Numero 14(78)
Un triste anniversario
E’ passato un anno dalla data in cui i separatisti ceceni avevano occupato il musical “Nord-Ost” e dalla successiva pperazione, mirata alla liberazione degli ostaggi, in seguito alla quale erano morte 130 persone.
Il 23 ottobre il Presidente Russo Vladimir Putin è arrivato al Centro teatrale in via Dubrovka, ha deposto delle rose bordò al monumento inaugurato in occasione dell’anniversario (una stele alta sette metri, coronata da uno stormo di gru), ed ha commemorato con un minuto di raccoglimento le vittime dell’attentato. Il capo dello Stato ha avuto un breve colloquio con Gheorghi Vassiliev, regista e produttore del musical “Nord-Ost”. Ha avuto luogo un comizio commemorativo, dedicato all’anniversario degli eventi tragici. Per ricordare i morti, sono venuti i loro parenti, amici, ex ostaggi, diversi moscoviti.
Rispondendo in parte alla domanda in che modo i terroristi siano riusciti ad inflitrarsi nella città infarcita di uomini dei servizi segreti, la Procura ha comunicato che a parte il procedimento penale principale, relativo all’attentato di via Dubrovka, ne sono stati intentati altri tre, a carico degli impiegati degli uffici di Mosca preposti al rilascio dei passaporti, che avevano illegalmente rilasciato ai terroristi i permessi di soggiorno nella capitale.
Ciò del resto non è stato sufficiente per evitare un nuovo scandalo. Gli ex ostaggi del “Nord-Ost”, insieme agli esponenti di organizzazioni umanitarie, hanno accusato il Presidente Putin di aver nascosto le informazioni relative alle azioni delle teste di cuoio. Si tratta delle dichiarazioni fatte dal Presidente circa l’innocuità del gas utilizzato durante l’assalto. Gli ex ostaggi e difensori dei diritti umani hanno informazioni contrarie e accusano il Presidente di aver mentito. Infatti le affermazioni delle autorità in merito alla composizione del gas hanno subìto cambiamenti radicali nel corso dell’ultimo anno. Inizialmente funzionari altolocati sostenevano che fosse stato utilizzato un gas con un contenuto altissimo di fentanile. Successivamente, dopo aver “ricordato” che tale gas può essere applicato solo in seguito ad una procedura lunga e complicata di approvazioni, le autorità hanno smesso di parlare della composizione del gas, limitandosi a constatare che esso fosse comunque innocuo. E tutti i tentativi dei difensori dei diritti umani, mirati a citare in giudizio coloro che avevano permesso di usare il gas vietato, falliscono.
Tuttavia, nonostante le dichiarazioni clamorose delle autorità e dei servizi segreti, non è affatto garantito che un attentato orribile non abbia a ripetersi. Anche perché le autorità cercano in ogni modo di evitare le risposte alle domande scomode. A parte quelle sopra menzionate, si tratta della domanda su chi è responsabile della morte degli ostaggi, perché non c’era un numero sufficiente di medici preparati sul luogo della tragedia, e quali misure sono state prese nel corso dell’ultimo anno: se sono sufficienti per prevenire un’altra infiltrazione dei terroristi? I funzionari non danno risposte chiare.
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