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Numero 6(51)
La notte degli Oscar

    La cerimonia della premiazione, organizzata dall’Accademia americana dell’arte cinematografica, ha avuto luogo il 24 marzo.
Rispettando le strettissime misure di sicurezza, nella nuova sala Kodak, Hollywood ha distribuito le famose statuine. E sebbene la presentatrice Woopy Goldberg abbia proposto, per scherzo, di seguire l’esempio delle recenti Olimpiadi e di consegnare gli “Oscar” a tutti coloro che lo vogliono, le statuine d’oro sono toccate solo a pochi eletti.
    Questa volta l’Accademia del cinema ha abbandonato la tradizione di insignire di tutti gli “Oscar” un film solo. Due concorrenti, “A Beautiful mind” e “Lord of the rings” hanno avuto quattro premi ciascuno. “Lord of the rings”, la sbandierata riduzione cinematografica del libro di Tolkien, che aveva avuto 13 nomination, è stato degnato solo dei premi per effetti visuali, per la partitura musicale originale, per le prestazioni dei cameraman e dei truccatori. Alla pellicola “A Beautiful mind” che narra vita di John Forbes Nash junior, premio Nobel, professore di Princeton, è stato aggiudicato il titolo di miglior film dell’anno, conferito il premio per la migliore regia, per la migliore parte secondaria femminile (Jennifer Connely) e per la sceneggiatura adattata, ma due altri premi più prestigiosi, per la miglior parte maschile e femminile, sono sfuggiti a questo film.
    Non ha avuto la statuina anche l’indubbio favorito di Hollywood, Russell Crowe, che ha fatto la parte del protagonista in “A Beautiful mind”. Gli accademici hanno deciso che gli fosse sufficiente l’Oscar dell’anno scorso e hanno dato il premio a Denzel Washington, per la parte recitata in “Training Day”. Per la prima volta dal 1963 questo premio è stato conferito ad un attore afroamericano: allora, 39 anni fa, il premio del miglior attore era stato aggiudicato a Sidney Poitier, che alla cerimonia di quest’anno ha ricevuto dal suo successore Denzel Washington il premio d’onore dell’Accademia cinematografica.
    Il trionfo degli attori neri non finisce qui. L’Oscar per la miglior parte femminile è toccato per la prima volta ad un’attrice afroamericana: l’hanno consegnato a Hale Berry per la parte recitata ne “Il Ballo dei mostri”. L’attrice si è emozionata tanto da riuscire a stento a dire parole di ringraziamento.
    Jim Broadbent ha avuto l’Oscar per la miglior parte secondaria nel film “Iris”. E l’Oscar d’onore per la vita nel cinema è stato conferito a Robert Redford
    Per la prima volta alla famosa cerimonia ha partecipato Woody Allen. Avendo detto alcune battute a proposito del suo rapporto con l’accademia del cinema, Allen ha presentato un piccolo collage dei film girati a New York: un omaggio alla città. Il regista ha invitato tutti a girare film nella città famosa, che ha vissuto la tragedia nel settembre dell’anno scorso.
    Molti sono rimasti sorpresi dal conferimento dell’Oscar per il miglior film straniero a “No man’s land” di un regista bosniaco, che ha sorpassato l’”Amelie” francese, al quale tutti preconizzavano vittoria.
    Il premio per la miglior musica per un film è stato ricevuto da Randy Newman, per la canzone del cartone animato “Monster corporation”, ed è un’altra sorpresa, dato che Newman ha sorpassato Sting. E il premio, introdotto solo in quest’anno, per il miglior lungometraggio d’animazione, l’ha avuto “Shrek”, una fiaba su un orco verde e il suo amico, asinello. “Abbiamo impiegato cinque anni per girare “Shrek”, vi sono state impegnate circa cinquemila persone”, ha comunicato il regista Aaron Warner che ha ricevuto la statuina.
    Il miglior cortometraggio d’animazione è “Per gli uccelli”, una commedia del gruppo “Pixar”.
    Lo “Sparviero nero” ha avuto gli Oscar per il miglior montaggio e per il suono, “Moulin Rouge”, per i costumi e per la scenografia, e “Pearl Harbour”, per gli effetti sonori.
    Contro le attese, “Gosford park” ha avuto solo un premio per la sceneggiatura originale, e “Mulholland Drive” di David Lynch e “Harry Potter” sono rimasti a mani vuote: le statuine non sono bastate per tutti.

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