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Numero 3(48)
Mercato Finanziario

    Il mercato valutario
    Sebbene a gennaio del 2002, la Banca Centrale della Russia (BCR) abbia mantenuto i ritmi di svalutazione del rublo al livello dei mesi precedenti, ciò non le ha consentito di mantenere invariate le riserve. Al 24 gennaio le riserve della BCR consistevano solo di 36,3 miliardi di dollari USA. La riduzione delle riserve di 300 milioni di dollari è stata quasi sicuramente dovuta ai pagamenti dei buoni relativi alle euroobbligazioni. Il 24 gennaio, la Russia ha pagato $321 milioni, sui titoli Euro-05 ed Euro-18.
    Nel contempo, è evidente che ora la BCR non potrà incrementare le riserve senza accelerare la svalutazione del rublo. Ciò conferma il punto di vista secondo il quale, con i prezzi del petrolio a circa $20 per barile della miscela Brent, il frutto delle operazioni correnti verrà interamente usato per finanziare il deficit del conto delle operazioni capitali e della fuga dei capitali. Se la BCR ha in programma di aumentare le riserve, bisognerà svalutare il corso di cambio fino a 35 rubli per dollaro verso la fine dell’anno.
Il mercato azionario
    Dopo la crescita impressionante (dell’81%) delle azioni russe nell’anno scorso, i fondi cominciano a ricevere i nuovi soldi destinati al mercato russo. Nonostante che essi possano aumentare notevolmente la domanda delle azioni delle aziende russe, per ora è ancora presto per dire che i soldi abbiano già raggiunto il mercato: tutto fa pensare che gli investitori sperino che la situazione relativa ai prezzi diventi più favorevole.
    La liquidità delle azioni “secondarie” continua ad essere bassa, ma qui si sono già fatti notare alcuni “oggetti” attraenti per un acquisto a lungo termine. Uno di tali oggetti è presentato da azioni delle aziende regionali per le telecomunicazioni: in seguito al consolidamento i loro indici economici, oltre alla liquidità, miglioreranno. D’altra parte, sono in molti a stimare con molta cautela le prospettive delle aziende energetiche regionali: c’è il rischio che nel corso della ristrutturazione del settore esse possano perdere i loro attivi.

Il mercato delle obbligazioni
    A febbraio, i prezzi delle obbligazioni russe sono rimasti praticamente invariati. La veloce crescita dei prezzi all’inizio dell’anno ha ridotto notevolmente l’attrattiva delle obbligazioni sovrane russe per gli investitori stranieri, e li ha costretti a cercare investimenti più attraenti. Fra le obbligazioni nominate potrebbero trovarsi in un prossimo futuro quelle di emittenti corporativi. La differenza nella redditività tra queste e le obbligazioni della Federazione Russa continua ad essere circa del 2%-il 3%, ma nei prossimi mesi essa potrà ridursi.
    Dal punto di vista degli eventi mondiali, il newsmaker numero uno è sempre l’Argentina. L’11 febbraio si è svolta la prima asta monetaria con il nuovo regime valutario (il peso fluttuante), alla quale il cambio della valuta argentina è subito caduto fino a 2,3 pesos per un dollaro, rispetto al corso paritario che si manteneva prima della crisi. Ora la questione più importante è questa: riuscirà l’Argentina a conseguire una reale svalutazione della sua valuta, rendere l’industria più competitiva ed evitare la riduzione del PIL nel 2002, oppure la spirale inflazionistica coinvolgerà il Paese in una recessione? Come abbiamo scritto in precedenza, le prospettive delle obbligazioni russe dipendono direttamente dalla situazione in America Latina: quanto più rapida sarà l’Argentina nella ricostruzione della propria economia, tanto più presto inizierà il deflusso dei mezzi dagli strumenti finanziari russi, che adesso appaiono già abbastanza cari.

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