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Numero 3(67)
A tu per tu con Umberto Bossi
Le Riforme Costituzionali secondo il Segretario Federale della Lega Nord


    D’accordo o meno che si sia con Umberto Bossi, con le sue idee, con la linea e la strategia politica della Lega Nord, è fuori discussione che è stato proprio questo partito a porre al centro della dibattito politico in Italia la questione federale. Al suo Segretario, che è al tempo stesso Ministro per le Riforme, abbiamo chiesto a che punto sia il cammino delle riforme stesse.
    “Prima dell‘estate dovrebbe partire la valanga delle riforme istituzionali, e con esse un primo progetto di federalismo fiscale ” Quanto è importante?
    “Il potere impositivo almeno in parte deve tornare alle Regioni e agli altri enti locali com’era già fino ai primi anni ‘70, altrimenti diventa difficile vivere, guidare il paese…”
    Un paese da guidare con quale forma di governo?
    “Torniamo al tema delle riforme, c‘è la questione del Senato federale, di quale presidenzialismo scegliere per dare stabilità al paese, e poi la modifica della legge elettorale attualmente in vigore”
    In mezzo ci sono le elezioni amministrative di primavera…
    “La Casa delle Libertà, nelle grandi realtà, come per esempio in Friuli Venezia Giulia, deve presentarsi unita agli elettori. Se dessimo alle sinistre la possibilità di vincere passeremmo nel conto totale da undici a dieci a dieci a undici. Comunque mancano ancora dei mesi per decidere; sono ancora molto lontane.”
    Lei vede un paese che cambia? che migliora?
    “Guardi: non so dirle come…quando…ma sento che la storia ha girato, sta cambiando; e la storia è più forte di me, di lei, di tutti noi. E’ finita l’epoca cominciata con il ‘68, quando tute le regole saltavano per aria. L’ultima volta che in Europa si visse un meccanismo iconoclasta come questo che si è appena concluso accadde con Napoleone, ma lui aveva solo le baionette, ora i mezzi sono ben diversi…”
    Napoleone arrivò, disastrosamente, anche in Russia…di quel paese cosa pensa?
    “Il popolo è rappresentato attraverso il voto dalla politica. In Russia la magistratura prevaleva sulla politica, come c‘è stato il rischio avvenisse in tempi recenti anche in Italia, e infatti quella era, e non è più, una dittatura.”

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