva della sinistra e delle anime belle dei pacifisti, ma anche un obbiettivo del nostro Governo. Sentendo parlare D’Alema e la sua banda in Parlamento mi sembrava di sentire degli alieni che vengono da un altro paese! Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, sono andati per la tangente in un ambito irreale, per di più dopo aver detto che era importante discutere di guerra, e lo è, nessuno di loro però è rimasto in aula fino alla fine del dibattito che tanto avevano chiesto. Sembrava che venissero da una vacanza, e sono tutti corsi a casa a vedersi la partita in televisione! Come si fa a dire che io avrei spaccato l’Europa? È esattamente il contrario di quello che ho fatto, faccio e che farò” “ma se alla fine ci dovesse essere una guerra essa sarebbe da imputare ad un regime che non ha esitato a mettere in discussione la sicurezza e l’ordine politico internazionale”. E questo, sempre secondo il Premier, anche in relazione a quel collegamento fra Iraq e Al-Quaeda che Powell ha sostenuto anche all’ONU. Infatti per Berlusconi “la rete di Osama Bin Laden non potrebbe essere così ben organizzata se non avesse il supporto e l’accoglienza di uno Stato che si ha ragione di ritenere sia proprio l’Iraq.
    Saddam Hussein deve dar conto di dove sono andate a finire le armi di distruzione di massa che aveva dichiarato di avere. Incombe sul mondo la minaccia del terrorismo: dopo gli attentati di New York si ha ragione di pensare che Bin Laden voglia attuare un’azione spettacolare attraverso l’uso di armi chimiche; è vitale sapere che fine hanno fatto gas nervino, antrace e botulino!” Berlusconi ha inoltre verificato la possibilità di fare un tentativo diplomatico attraverso il leader libico Gheddafi “della cui proposta -ha spiegato- abbiamo parlato a lungo, e abbiamo dato al Ministro degli Esteri Libico il nostro documento con le indicazioni della soluzione che secondo noi potrebbe essere accettata”. “L’unica strada che l’Occidente ha per convincere Saddam al disarmo o all’esilio è una pressione compatta perché, se non accetta, gli USA attaccherebbero comunque con il risultato che l’ONU perderebbe la sua credibilità, ci sarebbe un tracollo della NATO e la spaccatura dell’Europa.” “L’Italia ha una lunga tradizione di pace e una inclinazione naturale alla ricerca della stessa sino all’ultima ed ultimissima ora, come ho detto in Parlamento e confermo anche dopo il rapporto degli Ispettori”.
    “Spero che si possa arrivare ad una posizione comune, come lo sperano tutti gli altri” e infine, sempre secondo Berlusconi, questo “è scontato dovrà avvenire tenendo conto delle indicazioni dell’Onu”.

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