Numero 8(53)
Putin critica il governo
Il discorso di Vladimir Putin davanti all’assemblea federale è diventato, senz’altro, l’evento politico più importante di aprile.
Il discorso di Vladimir Putin davanti all’assemblea federale è diventato, senz’altro, l’evento politico più importante di aprile. Molti hanno valutato l’intervento del Presidente come estremamente riuscito, e sembra che tale successo sia dovuto al suo carattere inatteso. Alla vigilia del 18 aprile parecchi giornali russi avevano fatto previsioni circa i contenuti del messaggio presidenziale. La maggior parte dei giornalisti riteneva che, come nel 2001, il Presidente avrebbe focalizzato l’attenzione sulla formazione della riserva del budget e sull’irrigidimento della politica del budget. La grande sorpresa pertanto è diventata la finalizzazione politico-sociale e non economica del discorso. D’altra parte, non è, poi, così sorprendente: nel 2002, rispetto al 2001, è più difficile affermare i successi nel settore economico.
Il Presidente ha usato un’altra volta la sua eloquenza per appoggiare le riforme liberali, il cui elenco include sia la riforma delle banche, sia il sostegno dell’imprenditoria piccola e media, sia la deregolamentazione dell’economia. Ciò ha creato un effetto molto positivo sui rappresentanti degli Stati stranieri che lavorano in Russia. In questo modo, Vladimir Putin ha mantenuto la sua immagine di un liberale, così importante per la politica estera della Russia negli ultimi tempi.
Nel contempo, tra le righe del messaggio si intuiva lo scontento dell’esecutivo: ad esempio, pur rilevando i successi economici straordinari del 2001, il Presidente non li ha attribuiti all’attività del governo, ma ha semplicemente elencato indirizzi principali dei cambiamenti avvenuti, compresi:
L’aumento del 6% dei redditi reali della popolazione, con la contemporanea riduzione del numero dei disoccupati;
Il proficit del budget federale;
L’approvazione, da parte della Duma, del Codice agrario, del pacchetto leggi, relativo alla riforma pensionistica ed amministrativa, degli emendamenti alle Norme fiscali;
Il miglioramento del clima di investimenti nel Paese, che ha permesso allo Stato e agli imprenditori privati di estendere l’orizzonte della programmazione (ciò è dimostrato, in particolare, dall’estinzione anticipata dei prestiti dovuti al FMI);
L’aumento del rating creditizio della Russia da parte di agenzie internazionali, che ha consolidato la reputazione del Paese.
Il Presidente, del resto, ha fatto subito notare che i successi conseguiti nel passato devono essere convalidati da successi futuri. In particolare, mutamenti positivi per ora non garantiscono il consolidamento delle posizioni della Russia sul mercato mondiale. Putin ha rilevato che oggi diversi Paesi cercando di procacciare gli investimenti, competono tra loro cercando di ridurre il carico fiscale, rendere più attraente il clima d’affari e più efficiente il sistema finanziario e legale. In questo modo, investendo in Russia, gli investitori non la incoraggiano così per i successi conseguiti negli anni scorsi, ma mettono a confronto la Russia ed altri Paesi. Secondo il Presidente, la crescita economica dal 3,5% al 4,6%, fissata dal governo nella sua azione per i prossimi anni, non corrisponde alle potenzialità dell’economia russa e non consentirà al Paese di migliorare la sua situazione su scala internazionale. Ciò, sicuramente, è una frecciata per l’esecutivo: Arkadi Dvorkovic, il vice di Gherman Gref, alcune settimane fa ha detto che fosse inopportuno rivedere la previsione della crescita economica, dato che il potenziale della crescita era limitato. Lo scontento, suscitato dall’attività del governo si è fatto sentire ancora una volta, quando Putin parlava della necessità di controllare l’aumento delle tariffe. In particolare, il Presidente ha rilevato che prima di iniziare l’azione sulle tariffe, il governo avrebbe dovuto mettere sotto controllo la formazione dei budget d’investimenti dei monopoli naturali, osservando che ciò non è fatto tuttora per motivi sconosciuti.
In genere, lo stesso fatto che il Presidente abbia prestato tanta attenzione all’aumento delle tariffe è sorprendente e sintomatico. Sebbene non si sia detto apertamente contrario alla crescita delle tariffe, limitandosi a ricordare che il loro aumento dovesse essere ponderato e ben pensato, è evidente che la stessa menzione di quest’argomento nel messaggio annuale dimostri l’atteggiamento negativo di Vladimir Putin nei confronti dell’aumento delle tariffe. E’ facile spiegarlo: non è un segreto che Andrei Illarionov, consigliere economico del Presidente abbia criticato più di una volta l’aumento delle tariffe.
A parte la posizione di Andrei Illarionov, un altro fattore a determinare il punto di vista del Presidente è quello delle elezioni sempre più vicine. In particolare, Vladimir Putin si è soffermato dettagliatamente sull’aumento di tariffe per i servizi comunali, rilevando che la loro crescita è giustificata solo se è accompagnata dal miglioramento qualitativo dei servizi forniti alla popolazione. Anche la necessità di riformare l’apparato statale e di svolgere una “deburocratizzazione” è stata motivata dal Presidente con il dovere di badare agli interessi dei cittadini.
Un’altra conclusione che è facile trarre dall’analisi particolareggiata del messaggio presidenziale è il fatto che esso ha dato risposta a certe critiche da parte di esperti stranieri. Ultimamente, sia i rappresentanti del FMI, sia gli esperti indipendenti esteri notano che, malgrado i successi conseguiti, la Russia dovrà ancora affrontare la prova più pesante: la riforma dell’apparato burocratico. Proprio l’apparato burocratico gonfiato incommensurabilmente e non controllabile è un grave problema per le economie dei Paesi in via di sviluppo. Ed è per questo che la riforma dell’apparato statale è diventata l’argomento principale del discorso di Putin. Si tratta di un obiettivo ambizioso, ma purtroppo ancora vago. Tutto sommato, è un obiettivo che va benissimo per il periodo preelettorale: è veramente difficile valutare se si riuscirà bene o male la realizzazione dei propositi del Presidente, ma è facile conquistare riconoscimenti facendo dichiarazioni politiche.
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