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Numero 14(78)
L’Europa secondo il leader radicale
A tu per tu con Marco Pannella
“Finchè la Russia di Putin non avrà risolto il problema della Cecenia secondo logiche occidentali non potrà mai fare parte dell’Unione Europea”


    – Come immagina l’Europa del futuro?
    – Nell’Europa futura vedo l’adesione di Israele e, perché no, della Turchia, un’Europa dunque basata sui trattati e non solo sulla geografia. Entrambi questi paesi devono però presentarsi con un sistema democratico di gestione dello stato ed accettare ovviamente alcuni principi fondamentali di libertà e di democrazia. Non credo però che nel futuro prossimo l’Europa sia in grado di assistere ad eventi così importanti, che sia in grado di affrontare grandi cambiamenti. Su queste basi l’Europa non ce la farà.
    Tutto ciò comporterebbe oltre che un‘ampia circolazione di uomini e mezzi una grande circolazione di idee. E L’Europa non è in grado di sostenere tutto ciò.
    Temo non sia nemmeno possibile parlare in maniera più concreta del ‘Corridoio 5’, per quanto riguarda lo sviluppo delle vie di comunicazione e di scambi fluviali, sono idee alle quali già da molto tempo si lavora, ma ripeto non credo che l’U.E. sia il luogo attrezzato a governare questi grandi progetti o grandi fenomeni di sviluppo.
    – Perché la Turchia sì e la Russia no?
    – La Russia di Putin deve prima affrontare e risolvere la questione cecena in maniera diversa da quella che sta praticando ora…La Turchia è laica, e il partito che la governa è assimilabile alla Democrazia Cristiana che governava in Italia negli anni ‘50 ai tempi di De Gasperi. Un discorso diverso invece va fatto per i dieci paesi che entreranno ora nell’UE con l’allargamento ad est. Gli otto ex comunisti sono forse quelli più vicini allo spirito degli antichi padri europei.
    – E i Curdi in Turchia allora?
    – Guardi che io non sono favorevole all’indipendentismo curdo così come non lo ero per quello degli altoatesini italiani. Se ne andassero pure, lo Stato Italiano avrebbe risparmiato una montagna di miliardi e loro avrebbero finito con il fare la fame come nel Tirolo del nord. Non so davvero se poteva esserci convenienza da parte loro!
    – Ma la Turchia entrerà in Europa?
    – Berlusconi parla tanto, va al matrimonio di..chi era? la figlia di Erdogan? Ma intanto siamo a metà del semestre di presidenza italiana in Europa e non c’è ancora una riga scritta, e sono convinto non ci sarà nemmeno mai.
    – Qual’è l’Europa possibile allora?
    – L’Europa che per me era in grado di sostenere ed affrontare tutto questo era quella che si basava su una costituzione tipo quella americana, di uno stato cioè di diritto. Tanto che già nel 1946 Winston Churchill a Zurigo disse “Europa in piedi, bisogna conquistare gli Stati Uniti d’Europa”.
    Un Europa fatta dagli Stati più vicini allo spirito Europeo. Erano cinque o sei i paesi fondatori, anche se rappresentavano sì e no un quinto di quella che è l’Europa geografica. Infatti non c’era l’Albania, e nemmeno la Grecia dei Colonnelli, non c’era tutto l’oriente… Anche il progetto di Statuto dell’84 era una risposta, ma si è perso.
    Con questa Convenzione Europea che sta nascendo non ci sarà una vera democrazia, non avremmo un’Europa liberale ma solo burocratica. L’Europa non c’è e non nasce.
    – Berlusconi o Prodi agiranno in maniera decisiva per l’Europa?
    – Berlusconi e Prodi si integrano, non c’è una grande differenza.
    Anche se Prodi ci rappresenta in Europa, ricordiamoci che lui è stato il ‘ministro’ dell’IRI e basta, questo è il livello culturale, rimarrà certo Presidente dell’UE fino alla fine del mandato, ma da Bruxelles non c’è più spinta propulsiva nella sua azione politica, non c’è più forza.
    – L’Italia quanto conta nella diplomazia internazionale?
    – Sia la maggioranza che l’opposizione sono ad un livello politico che è quello che Berlusconi consente, la diplomazia non si attua più nei luoghi e nei modi tradizionali. Forse Frattini, la Farnesina, ha, avrebbero idee diverse, ma non possono metterle in pratica.
    Può sembrare che ci siano state delle grandi manovre, ma in realtà ognuno segue i propri interessi e non si può certo parlare di grandi diplomazie.
    Putin è sì amico di Berlusconi, ma questo non significa che ci sia un’integrazione che ci faccia pensare alla Russia in Europa. Forse che ne so, magari Berlusconi quando vede attraccare la flotta russa davanti a casa sogna di organizzare nella sua villa in Sardegna un matrimonio fra una figlia di Putin e un nipote di Bush…
    – Critica forse l’apertura del Presidente Russo nei confronti del Presidente del Consiglio Italiano?
    – Putin fa i suoi interessi. Non lo critico, come Berlusconi fa i suoi.
    – Allora ce l’ha con Berlusconi…
    – Berlusconi ora va in Cina. Ai tempi di Craxi la delegazione era composta da 200 persone, quella di Berlusconi sarà di 400 così potrà dire di avere portato tutti. Ma cosa c’entra? A cosa serve? Berlusconi non ha capito nulla.
    – Il vostro rapporto, il rapporto del Partito Radicale Transnazionale con l’Est europeo?
    – Noi già nel 1988, quando c’era ancora la cortina di ferro ed il Muro di Berlino volevamo organizzare il nostro Congresso a Belgrado o Zagabria. Non ci lasciarono e lo tenemmo a Budapest, e fu un grande, grandissimo successo…
    – Ora?
    – Ora Amman, e poi Gerusalemme, e la Palestina, il nostro impegno continua…

