Numero 3(67)
Il seguito delle avventure di un italiano in Mari-El
Avevamo già’ scritto sulla situazione venutasi a creare attorno alla joint-venture russo-italiana della conceria “Marital”, che si trova a Joskar-Ola, capoluogo della Repubblica di Mari-El. Questa storia recentemente ha avuto uno nuovo, improvviso seguito.
I giornalisti della RTR che giravano un servizio nella Mari-El sui problemi della “Marital”, sono stati accusati di violenza carnale. Il reporter del canale Dmitrij Melnikov e’ stato accompagnato al commissariato di polizia per dare spiegazioni. Sul posto gli hanno presentato il testo di una “denuncia” di una cittadina, ed anche il “verbale” del suo interrogatorio, dove si affermava che la donna era stata “trascinata in una stanza d’albergo e violentata in forma estremamente perversa”.
Nelle carte presentate erano citati cognomi, nomi e patronimici dei collaboratori della RTR, erano indicate le loro date di nascita e i numeri delle loro stanze d’albergo. In relazione alla denuncia, a Melnikov venivano richieste delle spiegazioni. Al commissariato fecero capire al giornalista che le autorità’ della Repubblica di Mari-El non erano tanto contente del comportamento della squadra televisiva di RTR: i reporter devono prima riflettere, su cosa girare e come commentare.
Dopo il “fermo preventivo” Melnikov ritornava con la squadra, e continuava a lavorare sul servizio. In seguito, l’ equipe giornalistica al completo veniva fermata senza alcun motivo, e portata al commissariato locale. Quando si e’ tentato di ottenere informazioni ufficiali sulle imputazioni mosse ai giornalisti della RTR da parte del Ministero degli interni della Repubblica di Mari-El, e’ venuto fuori che il fermo non figura sul registro del Ministero ne’ in data 13 febbraio, ne’ in data 14; e’ emerso ache che l’ufficiale di servizio al Ministero degl’ Interni della Repubblica di Mari-El, che si era informato due volte per appurare se il fermo avesse veramente avuto luogo, non ha potuto averne conferma. Pero’ si e’ venuti a sapere che l’ equipe della RTR comunque era stata condotta al Commissariato principale del Ministero degl’ Interni di Yoshkar-Ola, e questo senza che venisser redatto nessun verbale. Quindi sono venuti a galla dei dettagli ancora piu’ piccanti. Si e’ rivelato che la cittadina che aveva presentato denuncia per stupro fa parte del contingente di donnine di facili costumi del posto. In effetti, ai corrispondenti era stato proposto “un po’ di relax in compagnia di ragazze”, precisando che “il servizio” era addirittura gratuito e si sarebbe trattato di un “regalo” ai corrispondenti da parte di sconosciuti. Gli operatori televisivi avevano declinato l’ offerta: ma questo non ha evitato loro l’accusa di violenza carnale.
E dopo la loro partenza, al canale televisivo VGTRK sono pervenute delle telefonate da parte dei dirigenti della repubblica di Mari-El, da parte di membri del Consiglio della Federazione, ed anche degli organi di pubblica sicurezza, con la richiesta di non mandare in onda il servizio. Il presidente della Repubblica di Mari-El, che si era fatto le ossa nei “regolamenti dei conti” con la stampa (secondo i dati ufficiali, la piccola Repubblica di Mari-El, in fatto di conflitti tra le autorità’ ed i giornalisti, per poco non occupa il primo posto nel distretto federale del Povolzhje, la regione lungo il corso del Volga, mentre tutti giornali di opposizione vengono stampati al di fuori della Repubblica), evidentemente non ha capito che questa volta aveva a che fare con un osso che non era idoneo per i suoi denti.
Si sa che un canale televisivo federale, con un dirigente che ha il rapporto diretto con Putin, non e’ come un giornale locale. La direzione della rete RTR ha avuto una reazione molto dura, diffondendo una dichiarazione in cui si diceva che “in tanti anni di esistenza della nostra società’ non ci sono stati simili precedenti, simili tentativi d’ impedire che un servizio andasse in onda. Tutto questo ha un solo motivo: l’ingiustizia che le autorità’ locali fanno regnare nei loro “feudi” (come si dice). Il VGTRK andrà’ a fondo in questa situazione provocatoria, i cui annessi e connessi portano, a nostro avviso, alle piu’ alte istanze di potere della Repubblica”. Illustrri giornalisti della RTR hanno detto che questa situazione obbliga a chiedersi quale tipo di sistema di potere si sia formato in questa regione.
