Italiani
 
A proposito di visti

    Non ce ne voglia Sua Eccellenza l’Ambasciatore se ancora questo giornale non vede la coincidenza tra le dichiarazioni del Governo, nelle parole del Presidente Belusconi e d’altri Ministri in visita a Mosca, e la politica di concessione dei visti a cittadini russi praticata dal nostro Consolato.
    Posto che a mafiosi e a altri sinistri trafficanti internazionali, come ha affermato lo stesso Berlusconi, qui a Mosca i primi giorni di aprile, in occasione dell’ incontro con alcuni imprenditori, sia difficile impedire la libera circolazione, dati i mezzi di cui questi dispongono, e che, in ogni caso, per questi individui sia necessaria la massima vigilanza, altro e’ l’atteggiamento da tenere nei confronti dei visti per turismo e di quelli per lavoro formulati con l’avallo di cittadini o società italiane.
   Conosciamo perfettamente le problematiche sorte negli ultimi anni, in Italia, sulle concessioni di permessi di soggiorno per lavoro a cittadini extracomunitari e auspichiamo che queste siano finalmente sanate dalla legge Bossi-Fini , tuttavia, riteniamo che le richieste formulate per visite ad aziende o ad esposizioni fieristiche, per corsi di formazione, viaggi premio e quantaltro e’ legato alla sfera delle relazioni d’affari delle aziende italiane qui in Russia nei confronti dei partner o dei dipendenti russi, siano tutta altra questione e che debbano essere accolte con la celerità e la disponibilità adeguata al compito di favorire lo sviluppo e il consolidamento economico delle nostre imprese.
    Non e’ di questo parere la Burocrazia Consolare: alla montagna di documenti standard, passaporto, biglietto aereo (soldi spesse volte buttati al vento), dimostrazione di capacita’ economica, valutazione morale (per donne giovani e meno giovani), ispezione visiva per gli altri (probabilmente effettuata da personale in possesso di diploma di psicologia lombrosiana), invito in originale, modulo compilato con fotografia, si aggiungono richieste di statuti (in originale?) certificati e altro in modo tale, pensiamo, da scoraggiare ulteriori tentativi. (ad imitazione della scuola americana delle barbe finte macho in voga in altri tempi). Le accorate telefonate degli “invitanti” sono scoraggiate e, ormai, non trovano, quasi, piu’ risposta (provare per credere).
    A chi non si scoraggia e ha abilita’ informatiche vengono mostrate altre soluzioni “avanzate”: l’agenzia, pubblicizzata nel sito web del Consolato, che e’ privata e a pagamento (sempre la solita montagna di carte con le debite aggiunte ma, fissano un appuntamento - colloquio con un funzionario addetto e cosi si possono risparmiare ore o giorni di attesa, in coda, davanti agli uffici consolari). Rimangono i canali “preferenziali” forniti da Camera di Commercio I-R e Associazioni Imprenditoriali agli associati che , purtroppo, sono esigua minoranza rispetto al numero delle aziende a capitale italiano in Russia. Riteniamo che la posizione dell’Italia, ormai secondo partner commerciale della Russia con un interscambio vicino ai dieci miliardi di dollari, richieda, rapidamente, soluzioni adeguate.
    Anche se gli Italiani si arrangiano, ancor di più se sono imprenditori, e magari per altre esigenze si rivolgono ad altre Ambasciate o Consolati europei piu’ disponibili, sui visti, proprio, non riescono: Il fatto e’ che , in Europa, siamo in concorrenza.
    EspressO