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Numero 5(85)
Berlusconi al Cremlino

    La diplomazia internazionale e l’etichetta richiedevano gli omaggi ufficiali del nostro paese allo “zar” del popolo, dal pololo unanimamente eletto.
    Silvio ritiene ed ha dichiarato si sia trattato di un impegno al quale ha atteso piacevolmente, di un lieto rieder a contrade ormai care, e che con piacere abbia rivisto l’ormai ”amico carissimo” (si intende ovviamente il neo-rieletto Vladimir Vladimirovich). Del resto non ha mai fatto mistero a nessuno della sua grande simpatia per la Russia e per le sue atmosfere un po’ retro’, un po’ letterarie. Ma si sara’ trattato davvero di un soggiorno rilassante? In tutto due giorni, durante i quali, come impone la creativita’ italiana, o forse l’antica tradizione russa ed asiatica, o piu’ probabilmente il tempo tiranno, come volete insomma (in tutto due giorni), di tutto si e’ parlato e tutto si e’ mescolato, tutto insieme in un gran calderone. Economia, politica, burocrazia insidiosa, terrorismo, welfare. Una minestra nella quale i sapori si confondono ed amalgamano, un quadro abbastanza fedele delle contingenze internazionali. Una minestra che Putin vorrebbe assolutamente sapesse di rublo, e Berlusconi di Euro. Una minestra alla quale sarebbe necessario togliere quel selvatico di tritolo, che affiora ogni tanto in retrogusto, e neanche poi tanto retro, e ne rovina l’aroma. Per iniziare, non e’ semplice ammorbidire il presidente russo su una questione cosi’ delicata come l’ingresso dei paesi dell’ex-blocco comunista nell’Unione Europea. Non sono bruscolini, i profitti che la Russia andra’ a perdere in conseguenza di cio’. Senza contare l’orgoglio russo, o meglio, ex-sovietico, di doversi sentire dare da quegli ex-barbari delle Gallie degli ultimatum sul mantenimento degli accordi presi. Parliamo di Germania e Francia, ovviamente, che purtroppo, dura confessarlo, trainano il carretto europeo, e che recentemente guardano la Russia di traverso. Ma non ci si puo’ lamentare, perche’ le cose stavano anche peggio, prima che l’Italia, e nella fattispecie il Silvio nazionale, decidessero di prendere le parti della Russia a Bruxelles, tentando di avvicinarla all’Europa.
    Silvio Berlusconi e Sig.ra Rebuzzi Ed il lavoro fatto in tal senso, specie nel semestre di presidenza italiana del 2003, e’ ingente. Sarebbe bello, secondo Berlusconi, vedere la nascita di un “Impero Europeo” - basato sui rapporti commerciali, s’intende, non politico – che comprendesse il Vecchio Mondo, la Russia, l’Asia, la Cina, e l’Africa Settentrionale. Ma il progetto resta tarpato dall’EU, ancora coi piedi per terra e sul chi va la’ per tutto cio’ che rimane oltre i propri confini. Si lambisce en passant anche l’argomento NATO, nella quale Berlusconi auspica anche la Russia faccia il suo ingresso. Sottolinea come cio’ non sia obiettivo conseguibile a breve termine, ma sia comunque nell’interesse di tutti impegnarsi per raggiungerlo. E specialmente all’indomani di un potenziale peggioramento della situazione in Medio Oriente, che renderebbe necessario un intervento piu’ radicale da parte della coalizione, e nello stesso tempo la partecipazione obbligata di molti piu’ paesi. Prospettiva che molti gia’ contemplano, ai vertici della politica mondiale. Ma anche su questo, al Cremlino si glissa. Berlusconi puo’ solo annuire convinto alle parole dure di Putin nei confronti del terrorismo durante la conferenza stampa: “I russi non tratteranno con i ceceni proprio come gli occidentali non tratteranno con Bin Laden”. Anche se e’ chiaro che a Putin sta a cuore soprattutto quello “domestico”, di terrorismo, meglio che niente; l’importante e’ il pensiero. Anche Balcani, Medio Oriente ed Afganistan appena sfiorati. Ben piu’ interessanti sono per Putin le questioni economiche, cardinali all’interno del suo programma di risanamento, e per le quali e’ stato alla fin della fiera rieletto dai russi. “Stabilnost’ e razvitje!”. A tutti i costi. La rivalutazione del rublo. La crescita della ricchezza e l’abbassamento della percentuale di popolazione povera agli “standard internazionali”. E forse anche a Berlusconi i temi riescono piu’ graditi. L’Italia giuoca qui un ruolo chiave. E’ il secondo partner commerciale europeo (ed il terzo mondiale) della Russia. Basti pensare al “goluboj potok”, il “Flusso Azzurro”, nuovo gasdotto che dalla Russia arriva in Italia ed altri paesi europei passando dal Mar Nero e dalla Turchia. Ma anche alla fornitura in quantita’ di petrolio e derivati, metalli, legname e derivati, ed altre materie prime delle quali la Russia (o meglio, la Siberia) e’ ricchissima, oltre che grasso da concia e prodotti chimici.
