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Numero 7(98)
Se ne parla, e ora non piu' solo nei corridoi
LA GRANDE COALIZIONE
TUTTI NEGHERANNO, MA TUTTI SANNO CHE FORSE E' IL FUTURO


    La aveva buttata lì così, quasi per gioco, giocando a farsi capire al non averlo detto Giulio Tremonti, non uno qualsiasi: si potrebbe pensare ad una grande coalizione per il futuro. Lo aveva detto a “la Repubblica”, uno dei quotidiani italiani più autorevoli, e Tremonti è Vicepresidente del Consiglio, è nuovamente il Superministro dell’Economia, è Vicepresidente di Forza Italia almeno al momento dell’insediamento con (udite udite) delega ai rapporti con i media; tant’è che le sue apparizioni televisive, da allora, non si contano più. Si era preoccupata la Lega, con il cui leader, Umberto Bossi, Tremonti nel momento di maggior tensione fra lui e Silvio Berlusconi aveva cominciato a parlare di creare un partito del Nord, e subito Tremonti aveva fatto una garbata marcia indietro? deviazione? rettifica?
    Non è passato molto che dalle colonne di un altro autorevolissimo quotidiano, “il Corriere della Sera”, ha preso la parola l’ex Vicepresidente del Consiglio ed ex Segretario dell’UDC Marco Follini. “Le grandi coalizioni -aveva detto Follini- hanno profili diversi. Possono essere grandi paludi. Oppure vettori per la trasformazione del paese. In Italia c’è da ricucire il tessuto istituzionale. La DC non c’entra nulla, oggi ci sono due poli che nelle loro componenti centrali affermano istanze negate dalle rispettive estreme.” “Non metto certo -aveva poi proseguito l’ex leader UDC- la grande coalizione nelle bandiere elettorali. So bene anzi che d’ora in avanti sarà negata. Non sarò io l’avvocato difensore, anche perché se ne sono affacciati altri di maggior grido (Tremonti? ndr). Sotterriamo pure la grande coalizione in campagna elettorale ma subito dopo rialziamo lo sguardo: cosa c’è all’orizzonte?” Forse un quadrumvirato Formigoni / Casini / Rutelli / Veltroni con possibili Presidenti del Consiglio nel… diciamo 2008 o lo stesso Roberto Formigoni, oggi Presidente della Regione Lombardia, oppure Massimo Cacciari, oggi Sindaco di Venezia? Lo abbiamo scritto che non era ieri, e forse non si verificherà mai. Dipende da tante cose: da chi vince le elezioni e come, da quali riforme istituzionali ed elettorali verranno portate a compimento in questa legislatura e dall’eventuale esito di un eventuale referendum abrogativo all’inizio della prossima. Strada lunga insomma, la grande coalizione stile Merkel-Schroeder passa per la sconfitta di Berlusconi, la non tenuta della maggioranza di Prodi per le spinte della sinistra radicale composta dal PRC di Fausto Bertinotti, dal PdCI di Cossutta e Diliberto, dai Verdi di Alfonso Pecoraro Scanio, dallo stesso correntone DS di Cesare Salvi e Fabio Mussi, dalla percentuale parlamentare che avranno i centristi veltroniani compresi con il supporto dell’UdeuR di Clemente Mastella, dell’Italia dei Valori di Antonio di Pietro, dei “buoni” di AN e anche della Lega.
    E gli altri? cosa dicono? Prodi, che della grande coalizione sarebbe la vittima sacrificale, dice che “Berlusconi ha governato per cinque anni e ora ha cambiato la legge elettorale, ma se poi le elezioni non vanno bene facciamo la grossa coalizione. Beh no! Non prendiamo in giro gli Italiani. La grossa coalizione non ha senso nella politica italiana. Avevamo costruito adagio adagio un bipolarismo che dava finalmente stabilità all’Italia, adesso che la gente se ne è accorta cambia la legge, dopo di che si dice facciamo la grossa coalizione?”, Romano! Perché dici “avevamo”? consapevole che è un tempo orami passato?
