Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Dove siamo
 
Numero 8(99)
Il G-8 o sette piu’ uno? Dipende dalla Russia
Il no-profit “peloso” non piace al governo russo. Passata in prima lettura la legge sul controllo delle organizzazioni senza scopo di lucro: consueta preoccupazione dell’Occidente, anche per la vendita delle armi all’Iran.


    La fine di quest’anno ha segnato un nuovo inasprimento nei rapporti tra la Russia e l’opinione pubblica internazionale. Due eventi, l’approvazione dalla Duma in prima lettura della legge sulle organizzazioni no-profit e l’operazione relativa alla vendita delle unità antimissili all’Iran, hanno suscitato una dura reazione da parte dei politici americani.
    Per quanto riguarda il nuovo progetto di legge, sono in molti a ritenere che il documento consenta di fatto di mettere l’attività di tutte le organizzazioni russe no-profit sotto un controllo durissimo. Un controllo così duro da poter danneggiare gravemente un intero comparto dell’economia, quello ovvero che deve la sua esistenza alla loro attività. Nei Paesi industrializzati, le organizzazioni no-profit mantengono spesso istituti di ricerca, Università ed altri istituti, oltre che a sostenere la loro esistenza in altri Paesi. In Russia, un noto esempio di attività no-profit era quello del Fondo Soros, che elargiva sovvenzioni permettendo agli impiegati statali che erano stati lasciati dallo Stato in balia della sorte di sopravvivere. È ovvio che nell’ambito del modello verticalmente integrato della politica russa l’attività no-profit non è ben accetta, e proprio qui si sommano il problema della presenza di un’opposizione politica e quello del tenore di vita e del livello formativo della popolazione. Se ad esempio un’organizzazione no-profit - tipo una fondazione per la beneficienza - finanzia un progetto di informatizzazione e di installazione di Internet nelle scuole di campagna, è lecito supporre che il governo approvi con entusiasmo l’iniziativa. Ma l’accesso alle risorse informatiche comporterebbe automaticamente anche l’accesso ad un’informazione diversa da quella diffusa dai canali televisivi o dai giornali ufficiali del Cremlino, un’informazione offerta anche da quelle schiere politiche che hanno un atteggiamento critico nei confronti del potere. Il timore di concedere alla popolazione l’accesso all’informazione comporta una notevole riduzione dell’attività politica della popolazione stessa. Ciò vanifica il processo delle elezioni, e in forma estrema, comporta la formazione di un regime totalitario. Proprio per questa ragione la questione delle organizzazioni no-profit, che potrebbe sembrare poco significativa, diventa cruciale nello sviluppo della società russa. Anche la Camera pubblica recentemente formata, dalla quale era difficile attendersi qualsiasi attivismo politico, ha criticato il progetto di legge recentemente approvato.
    Da questione interna il problema delle organizzazioni no-profit si sta trasformando ormai in una questione di portata internazionale. Anzittutto, perché al Presidente Bush la propria l’indifferenza nei confronti dell’indurimento del regime politico in Russia rischia di costar cara; potrebbe infatti valere da tallone d’achille ai suoi avversari politici. Non a caso infatti un diplomatico statunitense è arrivato a Mosca per discutere una serie di questioni, compresa la legge sulle organizzazioni no-profit, e trasmettere al Presidente russo la preoccupazione del suo collega americano.
    Scontento per la situazione anche in Germania; al grande amico della Russia Gerhard Schroeder è subentrata la Sig.ra Merkel, che ha un atteggiamento più distaccato nei confronti delle vicende russe. Va rilevato che proprio adesso in Germania è scoppiato uno scandalo legato alla partecipazione di Leonid Raiman, un grande amico e collaboratore di Putin, Ministro delle Telecomunicazioni, alla conduzione di operazioni mediante la Kommerzbank, il che ricorda un po’ le indagini sul caso Mabetex svoltesi durante il regime di Eltsin.
    Il problema del no-profit avrebbe potuto anche non finire al centro di uno scandalo se non vi si fosse aggiunta la decisione della Russia di fornire armi all’Iran. Sebbene formalmente nei confronti dell’Iran non siano state introdotte sanzioni, e fornendogli armamenti la Russia non violi nessuna convenzione internazionale, l’Iran ha da non molto una nuova élite di governo che indubbiamente rappresenta una minaccia, anche se potenziale, per i Paesi sviluppati. Comprensibile il desiderio del Cremlino di guadagnare con la vendita delle armi, ma i partner occidentali sarebbero probabilmente più soddisfatti se la Russia avesse trovato un’altra soluzione per diversificare l’esportazione. Comunque sia, la transazione con l’Iran ha fatto indurire la posizione dell’Occidente nei confronti della Russia.
    Prossimamente si potrà giudicare l’evoluzione del rapporto tra la Russia e il G-7 partendo da due presupposti. Il primo concerne la seconda lettura della legge sulle organizzazioni no-profit. Se sarà rinviata all’anno prossimo, allora sarà possibile parlare di una vittoria, seppur piccola, di quella parte della società che lotta per i valori democratici. La situazione politica lo favorisce: molto probabilmente, il potere farà della legge sulle organizzazioni no-profit una moneta divisionaria che servirà a far dimenticare a chi serve la vendita delle armi all’Iran.
    Un altro presupposto importante è la questione del vertice del G-8 a Pietroburgo. Nel 2006, la Russia diventerà presidente del G-8 e si prevede che il Presidente Putin ospiti i suoi colleghi a Pietroburgo nell’estate del 2006. Ma di recente i mass media hanno diffuso la notizia secondo la quale i Paesi del G-7 starebbero valutando la possibilità di trasferire il luogo dell’incontro in un altro Paese... Si vedrà, ma ora una cosa è ben chiara: finché la Russia non si metterà da sola a badare alla democrazia in casa sua, la sua partecipazione al G-8 sarà sempre incompleta, e il G-8 funzionerà piuttosto nel formato sette più uno.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "POLITICA"
2005. Risultati ¦  Alla scoperta delle citta’ russe: Vladivostok, il cancello dell’Estremo Oriente  ¦  Elezioni di Mosca: hanno vinto «orsi», comunisti e democratici
Rambler's Top100    Rambler's Top100