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Numero 6(97)
Intervista dell"Espresso Azzurro" al Primo Ministro di Malta, Lawrence Gonzi

    – Qual’è secondo Lei la qualità dei rapporti odierni tra Russia e UE?
    – Beh, è una relazione tra due forze economiche. L’Unione Europea per tutto quello che rappresenta, e la Russia come un paese che sta emergendo, con una sua rilevanza politica e un grande potenziale, ma che ancora affronta alcuni problemi.
    – Di che tipo?
    – Di tipo economico, di tipo infrastrutturale. È un paese grandissimo, un paese che ha sul suo territorio dieci fusorari. Un paese che ha dovuto comprendere e che sta ancora capendo e apprezzando la transizione enorme da un sistema che era centrista, comunista al sistema del mercato aperto e della competizione. È un paese quindi che si trova ancora in questa fase di transizione, ma che possiede un ingente potenziale. E la relazione tra l’Unione Europea e la Russia si pone in questi termini. Anche a livello politico, l’UE è interessata agli aspetti positivi di uno sviluppo della Russia, nel senso di una Russia che riconosca i diritti fondamentali dell’uomo, una Russia che riconosca l’importanza del “rule of law”, ossia della legge e della democrazia. La Russia però deve ricevere dell’aiuto per effettuare questa transizione in un modo che sia per la stessa positivo, perché uno sviluppo positivo per la Russia significa anche uno sviluppo positivo per l’Europa e per il mondo.
    – Quali sono in particolare le questioni ancora irrisolte, o i punti di contrasto tra la Russia e l’UE?
    – A livello politico la questione della relazione tra due interlocutori che devono prima di tutto riconoscere l’importanza del rispetto della democrazia e della libertà. Ci preoccupa un pò quello che sta succedendo in Cecenia. Ci preoccupa però d’altra parte anche la gravità degli attacchi terroristici che il governo russo ha subito negli ultimi tempi. E allora, ci si interroga su come gestire la tensione esistente in questa parte del mondo. Poi però ci sono delle questioni economiche, ad esempio quella dell’impatto che avrà l’entrata della Russia nel World Trade Organization, non solo per gli Stati Uniti, ma per tutti. Tuttavia io direi che quella tra la Russia e l’UE è una relazione stabile, positiva, costruttiva: non è caratterizzata da tensioni che bloccano la crescita di entrambe. Al contrario, io credo che sia una relazione che sta crescendo, che si sta sviluppando.
    – E lo stato delle relazioni culturali tra Russia ed Europa?
    – Anche questo è un aspetto molto importante. Io sono fra coloro che credono fermamente che i rapporti fra i Paesi crescano prima di tutto secondo il vettore delle loro relazioni culturali, e lo dico come Primo Ministro di Malta, un’isola nel mezzo del Mediterraneo che durante la storia ha allacciato fruttuose relazioni culturali con tutti i Paesi che la circondano. Il successo storico di Malta si è sempre fondato sulla nostra abilità nel convivere con le diverse culture e apprezzare tutto quello che la ricchezza della cultura porta con sè, e che viene trasmesso da un popolo a un altro. E allora le relazioni culturali tra l’Europa e la Russia (già ai tempi con l’Unione Sovietica) potrebbero essere anche più intense di quelle d’oggigiorno, è una cosa sulla quale si può costruire anche di più. La cultura russa è una cultura ricca, ricchissima, ed è relazionata anche direttamente alla storia europea: ci sono tante cose che la Russia e l’Europa hanno in comune sotto l’aspetto culturale. Anche lì allora c’è tanto da fare.
    – In particolare, come sono i rapporti tra la Russia e Malta, dal punto di vista commerciale, culturale, storico?
