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Numero 10(55)
Parità di diritti?
Alcune questioni relative ai diritti degli stranieri in Russia

Terza intervista. Il rapporto con la magistratura

    L’impero russo, da tempo ormai trapassato , ha lasciato in eredità, oltre ad altre “delizie” del totalitarismo, un atteggiamento sospettoso e diffidente verso gli stranieri, radicato nella mente dell’”homo sovieticus” già dall’epoca di Stalin, quando qualsiasi forestiero venive automaticamente annoverato fra le spie. Negli ultimi tempi, la partecipazione degli imprenditori stranieri alla vita economica della Russia è aumentata notevolmente. I dirigenti del Paese invocano gli investimenti ed invitano gli stranieri nella “Russia rinnovata”, ormai felice di accogliere cari ospiti venuti dall’estero. Ma come, in realta’, accoglie la Russia i suoi ospiti? Quali diritti dà alle persone che hanno creduto alle promesse e che sono arrivate in Russia per “fare affari”? E come gli stessi stranieri interagiscono con lo Stato, con il quale anche i suoi cittadini non sempre riescono a mettersi d’accordo?
    Cerchiamo di dare alcune risposte in una serie di interviste del Direttore responsabile di “Espresso” Lev Reznikov con Serghei Koltyghin, consulente legale appartenente al “Gruppo avvocati indipendenti” .


