Italiani
 
Visita del Ministro per il Commercio Estero Adolfo Urso

    Nei giorni 18 – 19 Luglio u.s. a San Pietroburgo si sono svolti i lavori del Forum sulle opportunita’ d’ investimento in Russia, organizzata congiuntamente dalla Confindustria e dall’ Istituto per il Commercio Estero (ICE) con la partecipazione di esponenti delle istituzioni nazionali preposte al supporto dell’internazionalizzazione d’impresa, quali Ministero delle Attivita’ Produttive, ICE, SACE, Simest, Finest, Informest, Unioncamere, Assocamerestero ed altri Enti. Ai lavori partecipavano rappresentanti di numerosi operatori, banche e societa’ dai diversi settori di attivita’.
    Il Forum si svolgeva in coincidenza con la visita in Russia del responsabile per il Commercio Estero nell’ ambito del Governo Italiano, On.le Adolfo Urso, inziatasi martedi’ 16 a Mosca con un incontro presso la Residenza dell’ Ambasciatore d’ Italia a Mosca con esponenti della comunita’ d’ affari Italiana in Russia; il 17 il Ministro incontrava il Ministro Russo dell’ Economia German Gref ed altre importanti personalita’ Russe.
    Sia a Mosca che a San Pietroburgo erano presenti anche numerosi operatori venuti appositamente dall’ Italia per partecipare agl’ incontri in un momento in cui sembra verificarsi un tanto atteso salto di qualita’ nello sviluppo delle relazioni economico-commerciali fra il nostro Paese e la Federazione Russa.
    A San Pietroburgo i lavori, svoltisi presso il Grand Hotel Europa, venivano aperti dal Consigliere di Confindustria incaricato per l’ internazionalizzazione, Dott. Giancarlo Cerutti: il primo intervento era quello del Governatore di San Pietroburgo, Yakovlev, che sottolineava come la capitale del nord sia a tutti gli effetti “la piu’ italiana fra le citta’ russe”, e chiamava le aziende Italiane a rafforzare una collaborazione avviatasi tre secoli fa, con la sua stessa edificazione. Il Governatore sceglieva proprio questo palco per un annuncio ad effetto: sottolineava la propria intenzione di ripresentarsi candidato alle prossime elezioni.
    Parlava poi SE l’ Ambasciatore Facco Bonetti, che ribadiva come i destini dell’ Italia e della Russia siano vicendevolmente molto legati, e come entrambi i Paesi possano e debbano contribuire il piu’ possibile alla crescita ed al benessere reciproco: un’ affermazione che viene a contraddire una nota dichiarazione di Costantino Nigra nel XIX Secolo. Lo Stato Italiano, nonostante siano trascorsi ormai oltre 80 anni da quando la capitale della Russia e’ tornata a Mosca, non ha mai venduto l’ immobile della vecchia sede diplomatica Italiana nella citta’ di Pietro il Grande: un fatto certo simbolico, che ben dimostra il feeling che ci lega profondamente a questa bellissima citta’.
    Ed infine l’ atteso intervento del Ministro Urso, il quale sottolineava come l’ Italia sia diventata da pochi giorni il secondo partner commerciale della Federazione Russa, superando l’ Ucraina. Rimane pero’ soltanto al settimo posto negl’ investimenti. Un elemento importante che deve indurci ad aumentare gl’ investimenti e’ il trend ormai deciso di rientro dei capitali, confermato dal fatto che l’ anno scorso il primo Paese ad investire in Russia e’ stato Cipro: i capitali russi rientrano, pur se in incognito, sotto forma di pseudoinvestimenti esteri, e questo e’ un chiaro segno del fatto che i Russi stessi non nutrono piu’ timore ad investire i proprii patrimoni. E questo deve essere un segnale per noi: tanto piu’ che il nostro Paese, dopo essere stato per decenni un esportatore di mano d’ opera, per lo piu’ verso Occidente, e dopo essere stato per altrettanti decenni un esportatore di beni, deve oggi fare un importante salto di qualita’, e deve diventare un esportatore d’ impresa, verso Oriente. Si deve impostare il processo di globalizzazione sotto nuove forme, dando vita ad una nuova migrazione d’ imprese, che non si rilocalizzini, ma si vengano ad installare qui per dare del lavoro ai giovani Russi senza peraltro togliere lavoro ai giovani Italiani, ma semplicemente internazionalizzando il loro lavoro.
