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Numero 6(51)
Mozart e Salieri: la gara continua

    Ai primi di febbraio del 1786, l’imperatore Giuseppe II organizzò a Vienna una festa: uno di quei divertimenti grandiosi di cui era così ricco il Settecento.
La solennità fu dedicata all’arrivo del Governatore Generale dei Paesi Bassi. Il programma includeva un pranzo, una passeggiata, balli e… una competizione lirica. Per svolgerla, furono fatte venire le due migliori compagnie del mondo: quella tedesca e quella italiana, e vicino al castello furono costruiti due palcoscenici. Le opere erano state commissionate ai famosi compositori, al grande austriaco Wolfgang Amadeus Mozart e all’italiano Antonio Salieri. Competizione è sempre competizione, anche se creativa, e i gareggianti dovevano corrispondere a severe esigenze: in breve tempo i compositori dovevano scrivere opere a soggetto comico, concernente il mondo dietro le quinte del teatro.
    Mozart compose un’improvvisata musicale “Il direttore del teatro”. Quest’opera orna ormai da più di due decenni il cartellone del teatro da camera musicale di Boris Pokrovski. L’opera di Salieri “Prima la musica, poi la parola” è comparsa su questa scena più tardi. Nella stagione dell’anniversario, l’instancabile maestro ha “rinnovato” le due opere, riunendole in una sola serata, come era successo più di due secoli fa. Proprio come avvenne al ricevimento cerimoniale austriaco, le opere vengono cantate in due lingue: quella di Mozart in tedesco, quella di Salieri in italiano.
    L’opera buffa “Il direttore del teatro” dura non più di una mezz’ora e ha questa trama: un attore comico è incredibilmente contento, dato che ha avuto la possibilità di diventare capocomico del nuovo teatro. Il direttore non condivide in suo entusiasmo: sa quanto è complicato il meccanismo teatrale. La situazione successiva conferma la sua opinione: una dopo l’altra appaiono due pretendenti alla posizione dominante: madame Herz e mademoiselle Silberklang. Entrambe sognano di diventare primedonne e si dimostrano senza scrupoli quando si tratta di ottenere l’ambita posizione …
    Lo spettacolo, come tutte le ultime opere del Teatro da camera, è imperniato sugli attori. Nella recitazione sono presenti paradossi vistosi, bruschi mutamenti del ritmo, fine umorismo. Le cantanti sono molto brave, mentre gareggiano energicamente ed aggressivamente per l’ambito posto al sole in teatro: madame Herz (Elena Kononenko) e mademoiselle Silberklang (Irina Barteneva). L’opera è prevalentemente femminile, sebbene siano da notare anche personaggi maschili raffinatamente parodistici: il direttore del teatro, Boris Tarkhov e il buffo comico Jaroslav Radionik.
    Nell’opera di Salieri “Prima la musica, dopo la parola”, la trama è più complicata e più profonda. Alla competizione di due primedonne qui si aggiunge l’argomento della perenne discussione: che cos’è più importante, la musica o le parole.
    Il gioiello dello spettacolo è la recitazione dei due attori: Gherman Jukavski (Compositore) e Evghenij Bolucevskij (Poeta). I loro dialoghi passionali e ironici che deridono le usanze teatrali e i cliché musicali, si trasmettono con ispirazione al pubblico. La buona tecnica professionale e il virtuosismo anche nei momenti musicali più difficili non diventano fini a sé stessi. Neanche le signore sono da meno. L’immagine parodistica della primadonna eterna che, nel suo slancio egoistico, è capace di sentire solo sé stessa, è interpretata da Ludmilla Ghenica (Eleonora). Il personaggio della cantante comica Tonina è poliedrico e si svela nella trama attraverso episodi tragici e comici: entrambi i “generi” sono soggetti all’attrice Elena Andreeva.
    Mozart ne “Il Direttore del teatro” è riconoscibile e tradizionale. Si tratta di un piccolo tratto di penna musicale di un genio amante della vita e ottimista. E’ bella la musica di Salieri e per la varietà dell’espressività musicale e per il candore delle passioni ha vinto, senz’altro, il grande Mozart. Non a caso “Prima la musica, dopo la parola”, da due secoli ha una felice sorte scenica.
    Sulle foto: T.Jatsenko, N. Nivinskaia, V. Borovkov, E. Bolucevskij

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