    L. Reznikov: Ora, Serghei, vuole parlare dei modi in cui gli stranieri possono usare le vie legali per difendersi dall’arbitrio dei funzionari o, diciamo, dei partner disonesti?
    S. Koltyghin: L’esperienza dimostra che i cittadini stranieri compaiono molto raramente davanti ai tribunali russi e principalmente hanno idee alquanto vaghe dei loro diritti e delle proprie potenzialità non realizzate.
    Succede spesso così: i diritti di un cittadino straniero vengono violati (nel campo della formazione, degli alloggi, tramite multe ingiuste e concussioni, ecc.), e lui allarga le mani impotentemente: “pazienza, sono in Russia”. Oppure, un imprenditore straniero, dopo aver subito l’arbitrio dei funzionari, concussioni o un “semplice” atteggiamento offensivo, dice tra sé: “ebbene, un giorno anche qui arriverà la vita normale e la democrazia”. Qualche altro forestiero magari subisce ricatti e minacce nella vita coniugale, che non avrebbe mai tollerato in patria, e per tutta risposta sospira: “che vuoi fare, sono straniero”, ecc., ecc. E’ vero certamente che la giustizia russa è lontana dall’essere perfetta, troppo lenta, spesso parziale e in alcuni casi addirittura crudele. Molte sentenze, a dir poco, sono discutibili, la competenza di tanti magistrati lascia desiderare, ecc. Tutto ciò, del resto, non vuol dire che bisogna rinunciare alla realizzazione della corretta, coerente e completa applicazione e salvaguardia dei propri diritti: gli stranieri in Russia, infatti, non devono solo sopravvivere. E’ possibile affermare addirittura che quello di conoscere la magistratura non sia un diritto, ma il dovere di qualsiasi persona che si rispetti. La legge russa concede ai cittadini della Russia e agli stranieri uguali possibilità nella tutela giudiziaria dei loro diritti e interessi legali. Agli stranieri è garantito il diritto di comparire davanti al tribunale ed altri enti pubblici per salvaguardare i loro diritti personali, familiari, patrimoniali ed altri.
    Dal punto di vista processuale ciò comporta per un cittadino straniero la possibilità di partecipare ad una causa civile come querelante, citato o terzo; questa persona non deve necessariamente risiedere in Russia.
    Da noi non ci sono limitazioni o condizioni che predeterminano l’istanza al tribunale da parte di uno straniero (in alcuni altri Paesi un forestiero, prima di presentare un’istanza deve versare una cauzione per coprire le spese processuali).
    Con alcuni Stati si stipulano speciali convenzioni internazionali sull’assistenza legale nelle cause civili. In conformità a tali convenzioni, i cittadini di uno Stato godono sul territorio di un altro Stato, nei confronti dei loro diritti personali e patrimoniali, della stessa salvaguardia di cui godono i cittadini nazionali. A parte i tribunali, possono presentarsi davanti al giudice, uffici notarili, altri enti giustiziali. Il nostro Paese aveva stipulato tale convenzione con l’Italia già nel 1979, con la Finlandia nel 1978, con Siria, Cipro, Tunisia, nel 1984.
    Va rilevato che il dazio statale, riscosso dai tribunali russi per l’esame di vertenze civili, è abbastanza basso, il che rende meno penosa l’istanza al tribunale.
        L.R.: Qual è, quindi, la situazione di uno straniero nei confronti del sistema processuale russo, dal punto di vista dei suoi diritti e impegni?
    S.K.: Uno straniero, in primis, è il partecipante al processo i cui diritti sono uguali a quelli di un cittadino russo. Questa norma vige nei confronti dei tribunali della giurisdizione generale e dei tribunali arbitrali, tenendo conto di limitazioni ammesse, dovute alle limitazioni analoghe introdotte da un altro Stato.
    Se uno straniero non sa la lingua che si usa durante il processo, ha il diritto di prendere conoscenza dei materiali del fascicolo penale tramite traduttore, nonché parlare in lingua madre. In alcuni casi, le funzioni del traduttore possono essere svolte dal console, in base alle convenzioni internazionali consolari.
    Uno straniero, inoltre, può seguire l’andamento del processo non solo di persona, ma anche tramite un suo rappresentante. In Russia, a differenza di alcuni altri Paesi, non esiste una rappresentanza obbligatoria, per cui gli interessi della parte interessata possono essere rappresentati da qualsiasi persona autorizzata, sia russa, sia straniera. Attualmente, la legislazione russa viene trasformata, per aumentare la qualità dei servizi legali (a luglio deve entrare in vigore la nuova legge “Sull’attività degli avvocati e sull’avvocatura”) e garantire che la rappresentanza legale sia svolta solo dai legali membri dell’Albo degli avvocati. Ora, dato che ciò non si è ancora avverato, le funzioni del rappresentante sono limitate solo dalla volontà del mandante. Le competenze del rappresentante sono determinate da una delega redatta in lingua russa, autenticata da un notaio. Una delega per condurre procedimenti giudiziari a nome di una persona giuridica non richiede l’autenticazione notarile: è sufficiente certificare le competenze del rappresentante con la firma del dirigente, accompagnata necessariamente dal timbro dell’azienda. Queste esigenze non si estendono al console che, in forza del suo status ufficiale, può rappresentare (senza delega) gli interessi del Paese che l’ha designato, davanti ai tribunali, come davanti ad altri organi di potere del circondario consolare. Le convenzioni consolari che contengono le norme suindicate, sono stipulate dalla Russia con la maggior parte degli Stati, compresa, certamente, l’Italia.
    Qualora al processo partecipi un rappresentante, la presenza dello stesso straniero non è necessaria (a meno che il tribunale che esamina il caso non decida diversamente).
        L.R.: Serghei, potrebbe fare qualche osservazione pratica?
    S.K.: L’entità dell’onorario di un avvocato per la conduzione di una causa civile è prettamente individuale e dipende dalla situazione concreta, ma in media costituisce da $500 a $1500. L’onorario come percentuale del ricavo ottenuto si paga solo in alcuni casi: questa forma del pagamento non si usa così spesso come in Occidente. Per l’assistenza legale durante il procedimento penale a suo carico, un cliente dovrà pagare approssimativamente $150 all’ora.
    I tempi dell’esame di cause civili variano, nella migliore delle ipotesi, da due a sei mesi, ma possono durare anche tre anni (certamente se il risultato più veloce di una causa non è ambito da istituti del potere). Qualora la parte contraria sia accompagnata da un bravo avvocato che mira a mandare per le lunghe al massimo il processo e a concertare il rimando della sentenza relativa al caso, la procedura giudiziaria può essere prolungata praticamente all’infinito.
    Ognuno deve decidere da solo, quale avvocato scegliere. Solo a Mosca funzionano circa 1000 studi e consulenze legali; la qualità di servizi, forniti da essi può variare tanto. Le società straniere più note, ad esempio (come Allen&Overy, Clifford Chance, Freshfields, Andersen Legal), lavorano con gruppi transnazionali e con pochissime aziende russe d’élite. I loro servizi costano centinaia di migliaia di dollari. Le fatture presentate di solito non vengono discusse, né corrette dai clienti.
    Costano meno i servizi di società come Norton Rose, Lovells, SJ Berwin and May (il costo medio della conduzione di un processo d’arbitraggio costituisce 30-40 mila dollari).
    Funzionano con successo le società russe che hanno riunito nel loro organico i legali praticanti più bravi (come la Whales Legal). Il loro livello di competenza non è più basso di quello delle società legali occidentali: anche la qualità dei loro servizi, di conseguenza, è abbastanza alta. La conduzione di una causa d’arbitraggio costerà al cliente circa 10 mila dollari.
    La maggior parte di società legali russe lavorano con clienti russi, con privati, imprenditori, piccole aziende che non hanno propri reparti legali e avvocati. Queste società sono caratterizzate dalla mancanza di una netta specializzazione, di qualche programmazione, dall’incertezza circa il costo dei servizi, dall’impossibilità di controllare l’attività di alcuni loro esperti. Tuttavia, molte società legali russe diventano sempre più professionali, fanno crescere il livello di competenza dei propri esperti, invitano, per la collaborazione, gli avvocati occidentali più bravi (che accettano volentieri).
    Come ha detto uno dei partner della Baker&McKenzie’s, “…non esiste un altro posto al mondo, come la Russia, in cui il lavoro sia così interessante per un legale. Dal punto di vista professionale, lavorare qui è tanto complicato, quanto interessante”.

S.V. Koltyghin, Consulente legale del Gruppo autonomo di avvocati (Mosca)
tel.: (095) 782-40-24, 152-1468, 505-4328, 8-902-633-6995
e-mail: legat@km.ru

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