    – Ci sono dei buoni rapporti, che durano da tanti anni. A Malta c’è una presenza diplomatica russa molto forte, una comunità russa di circa trecento persone, su una popolazione maltese di 400.000, e un’attività economica russa rilevante, con potenziale di incremento. Gli imprenditori russi hanno molti interessi commerciali a Malta. Infatti Malta, situata in mezzo al Mediterraneo rappresenta un punto di riferimento estremamente conveniente e agevole per il trasferimento delle merci sui mercati interni dell’UE, ma anche su quelli del Nordafrica, e in particolare della Libia. Abbiamo intense relazioni commerciali e diplomatiche con i Paesi della costa africana, inclusa la Libia, che è un mercato che si sta aprendo. Malta offre quindi questo potenziale molto interessante appunto per i commercianti russi. Poi a Malta c’è sicuramente un turismo russo che sta crescendo, nel senso che il popolo russo sta riscoprendo quest’isola nel mezzo del Mediterraneo, la quale vanta legami con la Russia che risalgono ai tempi dello zar. Fin dal diciottesimo secolo infatti alcuni esponenti della famiglia imperiale russa dimorarono su quest’isola. Si tratta dunque di legami che vanno indietro nel tempo. Il nostro turismo comunque cresce in conseguenza di ulteriori fattori. Malta innanzitutto negli ultimi anni ha sviluppato un tipo di turismo specializzato, cioè rivolto ai giovani che desiderano imparare a parlare l’inglese. Noi abbiamo come prima lingua la nostra lingua maltese, che parliamo ogni giorno, ma come seconda l’inglese; durante questi ultimi 10 anni è cresciuto questo business, che propone Malta come località in cui si può venire per tre o quattro settimane non solo per beneficiare di un tempo e di un clima che normalmente sono molto belli, ma anche per imparare l’inglese. Quindi questo tipo di industria ha avuto un successo molto grande e anche i russi stanno scoprendo questa nuova realtà, che sta crescendo. Ma il turismo in genere a Malta è in forte sviluppo anche perché Malta ha una storia e una cultura molto ricca. Sulla nostra isola noi abbiamo i templi monolitici più antichi nel mondo, i quali sono ancora “free standing”, cioè che si possono visitare. Sono grandi blocchi di pietra ancora più antichi delle piramidi d’Egitto, molto più antichi di Stonehenge in Inghilterra; hanno circa 5000-6000 anni. Su un territorio di 400 Km quadrati si concentra una storia di 6000-7000 anni, in un’isola che è stata sempre al centro degli avvenimenti storici europei. Cinquecento anni fa per esempio l’impero turco, che voleva usare Malta come testa di ponte per invadere l’Europa, e che aveva assediato l’isola venne sconfitto dai cavalieri di Malta, famoso ordine molto importante che riportò questa vittoria fondamentale sull’impero turco. Interessante è anche la nostra partecipazione alla Seconda Guerra mondiale: Malta, strategicamente collocata in mezzo al Mediterraneo, era diventata la base navale della flotta inglese, che riuscì ad attaccare il trasporto di viveri dall’Italia alle coste del Nordafrica, dove Rommel teneva la sua campagna. Proprio per il contributo di Malta in quell’episodio della Seconda Guerra mondiale poi i nazisti non riuscirono a conquistare il Nordafrica. Dunque la storia e la cultura maltese è relazionata intimamente alla storia europea, e in un certo senso la rappresenta. Ed è una storia come già detto vecchia di 6000 anni, le testimonianze della quale si possono visitare su un territorio molto piccolo. Questo diventa per molti stranieri (e anche russi) un’esperienza turistica unica che si può fare soltanto a Malta, e non in altri Paesi.
    – Per quando riguarda il regime dei visti, qual’è la vostra posizione?
    – Noi abbiamo l’obbligo di seguire la procedura imposta dalle normative europee nel contesto degli accordi di Schengen. Naturalmente la questione dei visti è molto importante anche per facilitare le relazioni commerciali tra i Paesi e per il turismo. È necessario quindi avere un sistema efficiente e allo stesso tempo giusto che dia il visto o lo rifiuti secondo criteri giusti ed efficienti. Anche perché noi dobbiamo stare molto attenti, essendo quello che viene definito un Paese “border country”: Malta si trova sulla frontiera meridionale dell’Unione Europea, è il punto più a sud dell’ Europa. Come Paese di frontiera quindi dobbiamo prestare la massima attenzione con i controlli.
