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Numero 7(71)
A tu per tu con Carlo Giovanardi
Intervista al Ministro per i Rapporti con il Parlamento


    Carlo Giovanardi, uomo di punta dell’UDC, neonata formazione centrista nata dalla fusione fra CCD, UDC e Democrazia Europea, è stato nella precedente legislatura Vicepresidente della Camera dei Deputati; e se oggi proprio il suo leader, Pierferdinando Casini, ne è diventato il Presidente al posto del diessino Luciano Violante, lui è uno dei due Ministri (l’altro è Rocco Bottiglione, n.d.r.) entrati a fare parte della compagine di Governo di Silvio Berlusconi in rappresentanza del centro cattolico. Un Governo cui le critiche non mancano...

    – Guardi, io sono stanco del disco rotto di Rutelli e Fassino, il tempo sarà galantuomo. Abbiamo stanziato 7.000 miliardi per aumentare le pensioni, abbiamo deciso di aiutare le famiglie con più di tre figli, abbiamo finalmente varato una concreta riforma della scuola che deve smettere di sfornare disoccupati, abbiamo varato la legge Bossi-Fini in tema di immigrati che ha permesso di legalizzare settecentomila clandestini che già stavano in Italia, solo che erano costretti a lavorare in nero, ci stiamo dando da fare per rimettere in moto quelle grandi infrastrutture che i Verdi avevano bloccato danneggiando il paese. Insomma, mi sembra che i diciannove mesi di Governo ci permettano di presentare un bilancio dell’attività di tutto rispetto.
    – Eppure l’opposizione alza i toni dello scontro.
    – Una giusta dialettica non può che farmi piacere, ma qui si esagera. Prenda lo psicodramma in cui abbiamo vissuto per la famigerata riforma dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, con il paese due volte completamente bloccato da uno sciopero generale. Vorrei sapere chi ha capito veramente di che stiamo parlando… vogliamo solo far sì che se un’azienda che ha 14 dipendenti ne vuole assumere un quindicesimo questo abbia le stesse garanzie e gli stessi diritti degli altri quattordici! Hanno voluto il referendum? E ora un terzo dell’opposizione dice che bisogna votare sì, un terzo che bisogna votare no, un terzo dice che non bisogna andare a votare! Ma le sembra un’opposizione credibile?
    – Lei ha parlato di scioperi generali, non sono state le uniche manifestazioni di piazza…
    – Già, sembra che questo Governo debba essere rovesciato a colpi di ‘girotondi’ e di manifestazioni di piazza. Non riescono proprio ad accettare le regole della democrazia che dicono che chi vince le elezioni governa? Abbiamo firmato il ‘Patto per l’Italia’ con 35 Associazioni di categoria dagli industriali, ai commercianti, agli agricoltori…ma Sergiop Cofferati, leader storico della CGIL, dice che è un ‘patto scellerato’, criminale, e cosa ottiene? Che alla Festa del 25 Aprile il Segretario della CISL Savino Pezzotta, in piazza a Milano, non riesce nemmeno a parlare, e tra chi glielo impediva c’erano anche le bandiere rosse di quelli come Cofferati, sia ben chiaro.
    – Poi ci sono le aule di giustizia…
    – Credo che il caso più emblematico sia quello di Andreotti, adesso popolarissimo nel centrosinistra. Accusato e poi assolto, e come lui in quel periodo, quando stavamo tutti nella Democrazia Cristiana, vorrei ricordare che furono in cento a ricevere un avviso di garanzia, ma che novanta poi vennero assolti! L’errore umano lo capisco, ma la patologia no. Un ingegnere cui crollassero novanta ponti su cento progettati potrebbe continuare a fare l’ingegnere? Il magistrato può continuare a fare il magistrato…
    – I problemi per il futuro?
    – La denatalità, l’invecchiamento della popolazione, l’integrazione… alle porte ci sono possibili 500 milioni di persone che vorrebbero venire in Italia, è chiaro che non possiamo certo accoglierle tutte… Dobbiamo quindi rilanciare le politiche per la famiglia, anche se le risorse sono poche, e aiutare quei nuclei dove ci sono tanti bambini. La Casa delle Libertà ha una piattaforma politica condivisa da tutti gli alleati. Ce la faremo.

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