Numero 17(62)
A tu per tu con Dario Rivolta
E’ stato Segretario di Berlusconi ai tempi della Fininvest, e con il Presidente del Consiglio ha conservato una frequentazione che ha FORSE il sapore dell’amicizia.
Al punto che, quando alla fine della chiaccherata, gli chiedo chi “gestisca” i forzisti all’estero mi dice che c’è “l’associazione Azzurri nel mondo, ha anche un sito: www.azzurrinelmondo.it”, ma chi ne è il responsabile?
“Il Presidente è Silvio Berlusconi”.
Sì, d’accordo, ma visto che lui non se ne può certo occupare in prima persona…
“C’è un Vicepresidente Vicario!”
E chi è?
“Io”.
L’io in questione è Dario W. Rivolta, già Coordinatore di Forza Italia in Lombardia e oggi, oltre che Vicepresidente Vicario degli Azzurri sparsi nel mondo Vicepresidente della Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati e, soprattutto, Responsabile del Dipartimento Politica Estera del partito.
Della Russia? Cosa ne pensa………..
“Che sta cominciando una nuova era…grazie ad un nuovo ordine sia politico che economico”.
Grazie a Putin? Grazie anche a Gorbaciov?
“Prima di Putin c’era un disordine assoluto. Gorbaciov è stata una pagina nera della storia Russa, mentre Yeltsin era isolato, incapace di opporsi agli oligarchi di allora che scorrazzavano a destra e a manca.”
Le cose sono cambiate?
“Sì, da quando c’è Putin, grazie al largo consenso che ha dentro e fuori la Duma. Finalmente si vede quella che sarà la Russia del futuro. Il potere non è ancora gestito secondo gli schemi occidentali, c’è ancora del cammino da compiere sulla strada della democratizzazione dello Stato.”
La vicenda cecena?
“Non è possibile comprenderla con gli occhi occidentali. Per capire quello che succede bisogna capire il fenomeno osservandolo con gli occhi di un Russo. E’ un conflitto secolare che si è nutrito con la diffidenza reciproca, l’animosità continua fra i due popoli. Il problema è il transito delle materie prime. Il territorio ceceno è strategico nel Caucaso, mi pare impensabile che Mosca possa rinunciarvi, e poi non vedo proprio quelle popolazioni, da sole, di che potrebbero sopravvivere? Non possono certo diventare un nuovo Lussemburgo!”
I rapporti fra Italia e Russia?
“Ottimi, anche perché è ottimo il rapporto fra il Presidente Russo ed il nostro Presidente del Consiglio. E poi non c’è concorrenza fra le due nazioni, siamo paesi complementari, e i Russi hanno uno spirito, una mentalità che li avvicina molto a noi Italiani.”
Un governo di centrosinistra dialogherebbe meglio con Mosca?
“No, non meglio, uguale. Semmai ci potrebbero essere persone che magari avrebbero qualcosa da farsi perdonare per la propria compromissione con l’ex sistema sovietico.”
La sua esperienza personale?
“Ho lavorato in Russia, con i Russi, con le aziende russe per tanti anni, soprattutto dall’86 in poi, è stato emozionante assistere al cambiamento del paese…Certo, ci sono state anche difficoltà, ma nulla di diverso da quanto può accadere in qualunque altro paese straniero. E’ stato allora che ho avuto anche modo di conoscere personalmente Putin, all’epoca era Vicesindaco di San Pietroburgo, quando era Sindaco Sobciak”.
Dove può esserci maggiore interscambio fra i due sistemi produttivi?
“Dall’acciaio all’audiovisivo, di cui mi occupavo in quel periodo, ci sono possibilità infinite.”
Consigli?
“Per un’azienda italiana che voglia muoversi sul mercato russo quello di aprire un ufficio a Mosca e operare da lì. E se vuole arrivare su tutto il territorio anche più di un ufficio in aree geografiche differenti. Per certi versi, anche per una questione di dimensioni, è più facile per un Russo operare in Italia che viceversa.”
Un settore…un prodotto…
“Guardi, per non essere scontati, dall’Italia verso la Russia suggerirei di operare alle aziende che operano nel settore odontoiatrico. Potrebbe sembrare bizzarro, e magari nessuno ci pensa, ma ci sarebbero ampie possibilità, e poi tanti beni di largo consumo: mobili, elettrodomestici…”
E dalla Russia verso l’Italia?
“Sarò ancora più originale! Il triski: è un patè di fegato di merluzzo, squisito! Credo che i prodotti alimentari russi potrebbero avere successo da noi. E poi ci sono altre cose, prima parlavo dei mobili italiani, i russi possono fornire alle nostre aziende degli ottimi semilavorati”
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