    – Avete grandi responsabilità in tal senso…
    – Sì, sì, anche se comunque le apprezziamo. Poi la posizione di Malta è molto delicata, perché proprio la sua posizione geografica è compresa all’interno di quel “corridoio” attraverso il quale transitano gli immigranti clandestini partendo dalla costa nordafricana per attraversare il Mediterraneo: molto spesso passano vicino a Malta, e allora noi, con le nostre risorse che sono molto limitate (noi non abbiamo una forza navale, non abbiamo una forza aeronautica) dobbiamo rimanere sull’attenti innanzitutto per controllare, ma poi anche per saper operare distinzioni e riconoscere coloro che sono sì immigranti irregolari, ma che risultano vittime di grandi tragedie nei loro paesi. Allora è necessario vagliare caso per caso con molta delicatezza.
    – Anche per voi c’è un problema di immigrazione clandestina? In Italia è veramente un grosso problema.
    – Sì, e per noi è anche più grande, perché Malta, ha una densità di popolazione (400.000 persone su 400 kmq) che è la terza più grande del mondo: ogni immigrante irregolare che finisce sulle nostre coste proporzionalmente è equivalente a 50 che finiscono sulla costa della Sicilia. L’altro anno abbiamo avuto circa 1500-1600 persone arrivate sulla nostra costa; moltiplicando questa cifra per 50, è come se ci fosse stata un’invasione di immigranti irregolari. 1500 è equivalente praticamente al 50% del tasso di natalità annua di Malta. Ciò crea disagi interni a Malta e delle tensioni che poi sono difficili da gestire. È per questo che noi stiamo pensando anche all’Unione Europea per darci una mano. Non possiamo risolvere questo problema senza l’aiuto dell’Unione Europea.
    – Quanto è legata Malta all’Italia?
    – L’Italia è il paese geograficamente ma anche culturalmente a noi più vicino. L’’Italia ha avuto grande influenza sulla cultura maltese, che rimane maltese, ma che è una cultura che ha vissuto a stretto contatto con la cultura e la storia italiana. Siamo simili anche per lo stile e il tenore di vita. Abbiamo sempre avuto intense relazioni politiche. Durante questi ultimi trent’anni l’Italia ci ha agevolato anche con aiuti finanziari. Abbiamo firmato con l’Italia 5 protocolli finanziari, ricevendo così fondi da impiegare in alcuni progetti infrastrutturali che hanno aiutato Malta a progredire. L’Italia ci ha dato tutto il suo appoggio per le prime fasi dell’ingresso di Malta nell’Unione Europea. Lavoriamo insieme nella dimensione mediterranea, abbiamo un interesse comune. L’Italia come Malta e come anche altri paesi del Mediterraneo riconosce l’importanza del Mediterraneo per la stabilità della religione, per il progresso economico dell’Europa, e riconosce il nostro comune interesse nel vedere una soluzione nel Medio Oriente… ci sono tante cose che ci accomunano.
    – Secondo lei, i buoni rapporti che si sono recentemente instaurati tra Russia e Italia influiscono anche di riflesso su quelli tra la Russia e Malta, o comunque tra la Russia e gli altri Paesi europei?
    – Beh, direi di sì. Giustamente noi siamo una comunità di nazioni, una comunità con un interesse comune, e perciò la crescita di una relazione positiva, concreta tra l’Italia ed altri Paesi è di beneficio anche per noi, perché viviamo in quest’area comune. Lo dico non soltanto per l’Unione Europea, ma anche per ciò che riguarda il Mediterraneo. Il progresso dell’Italia influenza positivamente anche noi.
Intervista realizzata da Kuke Weki

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