Numero 4(95)
Surkov: lEuropa e noi siamo concorrenti.
Dispiace non essere nemici
"Perdere in una lotta concorrenziale vuol dire essere sciocchi"
Radio Liberta ha pubblicato lo stenogramma di una relazione riservata di Vladislav Surkov presentata a una seduta privata del Consiglio generale dell'associazione "Delovaya Rossija" il 17 maggio 2005, cioe il giorno dopo la pronuncia della sentenza a carico di Mikhail Khodorkovskij.
Il vice capo dell'Amministrazione del Presidente ha parlato del progetto di costruire in Russia una "democrazia sovrana", del perche "sia meglio essere nemici dell'Occidente" e di come e in che modo alle prossime elezioni vincera di nuovo "Edinaja Rossija" (il partito "Russia Unita").
Sulla "democrazia sovrana"
"Il nostro e un progetto semplice. Lo chiamerei per brevita "democrazia sovrana". Sento spesso dire che la democrazia e piu importante della sovranita. Noi questo non lo condividiamo. Riteniamo che ci servano sia l'una che l'altra. Uno stato autonomo vale la forza di propugnarlo. Sarebbe bello scappare in Europa, ma non saremmo accettati. La Russia e civilta europea. E un borgo d'Europa poco illuminato, ma non e ancora Europa. In questo senso siamo legati all'Europa in modo indissolubile e dobbiamo farci amicizia. Non sono nemici. Sono semplicemente concorrenti. Tanto piu dispiace che non siano nemici.
Il nemico e quello contro il quale si puo cadere da eroi durante la guerra, andando a combattere contro di lui petto a petto. Sono cose eroiche e belle. Mentre perdere in una lotta concorrenziale vuol dire essere sciocchi. E questo mi sembra doppiamente offensivo. E meglio essere nemici, che non amici equivoci come adesso! Ecco che cosa vogliamo. Non siamo semplicemente partigiani della democrazia. Siamo per la sovranita della Federazione Russa.
La sovranita va consacrata. Qui c'e l'obiettivo diretto della lotta contro il terrorismo che minaccia l'integrita del nostro Stato e come conseguenza la nostra sovranita. Il Caucaso e il numero uno. La situazione purtroppo non migliora. Anzi sta peggiorando. Assomiglia a un fuoco sotterraneo. Qui non abbiamo ancora di che vantarci.
Crediamo nell'elite nazionale. Voglio sottolineare, nazionale. Qualsiasi persona benestante a Mosca e a Londra frequenta gli stessi posti. La boutique di Armani dappertutto ha piu o meno lo stesso aspetto, e anche la merce e di classe analoga. Naturalmente, alla gente come noi sembra che ci siamo integrati, uniti, che le frontiere non trovino piu spazio. Ribadisco che dobbiamo ricordare il fatto che nel nostro Paese vivono 140 milioni di persone abbastanza povere e complicate. E strano ignorare questo fatto.
Si puo pensare di far lavorare la classe politica a turni: a Monte Carlo, e poi qui per raccogliere i profitti. E una strada che non porta da nessuna parte. Mi sembra che, fino a che l'elite di governo russa non smettera i panni dell'aristocrazia dei paradisi fiscali non riusciremo ad ottenere qualcosa di positivo. Naturalmente c'e anche la questione dei quadri. Se il Paese non avra accumulato la cosiddetta massa critica di top manager, non riusciremo a fare niente. E il problema della formazione e della cultura politica arretrata. Proprio per questo crollo l'Unione sovietica. E per lo stesso motivo puo crollare anche la Russia. Pero se l'Unione sovietica stramazzo in modo maestoso, e fu una catastrofe degna di una ripresa cinematografica, noi ci putrefarremo alla cheta, e tutto finira li.
