Numero 15(79)
Strage a Nassiriya
Un camion carico di esplosivo si lancia contro la base dei carabinieri italiani a Nassiriya: 27 morti, 79 feriti.
Il pomeriggio del 12 novembre un’autocisterna guidata da due kamikaze ha forzato il posto di blocco all’entrata della base ed è esplosa. Subito dopo ha avuto luogo anche un’esplosione al magazzino delle munizioni. E’ stata una delle azioni più clamorose della resistenza irachena dopo il crollo del regime di Saddam Hussein.
Secondo le ultime informazioni, in seguito all’attentato contro i carabinieri a Nassiriya (Iraq) sarebbero morte 27 e ferite 79 persone. Tra i morti ci sono 18 italiani e 9 iracheni, tra i feriti, rispettivamente, 20 e 59.
Nel momento dell’esplosione, nella palazzina in cui risiedevano i carabinieri italiani in missione in Iraq potevano esserci circa 300 persone, ha comunicato Guido Bellini, il comandante dell’Arma dei Carabinieri, arrivato al Quirinale per informare sull’incidente il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.
Oggi in Iraq sono dislocati 2500 soldati italiani, di cui la maggior parte si trova appunto a Nassiriya. I carabinieri italiani, acquartierati a Nassiriya, sono subordinati ai militari britannici.
I militari italiani in Iraq partecipano al pattugliamento del territorio, provvedono al funzionamento dei posti di blocco e allo solgimento di operazioni umanitarie.
Il Presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi segue attentamente lo sviluppo della situazione. E’ in contatto continuo con il Ministro della difesa Antonio Martino e con il comandante dell’Arma dei Carabinieri Guido Bellini. Il Parlamento italiano ha sospeso la sua attività, in segno di lutto, aspettando informazioni dal Governo in merito ai fatti tragici di Nassiriya.
L’attentato terroristico contro la base dei carabinieri italiani di Nassiriya ha dato una spinta a nuove polemiche politiche, inerenti alla legittimità della presenza militare italiana in Iraq. L’opposizione alza il tono, rivendicando che l’Italia, come presidente attuale dell’UE, chieda di passare immediatamente all’ONU tutte le competenze, relative all’amministrazione dell’Iraq.
Il 13 novembre, gli esponenti di tutti i partiti e di tutte le tendenze politiche dell’Italia si sono riuniti per dare omaggio alla memoria dei caduti. Le corone funebri sono state deposte al monumento sotto il museo dei carabinieri di Roma. Tante persone sono arrivate allo Stato maggiore dell’Arma dei Carabinieri, per esprimere condoglianze e compassione ai parenti e ai colleghi dei caduti.
La missione italiana in Iraq continuerà nonostante l’attentato terroristico, ha confermato, subito dopo il fatto tragico, il premier dell’Italia Silvio Berlusconi. E infatti, altri 50 carabinieri del 1 reggimento Tuscania sono partiti per l’Iraq il giorno dopo l’attentato.
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