Numero 1(65)
Un’orchestra come ponte tra due culture
Il 5 gennaio, a Mosca, presso il club “Kitajski liotcik (pilota cinese) Giao-Da”, si è svolto un concerto del trio “Orchestra russo-italiana” (ORI). Il nome del gruppo, nato nel 1999, è dovuto non solo alla sua internazionalità, ma anche al fatto che alla base alle composizioni dell’ORI stanno le melodie tradizionali caratteristiche, da una parte, della canzone padana, e dall’altra, della canzone popolare russa, condite un po’, rispettivamente, con la canzone napoletana e quella di Odessa. I membri del gruppo s’ispirano alle canzoni popolari russe e padane, sia molto famose, sia poco conosciute, le quali vengono raccolte dagli stessi musicisti, persone assai dotte (uno dei membri del trio è professore di slavistica all’Università di Verona e l’altro è un italianista dell’Istituto di ricerche linguistiche presso l’Accademia delle scienze della Russia), durante gli studi accademici e le ricerche etnografiche.
Il risultato di tale sintesi, moltiplicata per la competenza dei musicisti, è presente in canzoni che suonano ugualmente bene in Russia e in Italia, indipendentemente dalla lingua in cui si cantano. I personaggi di queste canzoni rappresentano tutti gli strati della società: uno di loro è addirittura Silvio Berlusconi.
Nel 2002 l’ORI ha dato più di 30 concerti in Italia, in Russia e in Estonia presso le sale più svariate: nei caffè, nelle pizzerie, nelle sale da concerto universitarie e culturali, partecipando anche al Festival internazionale del 1 maggio 2002 a Roma.
Il concerto presso il “Kitajski liotcik” è stato, infatti, l’ultimo di questa grande tournée. Rendendosi conto di dover aspettare tanto prima di rivedere i suoi beniamini (da aprile a giugno l’ORI sarà in tournée nell’Italia del Nord), il pubblico che ha riempito la piccola sala ha accolto con applausi fragorosi ogni nuova composizione. Un entusiasmo particolare è stato suscitato dalla canzone “La prospettiva Nevska”, dedicata al 300° anniversario di S. Pietroburgo.
Al concerto è stato anche presentato il nuovo album del gruppo “Da Milano a Magadano”, nel quale sono incluse canzoni di date diverse, cantate prevalentemente in russo (ne fa esclusione “Genova per noi”, divenuta una specie di inno degli antiglobal e cantata in italiano). Ma il prossimo album,”Il Diritto di San Remo”, che si sta preparando in questo momento, sarà quasi tutto in italiano.
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