Sui rapporti con i vicini
Oggi Finlandia, Estonia e Unione Europea si sono di colpo attivizzati a proposito dei popoli finno-ungarici. Risulta che in qualche modo li soggioghiamo. Che qui da noi sono privi di diritti. Nelle regioni, in cui questi popoli sono titolari, si trovano riserve strategiche del nostro petrolio. Non sono partigiano della teoria delle cospirazioni. Pero e evidente, che si tratta di una serie di iniziative pianificata. La settimana scorsa c'e stata una delibera dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa a proposito dello sfruttamento da parte nostra dei popoli finno-ungarici (khanti, mansi, ciuvasci, komi ecc.). Per non parlare delle rivoluzioni "arancioni", e dell'attivismo degli istituti umanitari. Tutti sanno che dirige il "Freedom House" Woolsey, che a suo tempo era stato capo della CIA. Bisognerebbe essere idioti, per credere nella missione puramente umanitaria di questo istituto. Non dobbiamo dimenticare quali siano i compiti che hanno alcuni "gruppi" di questi governi. Di questo dobbiamo tenere conto, nella nostra attivita.
Non mi e molto chiaro, per esempio, quale sia la differenza oggi come oggi tra il regime di Kuchma, probabilmente criminoso, e quello di Yushenko. Per quanto l'abbia analizzato, non ho trovato differenza. Forse alcune persone hanno cambiato posto. Tra poco probabilmente cambieranno direzione i flussi finanziari e alcuni attivi. Se posso, vorrei domandare che cosa sarebbe successo se Putin avesse detto: "Ecco, magari deprivatizzeremo un paio di imprese strategiche". Ce la si puo immaginare, la burrasca si sarebbe scatenata all'interno del Paese, e figurarsi all'estero. Invece li loro lo fanno, e abbastanza apertamente. E si chiama movimento democratico. Anche il nostro leader della "destra" Boris Nemtzov fa loro da consigliere, probabilmente per garantire la stabilita delle istituzioni democratiche.
Senza contare quello che i teorici occidentali ci hanno insegnato, e noi candidamente abbiamo creduto fino alla fine, ovvero che il principio basilare della democrazia fosse quello della trasmissione pacifica dei poteri (governativo-amministrativi, ndr.) prevista dalle scadenze procedurali. Si tratta prima di tutto di una procedura di legge. Com'e avvenuto il passaggio di potere in Ucraina? Con la trasgressione di tutte le leggi possibili ed immaginabili. Poco probabile che cio serva a consolidare l'abitudine del popolo ucraino alla democrazia.
In fin dei conti, con tutta la stima che possiamo avere per questi popoli, siamo molto diversi dagli slovacchi, dai baltici e anche dagli ucraini: non hanno avuto uno Stato sovrano. Erano i politici russi del passato, ad indicarli sulle mappe. Insieme alle potenze mondiali noi contribuivamo al processo creativo del rifacimento del mondo. Ecco perche, mi sembra, l'elemento dell'autorispetto deve avere la sua importanza, nella visione di se stessi.
Sulla Yukos
Chiunque checche ne dica, le autorita attuali si basano sui principi dell'imprescrittibilita della proprieta. Non voglio discutere qui l'argomento della Yukos. Pero sicuramente l'obiettivo non era quello della ripartizione, come adesso la mettono. La storia e diversa, e le ragioni sono diverse. Non sono politiche. Certo, adesso queste ragioni e comodo presentarle come politiche. Io, dicono, mi occupo direttamente degli argomenti d'accusa per i quali Misha (Mikhail Khodorkovskij, ndr.) sarebbe stato messo dentro. Bubbola assoluta. Vi assicuro che se fosse stato in liberta le elezioni avrebbero dato lo stesso risultato. La Yukos non rappresentava nessun pericolo politico. Gli dissi che il potere, come anche l'amore, non e possibile comprarli.
