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Numero 8(53)
Politici: un passo indietro

    Tredici poliziotti arrestati e un centinaio indagati.
    E’ il bilancio dell’azione condotta dalla magistratura di Napoli in seguito alle manifestazioni di protesta avvenute il 17 marzo del 2001 in occasione del Global Forum. Le indagini sono tuttora in corso e finora sono stati 5000 i fogli scritti dai giudici per motivare la loro scella. Subito si è levato un coro di proteste e indignazioni da parte dei politici della maggioranza, del capo della polizia De Gennaro e degli appartenenti al sindacato dei poliziotti: “Non si doveva arrivare a tanto, non era necessaria una simile azione, è stata un’esagerazione da parte dei magistrati. A Genova dopo i fatti tragici del G8, nel luglio scorso, i giudici di quella città sono stati più prudenti”. E’ vero. Non possiamo negare che i magistrati abbiano esagerato. Si poteva compiere le indagini senza azioni clamorose. Consideriamo che le Forze dell’ordine sono il baluardo della difesa interna di uno stato democratico, riscuotono la simpatia e l’apprezzamento della maggioranza dei cittadini, hanno una dignità e una tradizione da difendere. Il ministro degli interni Scajola ha detto con chiarezza che chi ha sbagliato deve pagare, però questo vale anche per i magistrati. Ha replicato il segretario diessino Fassino argomentando che la politica dovrebbe fare un passo indictro lasciando che i giudici facciano il loro mestiere. Fin qui nulla di strano nel panorama della politica nazionale del batti e ribatti se tale avvenimento si fosse limitato ad essere sulle prime pagine dei giornali per un tempo congruo, vale a dire qualche giorno. Invece sono 15 giorni che se ne parla e la vicenda sembra alimentare ancora veleni e rancori che non si spegneranno presto. Ci si chiede perché una simile indagine abbia sollevato un tale polverone, quando è normale che per mantenere l’ordine pubblico durante le manifestazioni, si arrivi a manganellare, picchiare, arrestare se il comportamento dei manifestanti non è proprio ineccepibile provocando reazioni violente dei poliziotti. E’ altrettanto vero che la polizia non guarda in faccia nessuno in quei momenti tanto da coinvolgere persone che per lavoro (giornalisti, fotografi, cineoperatori) o semplici curiosi, si trovano nel mucchio dei manganellati o arrestati. La risposita forse si può trovare se consideriamo che c’è tensione tra i poteri dello Slato (governo e magistratura), cioè tra il centrodestra, attualmente al potere e la maggior parte dei magistrati dichiaratamente di sinistra, sostenuta dalla minoranza del Parlamento, appunto di centrosinistra. La giustizia, alla fine, dovrà emergere stabilendo se i tutori dell’ordine hanno esagerato nel loro compito e verifìcando se i dimostranti arrestati avevano anch’essi la loro colpa. Tuttavia ci piacerebbe vedere un comportamento più univoco e prudente da parte dei giudici (vedi la differente linea adottata dai magistrati di Genova per il G8 del luglio scorso) per evitare che personaggi politici di spicco colgano queste occasioni per alimentare nuovi veleni nel panorama politico e si pongano come unici baluardi della democrazia. Che i politici vigilino pure, è anche il loro compito, ma lascino magistrati e poliziotti fare il loro mestiere.

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