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Numero 3(94)
L’inchiesta della Procura
L’attentato a Chubais sarebbe stato organizzato da nazionalisti russi


    Nuovi, inaspettati risvolti per il caso scandaloso dell’attentato del 17 marzo ad Anatolij Chubais, presidente della RAO “EES” (Sistemi energetici unitari), uno dei leader dei liberali russi.
    Oltre a Vladimir Kvachkov, il colonello in congedo della Direzione generale del servizio informazioni (GRU), che inizialmente era considerato dagli impiegati della Procura il “sospettato n. 1”, si sono trovati in stato di arresto anche gli ex paracadutisti Robert Yashin ed Aleksandr Najdenov. Ufficialmente indagato dalla Procura anche il figlio di Boris Mironov, l’ex ministro della stampa ed ultranazionalista. Ivan Mironov, figlio di Boris, è vicino ad un certo gruppo militarizzato di patriottici nazionalisti. Pare che, proprio come avevamo pronosticato, il polverone attorno a Kvachkov, “l’unico indiziato”, sia stato sollevato solo per far credere ai veri criminali che la procura stesse seguendo una pista diversa.
    Ora il quadro dell’attentato ricostruito in seguito all’istruttoria appare assai più verosimile, e come movente non c’è più l’antipatia personale di Kvachkov per Chubais, nata tempo fa quando egli era stato costretto praticamente a uscire fuori strada con la sua auto per far largo alla scorta di Chubais. Adesso emerge un altro movente: l’odio di un gruppo di ultranazionalisti nei confronti di Chubais in quanto fautore di riforme liberali. Va notato che l’attentato compiuto da questi personaggi si inserirebbe perfettamente nel trend degli ultimi anni, caratterizzati da omicidi ed atti terroristici ai danni di alcuni esponenti del movimento democratico e liberale: basti ricordare gli asassinii di Galina Starovoitova, Serghej Yushenkov e Vladimir Golovlev, deputatati democratici della Duma di Stato; la morte misteriosa di un altro deputato, Yurij Shekochikhin, molto somigliante ad un avvelenamento; l’omicidio di Nikolai Ghirenko, il massimo esperto in nazionalismo. Interessante anche il fatto che i paracadutisti arrestati appartengano al famigerato 45-mo reggimento dell’arma aviatrasportata, alcuni ufficiali del quale erano stati processati non molto tempo fa con l’accusa di aver ucciso nel 1994 Dmitrij Kholodov, giornalista del quotidiano “Moskovskij Komsomolets” (processati e assolti).
    Visto che, secondo alcune indiscrezioni, qualche mese fa dai vertici di governo sarebbe arrivato l’”ordine” di smascherare una “congiura nazista”, è possibile che, dopo gli esecutori dell’attentato possano finire agli arresti anche alcuni ideologi degli ultranazionalisti, comprese alcune personalità vicine al partito “Rodina”. Non a caso infatti la fazione parlamentare del partito si è affrettata a prendere le distanze da Ivan Mironov, figurante nelle liste elettorali di “Rodina” (l’allora alleanza) nel 2003. Unico neo nella teoria dell’istruttoria: i presunti esecutori dell’attentato, paracadutisti, esperti in mine ed esplosivi, per qualche motivo, non avrebbero tenuto conto del fatto che il presidente della RAO EES viaggia su una macchina blindata. D’altra parte, simili errori furono commessi anche dagli organizzatori molto avveduti degli attentati al generale De Gaulle negli anni ‘60.
    Se le prove raccolte dalla Procura sono sufficienti, entro poco tempo a Mosca potrebbe iniziare il “processo del secolo”. I patriottici nazionalisti che si sono già messi ad inneggiare a Kvachkov sui loro siti internet potrebbero peraltro cercare di sfruttare il processo come tribuna per la diffusione delle loro idee.

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