Numero 9(73)
Licantropi, prodotti di una campagna PR
A parte la chiusura della TVS, Mosca, come del resto tutta la Russia, e’ stata sconvolta da un altro evento. Il 23 giugno a Mosca sono stati arrestati sei poliziotti altolocati dell’Ufficio di investigazioni di Mosca (MUR) e un generale del Ministero per le Situazioni di Emergenza, cui faceva capo il servizio di sicurezza interna del Ministero.
Sono accusati di aver organizzato un gruppo criminale. Il Ministro degli interni Boris Gryzlov li ha definiti “licantropi con le spalline” e ha comunicato che sono accusati di aver falsificato le prove per operare concusssioni (circa 100 episodi !!!), di aver partecipato ad assassinii clamorosi, di aver chiesto il pizzo ai commercanti, ecc. I soldi venivano riciclai tramite una fondazione appositamente creata: “Il fondo sociale per la salvaguardia dei veterani della polizia investigativa”.
Non e’ stato facile arrestare alcuni dei sospettati: il responsabile superiore e il vice capo di un reparto dell’Ufficio investigazioni di Mosca si sono asseragliati in un appartamento in vicolo Srednij Karetnyj, poco lontano dalla stessa sede del MUR, la famosa Via Petrovka 38. Gli agenti dell’“Alfa”, il reparto speciale del Servizio Federale di Sicurezza (FSB), chiamati in aiuto, hanno sfondato la porta dell’appartamento con un’ esplosione mirata, ed hanno arrestato gli indiziati. Ma nel frattempo i sospettati hanno fatto in tempo a eliminare molti documenti che si conservavano nell’appartamento.
Secondo informazioni fornite dalla Direzione generale della sicurezza interna del Ministero degli Interni, ai poliziotti arrestati sarebbero stati sequestrati 3 milioni di dollari.
Questi eventi hanno avuto una vasta risonanza nel Paese. I mass media russi definiscono l’operazione congiunta del Ministero degli Interni e del Servizio federale di sicurezza “la purga” più imponente degli organi tutori della legge da quando, alla fine degli anni 80, era stato arrestato Juri Ciurbanov, allora primo vice ministro degli Interni.
Un’attenzione ancora maggiore è stata attratta dalle cifre pubblicate dal Ministero degli Interni, secondo le quali solo l’anno scorso sono state intentate più di 3000 cause penali a carico di quasi 9000 poliziotti, e dalla promessa di Gryzlov di far aumentare questo numero. Nel suo discorso durante l’incontro con i deputati della Duma di Stato appartenenti al partito “Russia Unita”, da lui diretto, Gryzlov ha sostenuto che la guerra contro i “licantropi con le spalline” (usando la sua espressione) e’ solo agli inizi.
Il Ministero degli Interni ha quindi dichiarato di aver risolto uno dei delitti più clamorosi di quest’anno: l’omicidio di Serghei Iuscenkov, il deputato della Duma di Stato. E’ stato riferito anzi che ciò è stato possibile grazie all’arresto dei “licantropi” che avrebbero venduto l’arma all’assassino. Il mandante del reato, secondo i poliziotti, sarebbe Mikhail Kodaniov, presidente della fazione pro-Berezovski del partito “Russia Liberale”, che era concorrente di Iuscenkov. Oltre a lui, è stato arrestato Aleksandr Vinnik, il suo assistente, e gli esecutori diretti del delitto, certi Kisseliov e Kulacinskij, catturati nella città di Syktyvkar, la capitale della repubblica di Komi. L’accusa nei loro confronti è stata avanzata nello stesso giorno in cui l’hanno ricevuta i poliziotti “licantropi”, il 2 luglio.
Molti esperti peraltro hanno stimato l’arresto dei “licantropi” come un’enorme azione di facciata, svolta dal ministro degli interni e dal suo partito “Russia Unita”. Essere così aperti al pubblico, è qualcosa di molto insolito per la polizia, come anche l’eccitazione dell’”odio di classe” nei confronti dei “licantropi”, mediante le storie sugli incontri lascivi nelle loro case di campagna. Tale ipotesi appare assai verosimile anche perché dopo lo smascheramento dei poliziotti del MUR, le informazioni, relative ai gruppi svelati del genere sono piovute in abbondanza, con improvvisa abbondanza. Sembra tanto improntato ad un desiderio indomabile di compiacere la gente anche l’invito di Gryzlov a fotografare i poliziotti della strada che si fanno dare bustarelle, e di mandare le foto alla Direzione della sicurezza interna del Ministero degli interni.
Per ora non è chiaro sino a che punto l’istruttoria riuscira’ a dimostrare la colpa degli arrestati, dato che alcune accuse avanzate contro di loro, come, ad esempio quella di contatti con la malavita, fanno parte del lavoro routine svolto dal Ministero degli Interni mediante agenti infiltrati. Inoltre, l’istruttoria, “chissà perché”, non tocca una questione concernente il rapporto che esisteva tra i “licantropi” e i loro capi: infatti, combinare tutto quello che avrebbero combinato, nel corso di almeno quattro anni, era possibile solo con il favoreggiamento dei dirigenti della Direzione generale degli interni di Mosca. E’ possibile peraltro che ora, in base a queste informazioni siano in corso di preparazione le dimissioni di Pronin, il capo della Direzione Generale degli Interni, leale al sindaco di Mosca Juri Luzhkov, e la sua successiva sostituzione con qualche personaggio gradito al Cremlino. Per fabbricare le cause penali, i “licantropi” dovevano avere complici nella Procura e nella Magistratura, e fors’ anche protettori “al di sopra”, tra i funzionari secondari (ma probabilmente non solo secondari) del Ministero. Il fatto che alcuni di questi uomini siano rimasti in libertà è dimostrato palesemente dalle pubblicazioni, comparse su diverse testate, che promuovono un’unica idea: l’arresto dei “licantropi” sarebbe una vendetta da parte di certi gruppi criminali del MUR, mentre tutti i suoi dipendenti avrebbero intenzione di presentare le dimissioni, in segno di protesta. Ma per ora non si sente parlare di nessuno di questi uomini. Ci possiamo augurare solo che quest’azione di facciata sfoci in un grosso lavoro mirato a ripulire gli organi tutori della legge da gente portata alla concussione e da veri criminali, la cui esistenza comincia ormai ad essere pericolosa per la sicurezza del Paese. Per quanto riguarda l’omicidio di Iuscenkov, gli uomini che conoscono Kodaniov non credono che sia stato lui in persona ad aver organizzato l’assassinio, e sospettano che l’organizzatore ed il mandante sia stato Aleksandr Vinnik, l’ex malavitoso che cercava di assicurarsi il controllo della cassa del partito. Quindi, come avevamo ipotizzato, l’assassinio e’ stato dovuto a banali disaccordi sul denaro, e più precisamente alla riluttanza di Vinnik a perdere il controllo delle somme che dava Boris Berezovskij per l’attività d’opposizione.
|