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Numero 1(106)
Dialogando con l’opposizione

    Il 14 aprile, a Mosca, e il 15 aprile, a San Pietroburgo, si sono svolte le “Marce dei dissidenti” organizzate dall’“Altra Russia”, una coalizione dei partiti politici d’opposizione di cui fa parte il non registrato Partito nazionale bolscevico di Eduard Limonov, il Fronte civico unito dell’ex campione del mondo di scacchi Garry Kasparov, l’Unione popolare democratica dell’ex premier Mikhail Kassyanov ed altri. Fra le rivendicazioni di alcune migliaia di persone che hanno partecipato alle Marce c’erano la lotta ai brogli elettorali (sia per quanto riguarda le elezioni presidenziali che quelle parlamentari) e la possibilità per tutti i partiti di partecipare alle elezioni senza “restrizioni anticostituzionali”. Sia a Mosca che a Pietroburgo, agli organizzatori era stata negata l’autorizzazione a manifestare, ed era stato solo concesso il permesso di tenere comizi in luoghi meno centrali. A Mosca, tuttavia, i manifestanti si sono riuniti in Piazza Puškin, in conformità ai loro programmi originali (secondo quanto afferma l’Altra Russia, i funzionari non avrebbero avuto il diritto di vietare i loro cortei, perché la legge stabilisce che gli organizzatori di iniziative di massa siano tenuti ad avvisare le autorità, non a chiedere autorizzazioni) e hanno cercato di procedere per il Sadovoje Kol’zo verso la Piazza Turgenevskaja, dove si apprestavano a tenere i loro comizi ufficiali. Le forze speciali antisommossa – OMON -, fatte arrivare nella capitale da molte regioni della Russia (per gestire un totale di 3 o 4 mila manifestanti) sono intervenute con la massima durezza e in molti casi in maniera inadeguata, malmenando ed arrestando in Piazza Puškin e nei viali alberati adiacenti non solo parecchi manifestanti, ma anche ignari e malcapitati passanti. In totale, secondo i dati ufficiali sarebbero stati arrestati 250 dimostranti, mentre secondo le informazioni degli organizzatori della manifestazione ne sarebbero stati fermati circa 500, e molti di essi sarebbero stati trattenuti alcune ore presso vari distretti di polizia e rilasciati senza la stesura di un verbale. Hanno avuto dei guai anche alcuni giornalisti, malmenati dalle squadre OMON nonostante portassero ben visibili i distintivi di riconoscimento recanti la scritta “stampa”. Secondo i testimoni oculari, sia a Mosca che a San Pietroburgo, le Marce dei dissidenti - vista e considerata la loro natura pacifica - sarebbero state affrontate dalle forze dell’ordine in maniera alquanto dura.
    L’amministrazione degli Stati Uniti, la Commissione Europea e la PACE hanno espresso preoccupazioni in merito agli abusi di potere delle forze dell’ordine durante le suddette manifestazioni.
    I dirigenti del Ministero degli Interni hanno dichiarato che gli OMON hanno operato nell’ambito della legalità. “I membri dei reparti delle forze speciali antisommossa della polizia hanno agito in modo giusto, professionale, in conformità alla legge, e soprattutto, nell’esercizio delle propria funzione di mantenimento dell’ordine pubblico nella città”, ha detto il vice ministro degli Interni. Il Cremino ritiene le iniziative di massa dell’opposizione “assolutamente insignificanti”.

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