    Un no secco arriva anche da Maurizio gasparri, ex Ministro delle Comunicazioni, uno dei Colonnelli di AN, troppo berlusconiano per starci per lui “le grandi coalizionisono la morte della politicae delle scelte e portano alla paralisi, come si fa a conciliare i programmi di due schieramenti contrapposti? L’esperienza di queste settimane in Germania ed in Israele stab dimostrando come siano fallimentari i tentativi di grande coalizione”, e un no arriva anche da Pecoraro Scanio, uno di quelli da cui, come detto prima, ci si aspetta la spinta a far cadere Prodi per poi lasciarlo fuori insieme agli altri scomodi della sinistra, per lui “questa non è la stagione per pensare a inciuci di alcun tipo. Le tentazioni neocentriste sono pericolose e vanno respinte con decisione”. Dai DS arriva la voce dell’ex Presidente del Consiglio, oggi Presidente del partito, Massimo D’Alema: “siamo disposti a fare una grande coalizione, ma solo con Follini, una delle poche persone che dice cose ragionevoli”, ma D’alema siamo sicuri che il quel progetto ci sarebbe, ci potrebbe stare da attore protagonista? difficile. Franco Monaco, prodiano scomodo nella Margherita di oggi e in una grande coalizione di domani, si domanda invece “se innovazioni e riforme possanovenire da un’ammucchiata che semmai promette immobilismo, nostalgia, compromessi al ribasso e all’indietro”. Voce fuori dal coro ma… ve ne stupirete? Quella di Clemente Mastella, Segretario dell’UdeuR: “credo sia scorretto parlare ora di grande coalizione. Non si può andare a chiedere il voto agli Italiani pewr una maggioranza e pensare poi di dar vita a una grande coalizione dopo le elezioni. E’ un’ipotesi che si può presentare, semmai, dopo il voto e si può arrivare a una soluzione del genere ma solo se ci sono motivi istituzionali o sommovimenti sociali che lo richiedono.” Tradotto in linguaggio istituzionale -come ampiamente previsto- se Prodi cade il Presidente della Repubblica ha l’obbligo di verificare se esista in parlamento una maggioranza che possa sostenere un altro governo e un altro Presidente del Consiglio affidando un mandato esplorativo a quello che, secondo lui, ha la possibilità di riuscire nell’impresa di coalizzare attorno a sé il 51% di Deputati e Senatori, se accadesse Mastella direbbe sì.
    Parla anche Maurizio Ronconi, Senatore UDC, e parla di “scarso rispetto nei confronti degli elettori. In un sistema democratico maturo governa chi vince, e se non ha una maggioranza autosufficiente chiede nuove elezioni politiche”, Ronconi si diceva, ma chi è costui?
    Pierferidando Casini, Presidente della Camera dei Deputati e leader dell’UDC? non pervenuto.
    I Ministri Rocco Buttiglione e Carlo Giovanardi, colonne storiche dell’UDC? non pervenuti.
    Gianfranco Fini, Vicepresidente del Consiglio, Ministro degli Esteri e Presidente di Alleanza Nazionale? non pervenuto.
    Francesco Rutelli, Presidente della Margherita? non pervenuto.
    Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia? non pervenuto.
    Ministri di scuola democristiana oggi in Forza Italia come Giuseppe Pisanu, Claudio Scajola o Enrico La Loggia? non pervenuti.
    Il Segretario dello SDI Enrico Boselli? ha troppo da fare a creare un nuovo soggetto politico con i Radicali di Marco Pannella.
    Ministri centristi di AN come Gianni Alemanno o Adolfo Urso? non pervenuti.
    DS moderati come il Sindaco di Roma Valter Veltroni? non pervenuto.
    Silvio Berlusconi? non pervenuto. O vince, e allora nulla si muove, o perde, e allora la grande coalizione che rovescia Prodi lo farebbe felice assai.
    Intanto se ne parla, si fanno simulazioni di scenari futuri, ma sia chiaro che le cose non stanno come dice Gasparri. Non si tratterebbe di conciliare gli opposti, ma di riunire chi stava insieme a chi ne era alleato. Tutto si potrà rinfacciare alla DC del passato, ma non si può negare che nel suo immobilismo c’era stabilità, semmai mancava l’alternanza. PCI e MSI a sinistra e destra erano sempre fuori, mentre a turno i Governi potevano contare su PSI, PRI , PLI e PDSI fermo restando che tutto ruotava intorno alla DC. La grossa coalizione non è forse voglia di DC, ma di pentapartito. Fuori le ali: PRC e AN, Verdi e Lega tanto per spiegarci, e dialogo fra vecchi amici.
    Ricordate? A Clemente Mastella chiedemmo se non gli riuscisse più facile parlare con ‘l’avversario’ casini piuttosto che con l’alleato Bertinotti. E ricordate cosa rispose Mastella? “credo che anche a Pierferdinando sia più facile parlare con me che con Bossi”, appunto.

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