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Numero 15(79)
Banca Intesa inizia a lavorare in Russia

    Intesa, il più grande gruppo bancario italiano (come entità di attivi), sta arrivando in Russia: la sua succursale russa ha già ottenuto la licenza della Banca Centrale della Federazione Russa, e dai primi giorni dell’anno prossimo inizierà a servire i clienti. Un portavoce di Banca Intesa ha comunicato recentemente che il gruppo avrebbe previsto di aprire la prima agenzia in Russia già alla fine di novembre, precisando peraltro che l’apertura, fissata per fine novembre, era in programma gia’ dal settembre del 2002, quando Banca Intesa aveva sottoscritto un protocollo con la Banca Centrale di Russia, relativo all’apertura della succursale di Mosca. Inizialmente tra i clienti della banca ci saranno solo società italiane: solo fra due anni l’istituto potrà ottenere la licenza necessaria per lavorare con i privati.
    Intesa, in questo modo, sarà la prima banca italiana ad avere la licenza bancaria russa.
    Secondo quanto comunica Antonio Fallico, capo della rappresentanza di Intesa-Russia, il 16 settembre scorso la “Banca Intesa” russa è stata registrata, e il 27 ottobre ha ottenuto la licenza della Banca Centrale. L’unico azionista della succursale, il gruppo “Intesa”, ha versato 25 milioni di dollari USA (compresi 750 milioni di rubli, versati nel capitale sociale). Il consiglio di amministrazione di Intesa Russia sarà presieduto dallo stesso sig. Fallico, mentre la direzione sarà presieduta dal sig. Fabio de Rosa, ex direttore del dipartimento del finanziamento all’ export della Banca madre. L’inaugurazione ufficiale della Banca avrà luogo dopo la festa di Capodanno. A detta del sig. Fallico, nei primi due anni di attività, rispettando la legge russa, Intesa presterà servizio alle aziende italiane che lavorano in Russia, nonché ai loro partner russi.
    La Russia, per Intesa, è un mercato ormai conosciuto, visto che la Banca Commerciale Italiana, che ha aderito al gruppo, era stata tra i primi istituti venuti a lavorare in Russia, come azionista dell’International Moscow Bank. Nella sua costituzione, avvenuta nel 1989, tra gli istitutori c’erano cinque banche estere con quote paritarie (il 12%). La BCI era rimasta fra gli azionisti dell’IMB fino al momento in cui due soci della banca, una banca tedesca HypoVereins e una finlandese, Merita, sono diventati strategici. Formalmente la BCI ha smesso di essere un’azionista dell’IMB nel 2000, ma la relativa decisione era stata presa nel 1999.
    Molte aziende italiane storicamente si servivano di IMB, che ora dovrà dividere i suoi clienti con Intesa. “Il fatto che Intesa abbia aperto qui una banca è assai logico: l’Italia è uno dei partners commerciali privilegiati della Russia (a gennaio-agosto del 2003, il volume degli scambi commerciali tra i due Paesi è ammontato a 6 miliardi 903 milioni di dollari USA, essendo 1 miliardo 498 milioni di dollari la quota delle importazioni provenienti dall’Italia), dice Ilkka Salonen, il presidente della direzione dell’International Moscow Bank. “D’ora in poi avremo in questo settore un concorrente molto serio. Ma non per questo crolleremo”. Aggiunge che la sua banca cercherà di fare il possibile per mantenere i clienti.
    Alan Hearst, il presidente della Citybank, tra i clienti della quale ci sono parecchie società italiane, precisa che le aziende di solito lavorano con diverse banche: “La concorrenza non ha mai danneggiato nessuno, i clienti ne sono solo avvantaggiati”.
    Inoltre, a suo dire, fra i clienti delle banche, i più grossi sono altre banche. “Lavoriamo con il gruppo Intesa in molti Paesi e speriamo di poterlo fare anche qui”, ha sostenuto il sig. Hearst.
    Potrebbe anche darsi che la venuta di Intesa comporti una grande ridistribuzione dei clienti tra le succursali delle banche estere, le quali, evidentemente, non cominciano da zero: prima si conducono le trattative con i clienti, e questi problemi si risolvono a livello delle case madri, mica delle succursali.
    Inoltre, i clienti potenziali del gruppo Intesa per ora non si preparano alla cooperazione con la nuova banca. Così, ad esempio, un impiegato di una succursale di una società italiana molto importante che si fa servire dall’International Moscow Bank, ha detto solo di non aver avuto alcuna direttiva dalla sede, in merito al possibile trasferimento dei conti ad Intesa. “Se proporranno delle condizioni particolari di lavoro con le aziende italiane, ne saremo interessati. E per ora manteniamo il nostro conto all’IMB e ne siamo contenti”, afferma Tatiana Mukhlinskaia, direttrice generale della Gurmet style, una società che importa dall’Italia attrezzature per la ristorazione collettiva.
    Non è più ottimistica l’opinione di Aleksei Kozin, vice direttore generale della società mista russo-italiana “Guala Clouges - OVK”, impegnata nella produzione di tappi. Secondo il sig. Kozin, è difficile che Intesa arrivi presto nella città in cui si trova la sua azienda, Novomoskovsk, sita nella regione di Tula, dove oggi, di banche grandi ce n’è una sola, la Sberbank.

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