Numero 10(55)
Italiani d’oltreoceano
Secondo i dati ufficiosi, il numero di immigranti italiani e dei loro discendenti in tutto il mondo sarebbe approssimativamente uguale alla popolazione dell’Italia (57 milioni).
La maggior parte abita nei Paesi dell’America del Sud, soprattutto in Argentina, i cui governanti, alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento invitavano insistentemente i migranti europei. Tra il 1857 e il 1940 in Argentina si erano trasferiti quasi 3 milioni di italiani (i loro discendenti vengono chiamati in Argentina per scherzo “uccelli migratori” o “rondini” (golondrina, in spagnolo). Gli italiani hanno popolato le città nuove, ma anche vecchie (a Buenos Aires verso il 1914 gli italiani costituivano quasi un terzo della popolazione), sono diventati i primi lavoratori dell’industria argentina che si sviluppava. Il loro peso specifico era talmente grande che la lingua in cui parlano gli argentini a volte viene definita “lo spagnolo con l’accento italiano”. Il numero degli italiani residenti in Argentina è valutato diversamente: da 1,5 a 10 milioni: dipende dal grado di assimilazione di queste persone.
Gli italiani hanno manifestato una straordinaria attività politica nella loro nuova patria. Già nel 1890, l’Unione civile radicale che univa molti immigranti provenienti dalla Spagna e dall’Italia ha procurato la caduta del Presidente corrotto e ha svolto un ruolo politico importante nel corso dei successivi 40 anni. Gli italiani c’erano anche tra gli avversari della giunta militare che governava in Argentina negli anni 1976-1983. Hanno subìto rappresaglie. Poco fa la Corte di Roma ha condannato alla reclusione a vita, in contumacia, per aver partecipato alle rapine e agli omicidi degli italiani residenti in Argentina, tre generali argentini a riposo, e a 24 anni di galera altri tre ex ufficiali. Altri due generali sono stati condannati a tre anni e due anni e mezzo di reclusione.
Quando a dicembre del 2001 in Argentina era successa la crisi economica ed erano cominciate contestazioni popolari di massa e scontri con la polizia, l’Italia ha subito dato man forte all’Argentina. Il primo ministro Silvio Berlusconi ha dichiarato che il suo governo avrebbe aiutato gli italiani che decidessero di tornare in Italia. Nel Senato italiano è stato approvato un progetto legge sulla semplificazione di procedura del rilascio dei visti d’ingresso per i discendenti diretti degli italiani che vivono in questo Paese sudamericano. In conformità a questa legge, gli italo-argentini possono ottenere la cittadinanza della loro patria storica più presto di altri immigranti. Inoltre, l’amministrazione delle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia hanno avanzato un programma di sistemazione degli argentini i cui antenati vi arrivarono da queste regioni che ora hanno bisogno di manodopera. Le fabbriche e le associazioni industriali delle regioni sono disposte a pagare ai nuovi lavoratori un biglietto aereo e l’affitto di un appartamento nei primi mesi. In Italia si raccolgono tutti gli avvisi di lavoro e in Argentina si fa un elenco di specialisti diplomati, meccanici, muratori, ecc.
Il Ministro Mirco Tremaglia ha fatto una mossa ancora più radicale: ha creato un’organizzazione speciale per assistere nell’ottenimento della cittadinanza italiana i cittadini argentini di origine italiana che volessero venire in Italia per lavorare. Ciò è stato fatto in base alla recente legge sull’immigrazione che privilegia, nell’ottenimento dei posti di lavoro, i discendenti dei cittadini italiani, nei confronti di altri stranieri. Il ministro ha anche dichiarato il rilascio di 4 milioni di euro per curare gli italiani anziani residenti in Argentina. Tremaglia ha anche incontrato i dirigenti della FIAT, per convincerli ad abolire la chiusura della loro fabbrica in Argentina che dà lavoro a 1300 italiani.
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