    Il Governo Italiano sta adoperandosi per agevolare al massimo l’ effettuazione di questo importante salto di qualita’: da una parte, sul piano dei rapporti internazionali, il Governo Berlusconi ha contribuito in modo primario ad eliminare dal terreno molti ostacoli ormai ingiustificati: il riconoscimento alla Russia dello status di Paese ad economia di mercato, la sua ammissione nel WTO, la cancellazione dei postumi di una guerra fredda durata troppo a lungo, con l’ incontro Russia-NATO di Pratica di Mare, tutto questo ha contribuito a rafforzare il rapporto di fiducia reciproca sia fra Russia ed Occidente, fra Russia ed Unione Europea, ed ha creato un rapporto privilegiato con il nostro Paese, che finalmente torna ad essere uno dei protagonisti della scena politica internazionale, dopo decenni di timida ed ingiustificata latitanza. L’ Italia come un ponte naturale fra Euopa e Russia. Grazie a questo impegno, non e’ lontano il giorno in cui verra’ sottoscritto un trattato Russo-Europeo per il libero scambio, premessa importante per sinergie ancora piu’ grandi ed efficaci.
    Dall’ altra, il Governo sta dando vita a molteplici strumenti legislativi e finanziari tesi ad agevolare una presenza qualificata dell’ impresa Italia in questi mercati: una presenza che deve sempre piu’ essere imperniata sulle piccole e medie imprese, che del nostro miracolo economico sono state e rimangono i protagonisti. Verranno stimolate le Banche a fungere da reale supporto alle imprese, anziche’ stare a guardare; la Camera di Commercio Russa, presideduta da un uomo di Stato di grande oculatezza, come Evgueni Primakov, diventera’ sempre di piu’ la sede presso cui si dovranno dirimere le controversie; si tendera’ a trasformare lo stesso debito pubblico Russo nei confronti dell’ Italia (oltre 12 miliardi di Euro) in quote di importanti progetti a primaria partecipazione Italiana. Anche in Russia, come in Italia, si stanno poco alla volta rimuovendo le ultime sacche di “socialismo reale”, dando sempre piu’ spazio al settore privato e ridimensionando le partecipazioni statali nell’ economia.
    Vi sono ormai 11000 PMI italiane in Romania, delle quali 2500 solo a Timisoara, 1000 in Bulgaria, 4000 in Polonia; e molte ne stanno naascendo in Slovacchia, in Croazia ed anche in Moldova. In tutto sono ormai oltre 30000 le imprese italiane “emigrate” ad Est. E va sfatato il timore, paventato per lo piu’ da determinati vertici sindacali, secondo cui migrazione d’ impresa vuol dire portare il lavoro ad Est, privandone i giovani Italiani; i fatti dimostrano in modo eloquente che sono proprio quelle imprese che hanno saputo internazionalizzarsi insediando proprii stabilimenti nell’ Est a dimostrare maggiore attivita’ anche in Patria, e quindi maggiore assorbimento di nuova manodopera nazionale.