Immaginarsi che alcuni gruppi parlamentari corrotti ti facciano diventare Primo Ministro e ingenuo. Aveva certe idee strane. Questo processo, che ha avuto grande risonanza, che e stato pesante per tutti noi e antipatico, non ha un retroscena rozzamente politico. Come succede nella vita, e un insieme di fattori. E chiaro che c'erano obiettivi di rivendicazione nei confronti della grande imprenditoria. Che tutto venisse fatto cosi come riteneva necessario lui, non era giusto. Sin dall'inizio abbiamo detto apertamente che non lo avremmo accettato, non avremmo permesso a un gruppo ristretto di compagnie di essere al potere nel nostro Paese. Non e una cosa democratica. A parte queste persone poco numerose abbiamo nel Paese altri 140 milioni di "parenti poveri". Bisogna tenere conto anche della loro opinione.
Riteniamo che sia una situazione poco sana, quella in cui le pubbliche funzioni siano in mano ad alcune grandi societa. Anch'io ho lavorato nelle grandi societa. So come avviene, e so di che cosa sto parlando. Naturalmente non vuol dire che l'opinione del mondo imprenditoriale debba essere ignorata.
In tutto cio ci atteniamo al principio della stabilita della proprieta. Se a livello locale si verificano degli eccessi, allora le forze dell'ordine e diverse persone estorcono qualcosa, cercano di rifare qualcosa, e cio e patologico per tutta la societa. E naturale che cose come il caso Yukos generino un'atmosfera negativa. Ma sia il Presidente sia altri funzionari pubblici ad alti livelli cercano di dare segnali affinche cio non avvenga. Qui molto dipende dall'atteggiamento attivo delle imprese, dall'energia che mettono nella loro autodifesa, perche non dobbiamo sperare solo nello Stato. Mi dicono della mancanza di indipendenza dei tribunali: si, manca. Ma che ci possiamo fare, se sono dipendenti proprio di natura? Se la gente che vi lavora o e corruttibile, ho ha paura delle telefonate dei superiori? Che cosa dovremmo fare? E chi reggera alla tentazione di piegarli al proprio volere?
Sulla liberta di parola e la televisione indipendente
La nostra e una democrazia o no? Sapete come si dice, lo sfacelo, la rovina economica comincia nelle teste, e cosi anche con la democrazia: o ce l'abbiamo nelle teste, oppure no.
Bush ha detto a Putin alla vigilia delle elezioni: Vladimir, non fare piu dell'80 per cento: io ne ho 50 e mi basta. Come si immaginava che potessimo fare? Putin doveva telefonare alla Commissione elettorale per dire: senti, dobbiamo stare entro l'80, ancor meglio se il 70. Bene, abbiamo fatto il 70. Che stupidaggine! Come possiamo essere piu democratici di quanto lo siamo in realta? Si dice della televisione che non facciamo apparire i politici. Non posso immaginarmi una TV americana alla quale parli dalla mattina alla sera un politico che ha il 2% di rating. Non ci sara mai, perche e un controsenso! E possibile solo qui da noi. Perche piace a un regista, perche ha una bella parlantina, perche per lui pagano ecc. Mi dicono, il suo rating e a quel livello perche non lo mandate in onda! Javlinskij aveva avuto il 5%, e il suo rating non e aumentato, con tutto che Gusinskij lo faceva partecipare alle trasmissioni dalla mattina alla sera. Niente e cambiato! Bubbola assoluta!
Sono sicuro che la gente russa nel senso piu ampio della parola sia adatta alla democrazia e che sia capace di viverci e di crearla, capace di goderne i frutti. Pero qui forse ci vuole un certo percorso storico. Non lo si salta: ci si fiacca l'osso del collo. Non e che lo freniamo in modo artificioso, come sembra a molti. Ne abbiamo semplicemente paura.
