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Numero 4(49)
Un conte russo, parente dei nobili fiorentini

    “I ricordi del conte M.D. Butirlin” sono pubblicati in Italia.
    Gli organizzatori della presentazione, svoltasi presso il Fondo russo della cultura, hanno definito questo libro “una fonte unica per la storia della vita dei russi in Italia”. Le memorie di Mikhail Dmitrievic Buturlin hanno portato a noi i quadri della vita degli italiani e della colonia aristocratica russa a Firenze, dagli anni 1810 agli 1860. Il loro autore è rampollo di una nota famiglia dei conti, nata da Aleksandr Borisovic Buturlin, attendente di Pietro I, in seguito feldmaresciallo di Elisabetta, degnato del titolo di conte per aver preso Berlino nel corso della Guerra di sette anni. Non meno famoso è suo nipote, Dimitri Petrovic Buturlin, mecenate e bibliofilo eminente. Fu senatore, “consigliere segreto”, due volte ambasciatore nei Paesi europei, direttore dell’Ermitage per alcuni anni. Nel 1817 partì per l’Italia, dove morì dieci anni dopo. Mikhail Dmitrievic, suo figlio, visse in Russia, ma visitava i suoi parenti che rimasero a Firenze.
    Gli storici russi I.N. Bociarov e J.P. Glusciakova, alla fine del Novecento, sono riusciti a trovare in Italia i discendenti dei Buturlin e hanno scoperto nelle loro collezioni reliquie uniche, anche legate al nome di Aleksandr Puskin. Il loro lavoro assomigliava a un’indagine poliziesca, quando snodavano i lontani fili di parentela con le radici russe in un ambiente assai chiuso della nobiltà fiorentina: i Buturlin, infatti, si sono imparentati con le famosissime famiglie fiorentine. Il risultato di questo lavoro è la pubblicazione sensazionale degli studi, accompagnata dalla donazione ai musei russi di preziose opere d’arte.
    E la prossima fase dello stesso lavoro è stata appunto la pubblicazione dei ricordi di Mikhail Dmitrievic Buturlin. All’edizione hanno collaborato M. Olsufieva, V. Gasperovic e M. Talalai, e il suo promotore è stato il conte Buturlin-Young. La prima presentazione del libro aveva avuto luogo in giugno dell’anno scorso a Roma, presso la residenza dell’ambasciatore russo in villa Abamelec.

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