    Il Governo incoraggera’ quindi in modo sempre maggiore la creazione ad Est di importanti distretti industriali ad influenza Italiana, del tipo di quello che visibilmente si e’ venuto a creare in Romania nella zona di Timisoara. In Russia ci si sta gia’ muovendo per arrivare ad un simile obiettivo nella regione di Lipetsk, attorno allo stabilimento di frigoriferi acquisito dalla Merloni, e che controlla oggi il 35 % della produzione russa di frigoriferi. Altre aree simili potrebbero nascere attorno a Mosca, sugli Urali, a Soci sul Mar nero, ma anche a San Pietroburgo, dovunque si verranno a crare condizioni favorevoli per dare vita al cosiddetto “effetto chioccia”; un primo importante insediamento produttivo che poco alla volta dia origine ad un indotto, dapprima limitato, e poi sempre piu’ completo e complesso.
    Noi Italiani, cosi’ come noi Europei, abbiamo una missione importante: dare lavoro al tempo stesso ai nostri giovani, ed a quelli delle nuove democrazie dell’ Est. Se pensiamo solo ai nostri problemi, finiamo col chiuderci nel nostro guscio, e non risolviamo niente.
    Come disse a suo tempo Papa Giovanni Paolo II, l’ Europa storicamente ha due polmoni, uno dei quali e’ la Russia; per decenni questi polmoni hanno respirato separatamente; e’ giunta l’ ora che respirino all’ unisono, nell’ interesse di un solo Continente e di un solo Popolo.
    Il lavoro Italiano deve aiutare a creare lavoro anche ai giovani di San Pietroburgo, nati e cresciuti nella cornice storica di una citta’ profondamente italiana. E lo stesso deve valere per molte altre citta’ della Russia.
    Prendeva poi la parola il Presidente della Camera di Commercio Italo-Russa, Rosario Alessandrello, ribadendo che l’ Italia e’ comunque obbligata a privilegiare la collaborazione con la Russia: il graduale ridimensionamento dell’ import di gas naturale dall’ Atlantico del Nord, per motivi di costi, e dal Nord Africa, per una sempre maggiore crescita del consumo locale, tutto questo ci obbliga a cercare di controbilanciare un enorme import di gas russo. E grazie alla Presidenza di Vladimir Putin si sta sempre piu’ riducendo la sensazione di rischio che spaventava gl’ investitori interni ed esteri.
    Ma non bisogna dimenticare che lo stesso Putin deve fare i conti con una popolazione ancora spesso incredula sulla reale opportunita’ di un abbraccio con l’ Occidente, per tema che sia mortale. L’ importante e’ che dopo l’ importantissimo incontro di Pratica di Mare, che ha estinto formalmente ogni residuo contenzioso fra Russia e NATO, si arrivi presto ad un passo che sia veramente decisivo: come nel secondo dopoguerra si riusci’ ad eliminare ogni residuo rancore fra Francia e Germania, portandole a sedere assieme nella cosiddetta CECA, la Comunita’ Europea del Carbone e dell’ Acciaio, cosi’ una serie di efficaci accordi economici reciprocamente vantaggiosi aiuteranno non poco Putin a far accettare appieno all’ intero Paese, inclusi gli scettici, la reale utilita’ di un’ effettiva integrazione.
    Per poter accelerare i tempi in questo senso, diceva Alessandrello, sarebbe auspicabile che l’ intera CSI adottasse a sua volta una moneta di riferimento, cosi’ da far crescere gli scambi.
    Seguivano poi gl’ interventi di alcuni ospiti Russi, di esponenti di SACE e Mediobanca, con la presentazione degli strumenti di finanziamento attualmente esistenti, e poi venivano presentati tre interessanti case studies: le iniziative d’ investimento di tre note societa’: la Merloni a Lipetsk, la Coe & Clerici a Murmansk e la Duferco a Nizhny Tagil. Il Forum continuava poi il 19 Luglio sotto forma d’ incontri bilaterali fra gli operatori.
    Prima di rientrare in Italia, il Ministro Urso chiamava ancora a fortificare la propria presenza in Russia ed a San Pietroburgo, come unico modo per assicurare al nostro Paese quel ruolo di ponte naturale con la Russia che da sempre, storicamente, gli spetta.
Gianpaolo Marello
    EspressO