Numero 1(65)
Esposizione delle icone di Dionisio
500 anni fa, un gruppo di iconografi dipinse la cattedrale della Natività della Madre di Dio del monastero Ferapontov. Quest’anniversario ha dato un motivo per la mostra “personale” di Dionisio che aveva diretto la squadra di affreschisti nel 1502.
Insieme a Dionisio nel monastero Ferapontov lavorarono i suoi due figli. Secondo alcune informazioni, i maestri avrebbero finito i lavori nei tempi da record: in 34 giorni. Ma la velocità del lavoro non ha avuto un effetto negativo sulla qualità, e gli affreschi del lontano monastero del Nord sono diventati un orgoglio dell’arte russa. Si sono conservati abbastanza bene, e solo la grande distanza che separa il monastero da città importanti non permete al Ferapontov di diventare una mecca del turismo.
Nell’arte medioevale russa ci sono solo tre figure di spicco: Teofane il Greco, venuto dall’estero, Andrei Rublev e Dionisio. La specificità dell’arte ortodossa non presupponeva il riconoscimento delle individualità, ma questi tre furono particolarmente bravi. Dionisio è ritenuto continuatore della linea “rublioviana” nell’arte e, insieme, l’iniziatore di una tendenza tutta nuova. Il suo influsso si manifesta nella maggior parte di opere degli iconografi russi, pervenute a noi, fino alla seconda metà del Settecento.
L’epoca di Dionisio si definisce spesso il “Rinascimento russo”. La visione del mondo che aveva Dionisio assomigliava a quella di Iossif Volotskij, il capo spirituale di un gruppo che si schierava a favore di una Chiesa ricca e politicamente autorevole. L’inizio del Settecento era il periodo della fioritura delle forze intelletuali russe, che si raggruppavano, in particolare, attorno ai monasteri del Nord. “Il secolo d’oro” finì presto (quando salì al trono Ivan il Terribile), senza generare i Raffaello o i Michelangelo russi. Dionisio rimane il rappresentante più vistoso di questo periodo.
A differenza di Andrei Rubliov, Dionisio non era un monaco. Era di origine nobile ed era vicino all’élite di Mosca. La sua maestria fu apprezzata già dopo le sue prime opere fatte da apprendista, cosicché quando Aristotele Fioravanti aveva costruito nel Cremlino la cattedrale dell’Assunzione, Dionisio fu invitato a dipingere il suo altare. Ciò si riferisce al periodo antecedente al lavoro svolto al monastero Ferapontov.
E’ chiaro che la Galleria Tretiakov non poteva portare gli affreschi alla mostra, per cui presso la sede del Krymski val sono presentate le copie degli affreshi di Ferapontov e di altri dipinti. Durante il Novecento, gli studiosi perseveranti s’impegnavano in quest’affare difficile: copiare il grande Dionisio. L’opera era difficile anche perché i colori degli affreschi di Ferapontov sono meravigliosi ed unici. Si discuteva molto a questo riguardo: se Dionisio avesse usato diversi tipi di argilla e sassolini dei laghi locali per i suoi colori dolci smorzati, oppure i colori fossero sbiaditi col tempo.
L’arte monumentale è solo una parte del retaggio di Dionisio. Alla mostra sono presenti circa cinquanta icone dipinte dal maestro o dalla sua cerchia. Per la prima volta in cento anni è dimostrata per intero l’iconostasi della cattedrale della Natività della Mdre di Dio del monastero Ferapontov: le sue icone sono raccolte dai musei di tutto il Paese. Sono esposti anche i manoscritti con i disegni fatti da Dionisio.
L’anniversario degli affreschi di Ferapontov, definito da UNESCO uno degli eventi culturali più importanti dell’anno che se ne va, ha fornito un motivo per l’allestimento di una mostra così grande. Sarà aperta fino al 2 febbraio, ed è difficile che possa essere ripetuta in futuro prossimo: chi non la vede entro questa data, dovrà girare per tutta la Russia per visitare le stesse opere ...
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