    In contropartita, affolla gia’ da qualche anno le vetrine di Mosca il Made in Italy; dall’abbigliamento agli elettrodomestici, dall’arredamento ai materiali da costruzione. Generi di largo e medio consumo che servono ad una nazione giovane ed in espansione come la Federazione Russa, dove si ha praticamente bisogno di tutto, e dove sempre piu’ vige l’imperativo “ex-novo”. Secondo il Ministero russo per lo Sviluppo Economico, l’interscambio commerciale tra Russia ed Italia ha prodotto nel 2003 circa 10,9 miliardi di dollari, contro i 9,7 del 2002, con una crescita quindi del 12,7%. L’export Russo e’ cresciuto del 14,4%, sino a 8,5 miliardi di dollari, mentre l’import del 7,3%, per 2,4 miliardi. Berlusconi e’ a conoscenza delle infinite possibilita’ di business per i nostri qui. “L’economia russa e’ in forte espansione: nei primi mesi di quest’anno lo sviluppo dell’economia russa e’ stato dell’8%. Le imprese italiane dovrebbero approfittare delle grandi opportunita’ connesse a tale sviluppo, specialmente le piccole e le medie aziende, che rappresentano il nostro “petrolio”” osserva il premier. E Putin dal canto suo e’ ben lieto del fatto che la prosperita’ economica dell’alleata Italia si possa tradurre in peso politico. A Bruxelles, si intende. Un’Italia economicamente piu’ stabile di quella che stiamo vivendo adesso potrebbe conquistare piu’ voce in capitolo nell’Unione Europea, andando a scardinare l’asse franco-tedesco che la fa da padrone, e purtroppo fino ad ora a svantaggio della Russia. Entrambi i leader si trovano d’accordo sulla necessita’ di sviluppare ulteriormente il volume d’affari della partnershaft italo-russa, agevolando in ogni modo investimenti e societa’. Il sottobosco di filiali e di piccole e medie imprese italiane pioniere in Russia ad esempio deve infittirsi, e contribuire a creare occupazione. Lo stesso Putin gia’ nel 2002 si era dichiarato a favore dello sviluppo dei cosiddetti circoli industriali italiani sul territorio russo. Si parla al Cremlino quindi dell’agevolazone degli investimenti commerciali, soprattutto nell’ambito dell’energia, dell’industria e dell’alta tecnologia. Si discute anche di questioni amministrative pratiche. In cantiere infatti sono la sottoscrizione degli accordi sulla semplificazione del rilascio visti per i cittadini di entrambi i paesi, ma in particolar modo per i russi. Molto presto si risparmiera’ loro l’ormai ben noto l’incubo burocratico da vivere (specialmente nelle ambasciate italiane) per riuscire a recarsi all’estero.
    Insomma, il tandem economico sembrerebbe costituire uno dei principali fattori di sviluppo delle relazioni tra Russia ed Italia. Berlusconi pero’tiene a sottolineare l’importanza che giocherebbero in tutto cio’ anche e soprattutto i suoi rapporti cordiali ed amichevoli con Putin, che egli definisce interlocutore franco e disponibile. Effettivamente si ha la sensazione che sotto sotto “Vladimir” si sia affezionato al nostro Cavaliere, che e’ uno dei piu’ grandi sostenitori del presidente tra i leader stranieri. Altrimenti ben diversa sarebbe stata la sua reazione in occasione della performance comica di Berlusconi allo stabilimento della Merloni, quando il premier italiano tenta scherzosamente di baciare “la piu’ brava e la piu’ bella operaia” della fabbrica, ma il suo tentativo allarma la ragazza, che si ritrae rigida e non sta al gioco. Russi scandalizzati, ed italiani divertiti. Putin soprassiede, perplesso ed un tantino imbarazzato. Cos’altro, se non perdonare al premier esuberante e birichino la bravata? Ad ogni modo Silvio si consola per l’arte sua incompresa con la superba ospitalita’ degli italiani di Mosca, organizzata dalla Sig.ra Rebuzzi, che e’ stata nominata nello scorso febbraio dallo stesso premier rappresentante russa dell’associazione “Azzurri nel Mondo”. Un’associazione che e’ nata da un’idea dello stesso Berlusconi, e che promuove la solidarieta’ e l’unita’ dei lavoratori italiani in Russia. Il presidente trascorre la piacevole serata organizzata all’hotel “Valchug Kempinski” in occasione della sua visita discutendo delle difficolta’ spesso incontrate dagli italiani in Russia, e delle loro possibili soluzioni. Emerge l’interesse al fatto che i lavoratori italiani si trovino bene, e che riescano a rendere al meglio. Dall’Italia infatti la Russia non importa solo merci, ma anche know-how, competenze tecniche, professionalita’, il tutto anche attraverso la collaborazione con gli italiani qui, che rappresentano non solo la loro industria e i loro prodotti, ma anche il loro modo di lavorare e la loro cultura.
    Nel complesso positiva, la visita del premier, anche se non cosi’ rilassante come le sue parole ed il suo sorriso potrebbero dare ad intendere. Anzi, a chi sa leggere sopra le righe, e vedere oltre il suo naturale ottimismo, risulta chiaro che il premier abbia maturato una visione lucida della situazione, e che si sia reso conto di quanta strada ci sia ancora da fare, nonostante sia ormai dato acquisito che Russia ed Italia “si siano incamminate insieme per la giusta via”.

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