Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Riferimenti
 
Numero 8(53)
Gli italiani in Russia: terza tornata

    I primi italiani, prevalentemente architetti, compaiono in Russia alla fine del 15 secolo, sotto lo zar Ivan il Terzo che riunì le terre russe.
    Ma poco dopo il piccolo gruppo di forestieri viene assimilato. La nuova ondata di italiani arriva nel Paese in seguito alle trasformazioni operate da Pietro. Gli abitanti dell’Italia bella ornano la Russia con formidabili monumenti architettonici, ricoprono cariche statali importanti, realizzando grossi patrimoni. L’esistenza della colonia italiana in Russia è interrotta dalla rivoluzione del 1917. E solo nei primi anni 1990 gli italiani tornano a risiedere in Russia.
    Si tratta soprattutto di uomini d’affari. La società più grossa e famosa in Russia oggi è sempre la FIAT, cui attività in Russia era cominciata già nei tempi sovietici (la prima auto sovietica “di massa”, VAZ 2101, con il motore della FIAT, era stata creata da ingegneri del gruppo torinese).
    Un altro grosso progetto russo-italiano è il “Blue stream”, la costruzione di un gasdotto che passerà per il fondo del Mar Nero. Il partner della Russia in questo progetto è il gruppo ENI che ha una rappresentanza a Mosca.
    Il business italiano in Russia, però, non si limita a soli “big” dell’imprenditoria. Qui sono presenti anche numerose società medie e piccole: nel complesso, in Russia ci sono più di 1000 (!) ditte e rappresentanze italiane. E l’elenco di aziende e succursali, situate a Mosca, occupa alcune pagine e finisce (per ora) sulla cifra 357.
    Naturalmente, per prime sono arrivate in Russia le ditte che si occupano di operazioni export-import. Tra le merci che vengono esportate dalla Russia, prevalgono servomezzi, metalli ferrosi e non ferrosi, legname, prodotti dell’industria chimica, grano (l’Italia è fra i suoi maggiori acquirenti in Europa). Dall’Italia si importano macchine, elettrodomestici, scarpe (alcuni modelli sono prodotti specialmente per la Russia). Escludendo dal mercato le società tedesche alla metà degli anni ‘90, gli italiani importano annualmente in Russia non meno di 12-15 milioni di paia di scarpe.
    Attualmente, nel giro d’affari con l’estero della Russia, l’Italia occupa il terzo posto dopo la Germania e gli USA.
    Abbastanza presto gli italiani passarono dall’intermediazione all’organizzazione della produzione in Russia.
    Nella seconda metà degli anni ‘90, gli imprenditori italiani che si sentivano stretti a Mosca e a San Pietroburgo, si lanciarono alla conquista della provincia russa, e ci riuscirono bene. Non è rimasta una sola regione più o meno attraente per gli investimenti, che non sia visitata da imprenditori italiani. In molte regioni sono comparse “Le case d’Italia”. In tutto, verso il 1998, furono istituite circa 1500 società miste e circa cento filiali di aziende italiane. Negli ultimi anni in Russia giungono significativi gruppi di imprenditori italiani.
    Sempre negli anni ‘90, in segno del grande interesse che ha il business italiano nei confronti della Russia, sono stati creati tre filiali dell’ICE, il più grosso “produttore” di informazioni relative a diversi settori del mercato russo, organizzatore di decine di fiere collettive per esportatori italiani e russi: a Mosca, a San Pietroburgo, a Novosibirsk, a Ekaterinburg e a Vladivostok.
    Gli italiani “russi”, provvedendo agli affari, non dimenticano anche lo sviluppo della cultura la formazione dei giovani: molti italiani, infatti, portarono in Russia anche le loro famiglie. Dalla metà degli anni ‘90, a Mosca funziona la scuola “Costanza Vinci” che include l’asilo nido, scuola elementare e media. In collaborazione con l’Università di Perugia, presso la scuola sono organizzati i corsi della lingua italiana per gli stranieri. Il diploma di maturità, rilasciata dalla scuola, è riconosciuto in Italia e nei Paesi dell’Unione Europea.
    E, certamente, qui dev’essere ricordata la splendida cucina italiana. In Russia ormai non c’è forse neanche una sola città grande senza ristoranti e pizzerie italiane. Soltanto a Mosca ci sono più di 70 ristoranti, caffè, pasticcerie, trattorie e pizzerie italiane!
    Secondo i dati dell’OVIR, a Mosca sarebbero registrati circa 6000 imprenditori italiani. Il numero pressappoco uguale di essi visita ogni mese la Russia.
    Nei prossimi numeri di “Espresso” racconteremo più dettagliatamente dei settori principali del business italiano in Russia.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "PAGINA C.T.I.M."
“Vogliamo rendere forte la Comunita’ Italiana”
Rambler's Top100    Rambler's Top100