Biografia
    Marco Pannella, leader dei radicali italiani da quasi quarant’anni, è nato il 2 maggio 1930 a Teramo. Laureatosi in giurisprudenza a soli vent’anni è poi diventato giornalista professionista. Naturalmente, però, è da tutti ricordato come il fondatore, Segretario e Presidente del Partito radicale e della Lista Pannella, nonché cofondatore del Partito radicale transnazionale. Nelle cui fila è stato più volte parlamentare nazionale ed europeo.
    A vent’anni è incaricato nazionale universitario del Partito liberale; a ventidue Presidente dell’Unione Goliardica Italiana, a ventitrè Presidente dell’Unione Nazionale degli Studenti Universitari .
    Già nel 1955 è tra i fondatori del Partito Radicale, con il motto “un partito nuovo per una politica nuova”.
    Il Partito Radicale inizia le sue attività nel 1956. Con questa formazione Pannella affronterà la sfortunata campagna elettorale condotta nel 1958 assieme ai repubblicani. Nel 1959, su “Paese Sera”, propone l’alleanza di tutte le sinistre e l’ipotesi di un governo che comprenda anche il PCI. Nel 1960 è corrispondente de “Il Giorno” da Parigi, dove intreccia attivi rapporti con la resistenza algerina; ma quando il partito radicale, travolto dalle divisioni interne e soprattutto dall’avvento del centro-sinistra, entra in crisi e rischia il definitivo scioglimento, torna e nel 1963 assume la Segreteria del partito.
    Nel 1965 inizia la campagna divorzista, una battaglia che sembrava persa in partenza ma che vide invece trionfare i “sì. L’anno dopo viene arrestato a Sofia, dove si era recato per protesta contro l’invasione della Cecoslovacchia. Quello è anche l’anno del primo grande digiuno gandhiano, condotto assieme a numerosi altri militanti nonviolenti.
    Nel 1973 Pannella fonda e dirige il quotidiano “Liberazione”, che uscirà dall’8 settembre 1973 al 28 marzo 1974. Il Pr avvia la campagna sull’aborto e per la liberalizzazione delle droghe leggere. Nel 1976 viene eletto per la prima volta alla Camera (sarà rieletto nel ’79, nell’83 e nell’87) e poco dopo scoppia il caso Moro, l’evento traumatico della politica italiana. Fra garantisti e “linea dura” con i terroristi, Pannella sceglie la prima posizione, affincato in questo dallo scrittore siciliano Leonardo Sciascia al quale, per le elezioni del 1979, Pannella personalmente offre la candidatura alla Camera e al Parlamento europeo. Lo scrittore accetta: venti radicali vengono eletti in Parlamento, mentre tre sono i seggi conquistati al Parlamento europeo. Sciascia e Pannella vengono eletti sia a Montecitorio che a Strasburgo.
    Intanto, viene anche approvata la legge 194 sull’aborto, subito contrastata da varie organizzazioni di stampo cattolico che propongono addirittura un referendum abrogativo. Anche in questo caso, come per il divorzio, la lotta fra i due fronti è dura e spesso aspra ma, il 17 maggio del 1981, il 67,9% degli italiani vota per il “No” all’abrogazione.
    Frattanto, in quegli anni esplode un altro caso significativo che porterà, indirettamente, i radicali alla ribalta, ossia l’arresto ingiustificato ed arbitrario del presentatore televisivo Enzo Tortora, vittima di uno scambio di persona. Una vicenda che vedrà i Radicali assai critici nei confronti dell’operato della magistratura, accusata di incompetenza e superficialità, e che porteranno Tortora a diventare eurodeputato radicale nel 1984.
    Nel settembre 1992 Pannella con altri sei parlamentari radicali, appoggia la manovra economica del governo di Giuliano Amato. Alle elezioni politiche del 1994 si schiera con il Polo di Berlusconi. Nel ’99 è stato rieletto parlamentare europeo, con la Lista Bonino.
    La lunga carriera di questo instancabile uomo politico contempla inoltre negli anni una lista interminabile di incarichi.: Presidente della XIII circoscrizione del Comune di Roma consigliere comunale a Trieste, Catania, Napoli, Teramo, Roma e L’Aquila, consigliere regionale del Lazio e dell’Abruzzo. Attualmente è Parlamentare europeo e fa parte della Commissione per lo sviluppo e la cooperazione; della Commissione per gli affari esteri, i diritti dell’uomo, la sicurezza comune e la politica di difesa; della Delegazione per le relazioni con Israele; dell’Assemblea Parlamentare paritetica della convenzione fra gli Stati dell’Africa, dei Caraibi e del Pacifico e l’Unione europea.

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