Sulla verticale del potere
Dicono di creare una repubblica parlamentare. Con chi, con questi partiti? Credetemi, tra di loro nessuno mantiene la parola. Di cultura della coalizione non ce n'e neanche l'ombra! Oggi quello si e messo d'accordo, ti ha preso la carica, ha preso qualcos'altro ancora, e il giorno dopo ti ha venduto con tutti gli annessi e connessi (in senso politico). Che farci? Ci dicono, da voi in parlamento c'e la maggioranza ubbidiente: e orribile. Anche Bush ha la maggioranza nel parlamento. Chi l'ha detto che in uno Stato democratico il Presidente non possa avere la maggioranza? Putin ce l'ha. Bush ce l'ha. Il Presidente francese ora ce l'ha. ora non ce l'ha. Ebbene, poco male. Se le elezioni del 2003 si fossero svolte secondo il sistema proporzionale, "Russia Unita" avrebbe avuto 232 parlamentari e non 300 come oggi. E sarebbe stato impossibile con questo sistema ottenere un controllo assoluto. Non escludo che queste elezioni si possa perderle. Provate a raccogliere piu voti di tutti gli altri partiti messi insieme. E una cosa complicata anche tenendo conto della famigerata risorsa amministrativa. Pero stiamo andandovi incontro in modo cosciente. Che sia. Non vogliamo che si venga ad alleare a noi tutta la palude congiunturale dei maggioritari. Chiedo scusa, ma corrono alla spola di qua o di la a seconda di come tira il vento. Ci siano pure le coalizioni, poi ci pensiamo sopra, con che chi far coalizione. E rafforzare l'istituto dei partiti.
Alle prossime elezioni sosterremo sicuramente "Russia Unita". Parecchi, gli slogan che si sentono: cerchiamone degli altri, e tutta colpa loro. Ritengo che sarebbe un enorme errore statale, se rinunciassimo alla RU in favore di un nuovo partito. In questo modo non arriveremmo mai a un sistema politico stabile. Fossi in voi, considererei la RU come una cosa inevitabile, un partito con il quale bisogna collaborare per il semplice fatto che domina in parlamento.
Qualsiasi cosa dicano adesso la destra e Jabloko, nessuno glielo impedisce. Forse passeranno ancora nel prossimo parlamento, e Dio li aiuti. Da me vengono spesso dei leader liberali a dirmi: facciamo un nuovo partito. Io gli chiedo: ma perche? Ecco 300 seggi, andate e trovatevi i posti. Volete entrate negli organi decisionali? Iscrivetevi, non abbiate remore, nel partito ci sono molte persone appieno meritevoli. E finche rimarremo in disparte schizzinosi a dire: "che gentaglia ci sta dentro, macchina da votazione, massa grigia", il partito continuera a rimanere com'e. Facciamo a meno di schifarci, entriamoci dentro.
Mi sembra che oggi vada rafforzata la destra liberale, moderna, europeizzata della RU. Perche, senza alcun dubbio, adesso domina la parte sinistra conservatrice. E se gli lasci carta bianca, delibereranno di quelle cose... Pero per fortuna il leader del partito, anche se non ufficiale, rimane il Presidente, e la rotta del Paese e legata alla necessita di attenersi a certi valori. In qualsiasi caso il partito sara presente in parlamento, non vedo cosa ce lo possa impedire.
Nella nuova procedura di nomina dei governatori hanno visto solo abusi d'autorita. Pero, pardon, ci siamo assicurati contro una serie di situazioni abbastanza stupide. Chiedo scusa, ma da noi non c'e ancora cultura sufficiente. Non e che non si abbia fiducia nella gente. Pero ci mancherebbe altro che in Dagestan eleggessero un wahabita!
Sul futuro
"Riteniamo realmente che dare il potere agli "amici" liberali sia pericoloso e dannoso per il Paese. Abbiamo la fede. Ed e la cosa che non c'era negli altri regimi dei nostri Paesi vicini. Siamo sicuri che, fino a che ne abbiamo, riusciremo a ispirare altre persone. Meno male che per tutte queste faccende non ci vuole molta gente."
La funzione principale di Vladislav Surkov all'interno dell'Amministrazione del Presidente e quella di "responsabile della logistica organizzativa, informativa e analitica delle attivita del Presidente inerenti ai problemi della politica interna, ai rapporti federativi ed interetnici". Una notevole parte della biografia di Surkov e indirettamente legata all'estrazione del petrolio e alla Yukos.
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