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Numero 14(78)
Le banche russe fra poco non avranno piu’ niente da imparare dalle banche estere
Intervista con Michel Perhiren, Presidente del consiglio d’amministrazione della Reiffeisenbank


    – Egregio sig. Perhiren, ci può parlare, per piacere, della cooperazione tra la Reiffeisenbank e la Russia? Che cosa è già stato fatto, quali risultati di questa cooperazione si sono verificati?
    – Mi pare che non sia corretto parlare di una cooperazione così “globale”, ed affermare che una banca (specialmente estera) può avere qualche effetto sullo sviluppo di tutta l’economia. Lavoriamo in Russia dal 1989, anche se, come succursale, siamo presenti sul mercato russo dal 1996. Abbiamo stabilito dei solidi contatti con molte aziende. I nostri partners e clienti sono prevalentemente organizzazioni russe (oggi circa il 70%), e in genere la nostra clientela si è formata in modo molto naturale fin dall’inizio. Sarebbe più corretto dire che solo col tempo abbiamo visto tra i nostri clienti grosse corporazioni e compagnie internazionali.
    Siamo contenti di molti indici finanziari; molti risultati meritano di essere menzionati. Verso la fine del 2000, dopo i primi anni di attività e del periodo “postcrisi”, i nostri attivi sono ammontati a 0,6 miliardi di dollari USA, nei due anni successivi gli indici aumentavano di circa il 50% all’anno, raggiungendo oggi gli 1,7 miliardi di dollari USA. Per noi, in realtà, si tratta di uno scatto notevole: se vediamo la nostra dinamica in riferimento alla crescita di altre banche, anche quelle russe (perché quelle straniere, le superiamo molte, per non dire tutte), e non solo come attivi, ma anche come redditività, come lavoro con i clienti corporate, come attività d’investimento e operazioni con clienti privati.
    Con un piacere assai maggiore peraltro rilevo che, a parte i risultati finanziari, siamo entrati in modo molto organico nel settore bancario russo e rispondiamo sempre ai bisogni del mercato. Siamo stati tra i primi ad aver iniziato a lavorare in aree come quella delle finanze corporate, dei finanziamenti ai privati e il finanziamento commerciale: questo è dovuto anzitutto ai nostri sforzi, ma anche alla situazione finanziaria ed economica molto favorevole nel Paese.
    Ora siamo tra le prime 15 banche russe come entità di attivi, mentre la maggior parte dei nostri rating, per determinati indici d’attività, ci fa entrare tra le prime dieci, e stiamo continuamente migliorando gli indici della nostra quotaparte del mercato in tutti i settori.
    – A suo avviso, è possibile definire “soddisfacente” la condizione attuale del sistema bancario russo? Cosa può dire della riforma del sistema bancario? Secondo Lei, gli indici delle banche russe sono ancora molto lontani da quelli dei leaders del rating internazionale, o siamo già a metà strada?
    – Il mercato russo è in via di sviluppo, nel senso diretto del termine. Non mi stanco di rispondere a tutti coloro che mi fanno questa domanda, che fare paragoni con qualche economia stabile e sviluppante a gonfie vele, non è giusto per niente. Si, è vero che anche disponendo di banche abbastanza forti, il sistema bancario per ora non risponde ai bisogni del Paese, ma non è possibile accelerare questo processo in modo artificiale ! Osservando la dinamica dello sviluppo degli ultimi dieci anni, si potrebbero vedere notevoli cambiamenti e risultati conseguiti: l’introduzione delle nuove leggi, riforme, l’adozione dei nuovi standard di contabilità finanziaria, l’esclusione dalla “lista nera” del FATF. Considerando tutto questo, è possibile affermare che la situazione sta cambiando in meglio.
    Va rilevato che questi valori fanno vedere che l’aumento degli indici finanziari fondamentali del sistema bancario è stato più alto anche della crescita del PIL: parlo dei risultati dell’attività di molti operatori e di molte banche, diventate attive proprio dopo la crisi...
    – Sarebbe lecito sostenere che il settore bancario russo ha un potenziale considerevole per una crescita ulteriore e per la riforma, se oggi solo il 20% dei russi ha conti correnti presso le banche, solo il 7% usa carte di credito e solo il 9% si è rivolto alle banche per ottenere crediti (ad ottenerli è stato solo il 5% dei russi) ? Oggi i russi non sono abituati a tenere dei soldi nelle banche.
    – Ciò non significa assolutamente che la popolazione non abbia bisogno dei servizi delle banche: in realtà, l’ offerta non corrisponde alla domanda. Tutto dipende sempre dall’ offerta: se corrisponde alla domanda, allora il bersaglio è centrato. E’ necessario studiare ed analizzare i bisogni dei clienti... Abbiamo fatto proprio questo, preparando il programma dei finanziamenti per l’acquisto delle automobili: abbiamo contattato concessionari, compagnie assicurative, abbiamo appurato dei punti problematici e, alla fine, abbiamo sviluppato un prodotto che è stato accolto molto bene dai clienti. Vanno sempre tenute in considerazione le necessità di un cliente potenziale. La concorrenza crescente oggi è un bene: vediamo un numero sempre maggiore di banche che occupano determinati spazi nel mercato, orientandosi verso clienti diversi: “i posti liberi” vengono occupati.
