Numero 5(85)
ZAO BANCA INTESA:
l'inizio di un'era finanziaria nuova?
Finalmente Berlusconi, durante la visita a Mosca alla presenza del primo Ministro Michail Fradkov, taglia il nastro della " Zao Intesa Moskva ", filiale moscovita di "Intesa", una delle piu' grandi banche italiane, con un attivo di 300 miliardi di Euro, ed ora prima banca italiana con licenza operativa in Russia. Sono raggianti, il presidente di Banca Intesa Giovanni Bazoli e l'amministratore delegato Corrado Passera. Bazoli spiega come la nascita di Zao Banca Intesa sia il frutto di un lungo, strategico lavoro di coordinazione e sviluppo iniziato gia' negli Anni 60, a partire dai quali la banca milanese ha segnalato la propria presenza in Russia con varie, frequenti iniziative e con un volume di investimenti pari a 2 miliardi di dollari. "Mancava per le imprese italiane un punto di riferimento importantissimo, ed e' quello che si e' realizzato oggi con l'apertura di una banca italiana pienamente operativa, la quale sara' anche un punto importante di supporto per quelle imprese russe che vorranno operare in Italia", osserva il premier italiano Berlusconi. Attraverso Banca Intesa nel 2003 e' stata effettuata la meta' di tutte le transazioni commerciali tra la Russia e l'Italia, circa 5,5 milardi di dollari. L'inaugurazione di "ZAO Intesa Moskva" costituisce un grande traguardo, inserito in un progetto piu' ampio di consolidamento dell'operativita' di Banca Intesa nel Centro e nell'Est Europa. Il piano industriale prevede come obiettivo il raggiungimento in queste aree di 6 milioni di clienti, E Banca Intesa e' gia' sulla buona strada. Ha aperto infatti proprie filiali in Croazia, Slovacchia e Ungheria, ed uffici di rapresentanza a Varsavia e Belgrado. Senza contare che si appresta, come altre banche italiane e straniere, ad acquisire pacchetti azionari di controllo di banche russe. Gli esperti occidentali stimano che la Russia risulti molto appetibile per le attivita' di investimento bancario. Sono gia' presenti nel paese circa 30 filiali di banche ed istituti di credito stranieri prestigiosi. Ad esempio l'americana Citibank, o l'indiana State Bank of India, ed ora la filiale di Banca Intesa, olte che una delle piu' importanti banche scandinave, la svedese Svenska Handelsbanken. I "pellerossa" della situazione, ovviamente, non riservano allo straniero accoglienza calorosa, e difendono i loro interessi come possono. Ma come provare compassione per l'ardito speculatore? In Russia per esempio si assiste ad un fenomeno a dir poco scandaloso. La sorgente primaria di guadagni per le banche nazionali e' costituita proprio dal credito effettuato attraverso il denaro straniero, denaro che esse si procurano al 6% di tasso di interesse, e che rivendono qui in Russia al 10%. Con l'arrivo delle banche straniere i loro profitti subirebbero bruschi tagli, e cio' le obbligherebbe ad ingaggiare una lotta per la sopravvivenza che sanno perfettamente sarebbero costrette a perdere, ed in bruttezza, non potendo reggere il passo con banche piu' ricche e con molte meno pretese nei confronti della clientela. Infatti la popolazione non sta certo dalla loro parte. Non vede l'ora di poter ottenere servizi a prezzi piu' contenuti e crediti ad interessi piu' bassi. Per non parlare delle piccole e medie imprese straniere qui in Russia, come quelle italiane, ad esempio, che con maggiore fiducia si rivolgono agli istituti connazionali. Le prime vittime della concorrenza sarebbero proprio le banche piu' piccole, ed in citta' grandi come Mosca o Pietroburgo, obiettivi primari nel mirino dei grandi istituti di credito esteri. Per questo motivo, con la scusa che "la Russia deve possedere un sistema bancario autonomo " le banche ed i principali istituti di credito in Russia impediscono a quelli stranieri di mettere piede "nel loro territorio ", facendo di tutto per bloccare o quantomeno rallentare sino all'esasperazione il processo di " colonizzazione ". Come ? E' semplice. Attraverso la burocrazia, grande, geniale quanto letale arma della statalita' russa. Di fatto, non esiste nessuna legge che vieti di aprire filiali alle banche estere qui in Russia. Ma il processo e' regolato dalla Banca Centrale di Russia, che ha elaborato cosi' tanti cavilli e trappole amminstrative, ed assume un atteggiamento talmente repressivo nel controllo del flusso dei capitali, che, nonostante tutte le nuove e vantaggiose leggi finanziarie, i nuovi arrivati, sfiniti dalle battaglie, perdono molto del loro spirito imprenditoriale. Per il momento la provincia e' salva, o per lo meno lo sara' per piu' tempo rispetto alla capitale o ai grossi centri. Il " protezionismo " bancario russo tuttavia ha vita breve. Il salvagente del cartello risparmiera' le banche russe dal naufragio solo fino al 2007, quando volenti o nolenti, come da accordi internazionali dovranno adeguarsi al sistema bancario mondiale. Perderanno progressivamente punti sia presso la popolazione, sia presso le imprese estere, che logicamente si rivolgeranno alle filiali connazionali. Si prevedono quindi grandi rivolgimenti nel settore, che andranno a vantaggio sia dei privati, sia delle industrie e dell'economia in genere.
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