Il 16 febbraio il servizio e’ comunque andato in onda alla RTR. Il servizio intitolato “Il business italiano contrastato a Joskar-Ola” spiegava agli spettatori come le autorità’ locali, nella persona del presidente della repubblica di Mari-El, L. Markelov, di fatto cercano semplicemente di mettere le mani sulla fabbrica cacciando via il partner estero Bogino: e questo, come si dice, a causa del mancato pagamento delle tasse. Pero’, come e’ stato giustamente osservato nel servizio, le pellicce prodotte dalla fabbrica sono una merce stagionale, e non e’ possibile venderle, per esempio, d’estate e quindi anche gli arretrati della fabbrica erano stagionali e si esauriscono durante l’ inverno. Anche il risultato di questo intervento amministrativo e’ stato dimostrato sullo schermo: i reparti vuoti della fabbrica che e’ chiusa già’ da un anno, e che da sei mesi si trova in stato fallimentare, iniziatosi per un debito di 3.200.000 rubli, oggi cresciuto a 22 milioni.
L’ambasciatore d’Italia in Russia, Gianfranco Facco Bonetti, si e’ rivolto al presidente della Federazione Russa Putin con la richiesta di verificare la situazione. “Il signor Bogino e’ stato trascinato in una situazione molto complicata e fastidiosa, ma a questo punto noi non vediamo un atteggiamento oggettivo e imparziale da parte delle autorità locali”, - ha dichiarato l’ Ambasciatore.
Trovandosi in questa situazione le autorità della Repubblica di Mari-El, anziche’ scusarsi hanno preferito passare al contrattacco. La polizia del posto ha dichiarato che non c’era alcuna accusa di stupro, ma che un membro dell’ equipe televisiva in effetti aveva importunato una prostituta con proposte di “fare sesso in forma depravata, a pagamento”, e l’ aveva attratta nella propria camera con l’ inganno, con la proposta di fare quattro chiacchere. L’ultima parte della frase suscita un interesse particolare siccome non si tratta di una candida verginella, bensi’ di una donna venticinquenne che da parecchio tempo fa il mestiere dell’amore mercenario. Va da se’ che si negava l’esistenza della “denuncia” da parte della donna “violentata” e del “verbale” del suo interrogatorio, mentre i collaboratori della rete RTR venivano accusati di “falsificazione” della verità’ nei “siti di alcune agenzie mediatiche”. Ma queste dichiarazioni sembravano troppo grossolane, e presto e’ entrato nell’arena il presidente in persona della Repubblica di Mari-El, L. Markelov, anche se prima piu’ e piu’ volte aveva rifiutato d’ incontrare il corrispondente della rete VGTRK.
Il motto del suo intervento sembra siano state le parole di Goebbels, secondo cui piu’ grande e’ la menzogna, piu’ ci si crede. In un primo momento ha accusato i giornalisti di “non essere andati a fondo alla situazione”, “hanno inferto frustate a tutto il paese e al loro popolo”, evidentemente mutuando l’arte di esprimersi dal suo ex-capo V. Zhirinovskij, e dipingendo un quadro tremendo: prima della venuta dell’investitore italiano nel 1995 tutto andava bene e dopo tutto si e’ messo ad andar male. A sentire lui l’investitore italiano trasferiva all’estero tutti gli utili, non investiva niente nello sviluppo dell’azienda e l’ha mandata a ramengo (il sig. Markelov ha preferito “dimenticare”che proprio negli ultimi anni il prodotto della fabbrica aveva occupato un sostanziale segmento del mercato russo), non pagava le tasse. L. Markelov ha accusato demagogicamente il sig. Bogino di possedere illegalmente perfino le sue azioni, e la repubblica non gli fa causa solo perche’ simili reati sono caduti in prescrizione.
Nello stesso tempo lui ha dichiarato che la repubblica era pronta a riscattare le azioni senza pero’ precisare a quale prezzo (la cosa piu’ probabile e’ che cio’ avvenga al prezzo di bilancio, che e’ assai lontano da quello reale). Dopotutto L. Markelov ha notato che secondo lui la stampa non deve fare commenti, puo’ solo “constatare i fatti, rispecchiare le posizioni di tutte le parti e non di una sola”. Cercando di trovare una via di pacificazione con la direzione della rete televisiva RTR, che puo’ arrecare grosse noie a un funzionario del suo livello, il sig. Markelov ha proclamato la sua profonda stima al dirigente del canale televisivo, Sig. Dobrodeev, ed ha dichiarato che questi era disinformato, ripercorrendo cosi’ i passi dei peggiori capostipiti della mentalità’ zarista, quando c’ era uno zar buono e dei boiardi cattivi.
Il risultato delle dichiarazioni e dei fatti delle autorità’ della Repubblica di Mari-El non sarà’ solo che gli investitori stranieri per tanti anni ancora eviteranno di andare nella sfortunata repubblica: si mette anche a repentaglio un programma spinto con fatica dal rappresentante plenipotenziario del presidente, S. Kirienko, per promuovere la collaborazione del suo distretto con gli imprenditori lombardi.
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