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Numero 5(104)
Inauguratoa Busher un nuovo impianto di produzione di carburante nucleare
Iran – beffe all’ONU
Gli iraniani appoggiati da Russia e Cina che si oppongono alle sanzioni


    Il 22 agosto finalmente è scaduto il termine stabilito in giugno dall’Iran per dare la riposta alle richieste dei principali paesi occidentali di rinunciare ad arricchire l’uranio in cambio di importanti incentivi.
    Malgrado il contenuto preciso della risposta di Teheran non sia ancora noto, le azioni dei militari iraniani e certe dichiarazioni di uomini politici di alto livello testimoniano chiaramente quale sarà il senso di quest’ultima – cioè rifiuto completo. Il Presidente dell’Iran Mahmud Ahmadinejad ha preso parte alla cerimonia solenne di inaugurazione dell’impianto di produzione dell’ “acqua pesante”, dichiarando che il suo Paese “possiede il ciclo completo di produzione del carburante nucleare ad uso civile.” “Sono nostre proprie tecnologie e nessuno potrà togliercele” – ha sottolineato. I rappresentanti dei servizi speciali iraniani hanno interdetto l’accesso degli ispettori dell’ONU all’impianto nucleare sotteraneo in Natanza dove sono sistemate le centrifughe a gas per l’arricchimento dell’uranio. Il leader spirituale ed il capo dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei ha dichiarato che Teheran ha intenzione di continuare i lavori che riguardano la realizzazione del programma nucleare del Paese. Il massimo che gli iraniani sono d’accordo a fare è di limitare l’arricchimento dell’uranio al 5%, ma questo solo dopo ulteriori trattative. Ma i leader occidentali temono che avendo perfezionato la tecnologia dell’arricchimento gli iraniani possano in seguito arricchire l’uranio fino al livello militare senza tener conto dell’opinione della comunità mondiale. Le trattative potrebbero rappresentare per gli iraniani solo un’occasione per porre nuove condizioni...
    Contemporaneamente nel Paese hanno avuto luogo grandi manovre militari accompagnate dal lancio massiccio di missili classe “terra-terra” e da dichiarazioni altisonanti sulla precisione di tali missili. Benché il loro raggio d’azione non sia molto esteso, questo lancio aveva lo scopo di dimostrare che il regime teheraniano, non molto sicuro della sua capacità di resistenza, è pronto a difendersi in caso di una possibile azione bellica dalla parte degli USA.
    Ma gli USA evidentemente non hanno gran voglia di cominciare una azione militare contro Teheran, considerata la mancanza d’unanimità tra i membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU. La Cina, che riceve circa la metà del suo petrolio dall’Iran e la Russia, che sviluppa molteplici progetti commerciali in questo Paese, compresa la costruzione della Centrale nucleare a Busher, hanno già dichiarato la propria opposizione a qualsiasi uso della forza militare. È improbabile che sostengano la misura delle sanzioni economiche, perché questo diventerebbe una minaccia economica per la Cina (tra altro, l’occidente non si trovera’ in una posizione migliore in caso di interruzione delle forniture del petrolio iraniano e ancor meno se l’Iran blocasse l’accesso al golfo Persico) e per la Russia significherebbe la perdita di uno dei pochi mercati dove può ancora vendere i suoi prodotti ad alta tecnologia (anche se una supplementare crescita dei prezzi per il petrolio ed il gas in seguito alle sanzioni apporterebbe alla Russia miliardi di redditi in piu’dalle esportazioni).
    Però il programma nucleare iraniano comincia ad allarmare certi uomini politici russi che comprendono bene il pericolo che comporta un regime imprevedibile dotato di bombe nucleari alla frontiera sud del Paese. In tali condizioni l’Iran può tranquillamente permettersi azioni di propaganda che aumentano il suo peso sulla “strada” araba, tipo la mostra di caricature sull’ Olocausto – e lo sterminio degli ebrei da parte dei nazisti nel periodo della Seconda Guerra mondiale. I tentativi dell’Occidente di criticare una tale mostra sono interpretati da Teheran come “doppi standard”, ed in seguito la rinuncia a questo tipo di mostre potrebbe diventare merce di scambio durante le trattative con dei paesi occidentali. In più questa mostra può diventare una bella cortina di fumo con la quale l’Iran cercherà di temporeggiare il più possibile finché non potrà esibire al mondo la proprira arma nucleare e contemporaneamente le sue pretese allo statuto di superpotenza del Medioriente o addirittura come nuovo centro di unione di tutti i musulmani (o almeno di tutti i musulmani sciiti dell’Iran, dell’ Irak, dell’Azerbaijan, della Siria, del Libano e dell’Arabia Saudita).

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