Numero 6(97)
La Russia costosa e "malavitosa" diventa troppo cara per i turisti stranieri
Nei primi sei mesi del 2005 il flusso turistico in Russia si e ridotto dell'11%
ÇUn deficit quantificabile, cioè di 100 mila persone, di cui circa il 70% costituito da turisti cinesi, finlandesi e polacchi, che venivano nella FR per motivi commerciali, ha detto il 7 ottobre all’Interfax Vladimir Strzalkovskij, il direttore dell’Agenzia federale per il turismo. Ad esprimere preoccupazione per la riduzione del flusso turistico in Russia è stato anche Sergej Spilko, il presidente dell’Associazione russa dell’Industria turistica. Durante la conferenza stampa che ha tenuto presso la sede dell’agenzia Interfax, Spilko ha sottolineato la necessità di adottare delle misure urgenti per correggere tale situazione.
A detta di Spilko, una riduzione nel numero di turisti in Russia si registra ormai da 6 anni. “Nel 2004 il numero di arrivi di turisti stranieri in Russia rispetto al 1999 è diminuito del 6,9% e rispetto al 2003 del 9,2%”, ha detto il dirigente.
La riduzione maggiore nel numero di turisti nell’ultima stagione estiva (del 20%-25%) si è registrata per quanto riguarda le mete classiche, come San Pietroburgo, Mosca, l’”Anello d’oro”.
Secondo Spilko i motivi di ciò sarebbero prevalentemente economici. Si tratta, in particolare, dell’aumento dei prezzi dei servizi principali che fanno parte del pacchetto turistico, del numero insufficiente di alberghi moderni di classe turistica nelle provincie, della scarsità di pubbliclità all’estero relativa alle possibilità turistiche offerte dalla Russia, nonché della mancanza di mezzi di trasporto moderni. “Il parco pullman è irrimediabilmente obsoleto. E le navi da crociera sono diventate una specie di museo galleggiante”, ha osservato Spilko.
Altro deterrente sono poi gli attentati terroristici, nonché il livello nazionale di criminalità. “Se non si risolvono questi problemi, sarà semplicemente impossibile sviluppare il turismo “entrante””, ha ribadito il capo dell’Associazione russa dell’Industria turistica.
Secondo lui, per far aumentare il flusso di turisti in Russia sarebbe necessario anzittutto ridurre i dazi doganali per l’importazione di aerei esteri, abolire i dazi di importazione per i pullman moderni, nonché aumentare le spese per la pubblicità non commerciale del turismo in Russia. “In Francia il bilancio statale devolve oltre 60 milioni di euro per la pubblicità non commerciale, mentre in Russia solo 3 milioni di euro. Con tali cifre è inutile entrare nel mercato internazionale, sono più o meno come in Romania”, ha affermato Spilko.
La Russia è troppo costosa per gli stranieri
E’ d’accordo con Spilko, a grandi linee, Vladimir Kantorovich, il vice presidente dell’Associazione dell’Industria turistica. A sua detta, il flusso turistico dall’Europa Occidentale in Russia si sarebbe ridotto anzittutto per il fatto che i tour sono troppo cari. “Oggi anche il prezzo di costo di servizi turistici per i tour-operator supera il margine di solvibilità dei cirttadini dei Paesi occidentali”, ha detto Kantorovic durante la conferenza stampa del 6 ottobre tenuta presso la sede dell’Interfax. “Volendo, quei soldi li possono trovare, ma non li pagheranno, avendo una scelta enorme di offerte assai più vantaggiose dall’Europa dell’Est”, ha aggiunto.
In particolare, a detta di Kantorovich, il prezzo del classico tour Mosca - San Pietroburgo di sette notti e otto giorni negli ultimi quattro anni è aumentato di 2-2,5 volte, e ora costerà ad un europeo da 1300 a 1400 euro, mentre un viaggio analogo in Rep. Ceca o in Ungheria costa da 500 a 700 euro a persona.
Kantorovich ha rilevato che il prezzo del pacchetto turistico in Russia cresce in seguito a diversi fattori. In particolare, in quattro anni, il costo di un biglietto ferroviario Mosca – San Pietroburgo è aumentato da 30-40 dollari a 80 dollari, il costo dei biglietti dei musei più importanti è aumentato di 3 o 4 volte, l’aumento annuo del costo del vitto e del pernottamento raggiunge il 20-25%.
Secondo lui, il desiderio di visitare la Russia è scemato anche per via del costo esagerato dei visti d’ingresso, nonché delle lungaggini nella loro formalizzazione. Un russo per andare in Israele deve pagare 17 dollari, mentre ad un israeliano che vuole venire in Russia toccherà pagarne circa 140.
“Ma un israeliano con 140 dollari compra un biglietto aereo di andata e ritorno per l’Ungheria o per la Rep. Ceca. Entrambi i Paesi, poi, hanno abolito i visti per Israele. Di conseguenza, negli ultimi tempi, il flusso turistico da Israele in Russia si è ridotto circa del 60%, ridistribuendosi principalmente tra i Paesi menzionati”, ha detto Kantorovich.
Una situazione del genere si nota, a sua detta, anche nella parte orientale del Paese, ed è relativa al turismo giapponese; i giapponesi preferiscono sempre più la Cina alla Russia. Così, secondo i dati dell’Associazione russa, dopo l’abolizione del visto d’ingresso per i giapponesi, i turisti nipponici in Cina ogni anno da 300-400 mila sono diventati quasi un milione e mezzo.
Un altro problema del business turistico russo rilevato da Kantorovich sta nel fatto che molti pagamenti per i viaggi in Russia vengono effettuati all’estero. Ciò succede più spesso, secondo lui, in Cina e in Corea del Sud. Anzi, visitando la Russia, i cittadini di questi Paesi sono serviti prevalentemente da agenzie coreane o cinesi, la maggior parte delle quali opera in Russia senza avere la licenza.
“E poi, i locali e gli alberghi frequentati dalla maggior parte di loro appartengono ancora a cittadini cinesi o coreani”, ha aggiunto Kantorovich. Tuttavia, a sua detta, con i Paesi occidentali non esisterebbe nessun problema del genere, perché in Russia in questa maniera “cercano di operare solo società di terz’ordine, da considerarsi non concorrenti, ma fuori legge”.
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