Numero 2(47)
Fallimento Enron -
Bush: Anche mia suocera aveva quelle azioni...
E’ appena passato un anno dall’inaugurazione presidenziale di George Bush junior.
L’anniversario è stato segnato da una sorpresa assai brutta per Bush: l’indagine sulla bancarotta dell’impresa energetica
“Enron” che aveva partecipato attivamente alla campagna elettorale di Bush. Il gruppo Enron che, secondo la rivista Fortune,
era settimo nell’elenco delle 500 più grosse aziende statunitensi nel 2000, ha dichiarato il suo fallimento il 2 dicembre del 2001.
Nel gennaio 2001 le azioni di Enron valevano 85 dollari l’una, nel gennaio del 2002 il loro prezzo è calato al di sotto di 1
dollaro.
La direzione dell’Enron ha ottenuto più di 1 miliardo di dollari di utili, vendendo le azioni nel momento in cui il loro prezzo
si è avvicinato al valore massimo.
Cinque comitati del Congresso statunitense, del ministero della giustizia, della commissione federale per i titoli e per i
mercati dei titoli, nonché gli organi tutori della legge, cercano di chiarire come mai sia fallita un’azienda energetica così
importante, uno dei pilastri dell’economia americana.
Alcuni avversari di George Bush esultano, definendo questo scandalo “il Watergate di Bush”. Il fatto è che il presidente del
consiglio d’amministrazione di Enron, Kenneth Lay, da tempo conosce bene il Presidente Bush. Lay donava generosamente soldi per
le sue campagne elettorali, compresa quella del 2000. Quando l’Enron era ormai vicinissima al fallimento, Lay ha telefonato ad
alcuni membri dell’amministrazione di Bush: al ministro della finanza, Paul O’Neal, al ministro del commercio, Donald Evans. Ha
telefonato anche al capo della direzione budgetaria della Casa bianca Mitch Daniels. Prima, i boss dell’Enron erano stati
continuamente in contatto con la commissione del governo, diretta dal vice presidente Dick Chainy. Secondo quanto afferma il
congressman democratico di California, Henry Wacksman, nel documento steso dalla commissione di Chainy, 17 punti “lavorano”
a favore dell’Enron.
Dal Capitolio di Washington giungono voci che chiedono di esporre tutti i dettagli circa i contatti della commissione Chainy
con i rappresentanti di aziende energetiche, compreso l’Enron.
Secondo il sondaggio, svolto dal canale televisivo CBS, il 63 per cento degli americani è dell’opinione che l’amministrazione
di Bush non dica proprio tutto sui suoi contatti con l’azienda fallita. La Casa bianca per ora cerca di dimostrare la sua
incolpevolezza.
E il Presidente statunitense, per correggere la sua immagine, ha comunicato alla nazione che anche la sua famiglia è stata
danneggiata dal crollo dell’Enron: la suocera di Bush. che ne aveva comprato le azioni, ha perso 8000 dollari. Difficilmente
però questo potrà tranquillizzare i numerosi piccoli azionisti ed impiegati dell’azienda in bancarotta. Agli oppositori di Bush,
che fanno parte del partito democratico, lo scandalo, probabilmente, darà la possibilità di ottenere il pieno controllo sul senato
e sul congresso alle elezioni intermedie dell’autunno di quest’anno.
Semion Ciarnij
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