    La sua ultima osservazione è degna di un commento particolare. Molti banchieri sono costretti a dare un giudizio proprio su questo problema. E’ una questione di fiducia, che in Russia non è affatto semplice, trattandosi di un Paese nella cui storia c’ erano stati parecchi momenti che possono alimentare dubbi e diffidenza. Oggi, non posso non segnalarlo, l’indice di fiducia è altissimo: basta paragonare la situazione di fine 1998 a quella attuale: cambiamenti notevoli in meglio sono evidenti.
    Per quanto riguarda il potenziale del settore bancario, credo che sarebbe più giusto parlare del potenziale della Russia in generale, che c’è stato sempre e ci sarà. La Russia è uno dei Paesi più grandi del mondo, con un potenziale enorme, il che vale a dire che anche il settore bancario ce lo ha: basta applicare sforzi maggiori per suscitare modifiche positive nel Paese, e ciò avrà un effetto positivo sulle sue infrastrutture, compreso il sistema bancario.
    La crescita del PIL in Russia supererà la crescita in qualsiasi Paese industrializzato del mondo nei prossimi dieci anni; il settore bancario crescerà, come minimo, con ritmi uguali. Saremo testimoni già da domani di mutamenti notevoli nelle dimensioni e nella competitività delle banche russe. Vorrei citare le parole del Presidente del consiglio d’amministrazione della Sberbank, il quale ha detto a suo tempo che il primo passo nella strategia dev’essere l’attrazione di ogni cliente come mutuatario.
    – Secondo le informazioni pubblicate sul numero di luglio dell’ autorevole rivista britannica “The Banker”, pubblicato dal giornale “The Financial Times”, 17 banche russe sarebbero entrate, secondo i risultati dell’anno scorso, fra 1000 banche più grosse del mondo. Lei è d’accordo con tale stima?
    – Ciò riflette tendenze positive nello sviluppo del mercato bancario russo, delle quali ho parlato prima... Ma bisogna capire che le dimensioni non garantiscono la qualità. I contenuti qualitativi e l’efficienza di lavoro devono sempre prevalere.
    – Cosa può dire dell’attività legislativa nel campo del perfezionamento del sistema bancario? Così, ad esempio, è impossibile definire ideale la legge “Sulle garanzie dei depositi”, dato che essa contiene molti punti discutibili e mancanze.
    – Non si può negare che si stiano facendo molti sforzi, mirati al perfezionamento delle norme legislative e della strutturazione del settore bancario. Vorrei sottolineare che ci vuole del tempo per “lucidare” e mettere a punto le innovazioni. Molte leggi ed istruzioni sono introdotte per la prima volta. E’ evidente che la loro applicazione ed il loro espletamento richiedono dei tempi supplementari. E’ impossibile attendersi, per esempio, che il passaggio verso gli standard internazionali della contabilità finanziaria sia rapido e facile: deve passare un certo tempo per sperimentare questi principi.
    Per quanto riguarda la legge “Sulle garanzie dei depositi”, è una questione attuale nel lavoro delle banche con i clienti individuali. Ora questo trend si sviluppa molto rapidamente, e sono sicuro che la popolazione accoglierà assai bene la legge, ma, come ho già detto, l’espletamento e l’adattamento richiedono del tempo: non può andare tutto liscio fin dal primo momento.
    – Quali sono le prospettive di perfezionamento del sistema bancario russo, e quale può essere il ruolo della Reiffeisenbank in questo processo?
    – Per me, il ruolo di qualsiasi banca estera è anzitutto quello di inserire le nuove tecnologie, i “know-how”, e di adattarli alle condizioni del mercato. Oserei supporre che la Reiffeisenbank ci sia riuscita bene e ci abbia dato il suo contributo positivo.
    Noi in Russia abbiamo ormai superato la fase “formativa”, e tutte le banche che operano sul mercato sanno quali sono le regole di gioco e le trappole. Il settore bancario crescerà, contribuirà alla crescita economica e avrà un ruolo chiave nello sviluppo del Paese. Le banche russe fra poco non avranno piu’ niente da imparare dalle banche estere. Oggi dovrebbero impegnarsi nella cooperazione con strutture finanziarie occidentali: tale cooperazione sarà certamente feconda. Mi pare che lo scopo principale delle banche russe attualmente sia quello di “entrare” e diventare membri “a pieno titolo” della comunità bancaria internazionale, attenendosi ai princìpi universalmente accettati della contabilità finanziaria internazionale, della gestione corporativa, della lotta al riciclaggio dei redditi illegali, ecc. E’ importante pure che questa crescita sia pienamente supportata dalle autorità: quanto più avanti andranno le banche in questa direzione, tanto più vantaggio ne avrà il Paese...

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