Numero 16(80)
La mancanza di nuovi personaggi nello schieramento democratico
Finita sul binario morto la ricerca dell’unico candidato democratico a Presidente
L’interpretazione dei risultati delle elezioni politiche si è oscurata molto presto di fronte all’inizio della corsa presidenziale, che rischia di diventare priva di alernative. Il Comitato centrale elettorale ha fissato le elezioni per il 14 marzo, e i candidati devono dichiarare il proprio desiderio di partecipare alla corsa presidenziale entro il 5 gennaio. Le tre settimane che mancano a questa data sono un tempo molto breve per tutti i candidati tranne Vladimir Putin.
Va detto anzittutto che l’incapacità dei partiti della destra di passare alla Duma ha complicato parecchio la presentazione del loro candidato a Presidente. Per i candidati che non rappresentano i partiti parlamentari, la presentazione del loro candidato deve essere fondata sulla raccolta di 2 milioni di firme entro il 28 gennaio. Tenendo conto dei tempi brevi, ciò significa che il candidato Presidente deve essere scelto almeno a due settimane dal Capodanno. Visto che una decisione così difficile dev’essere presa in tempi così stretti, la presentazione del candidato a Presidente dai partiti della destra sarà sicuramente accompagnata da consultazioni con il Cremlino.
Ma il problema cardinale è quello del caos che regna tra nella destra. Anche se il negoziato mirato all’unificazione tra Yabloko e l’Unione delle forze di destra (SPS) è diventato più attivo dopo il crollo delle elezioni, i colloqui rimangono forzati e procedono sempre con difficoltà. Mentre i leader dell’ SPS, Nemtsov, Khakamada e Ciubais sono disposti a dimettersi per dare spazio ai giovani politici liberali, Grigorij Yavlinskij non vuole per ora terminare la sua carriera politica. Pochi giorni fa il leader di Yabloko ha detto che a suo avviso non avrebbe compromesso la fiducia dell’elettorato. Ciò potrebbe significare che vorrà partecipare alle elezioni presidenziali, il che non farebbe che peggiorare ancora la situazione della destra, perché è difficile che l’Unione delle forze di destra, in tal caso, si unisca a Yabloko, mentre il supporto dell’elettorato, se non è perso, è stato assai sperperato da Yavlinskij.
Uno degli scenari possibili prevedeva la presentazione di Vladimir Ryzhkov, un deputato uninominale, come candidato della destra a presidenza. Ma l’incapacità dell’ SPS e di Yabloko di mettersi d’accordo ha di nuovo fatto fare ai democratici una brutta figura, e il 16 dicembre, parlando in diretta alla radio “Eco di Mosca”, Vladimir Ryzhkov ha rifiutato di capeggiare la coalizione democratica alle elezioni imminenti.
“Se l’Unione delle forze di destra e Yabloko tuttora non possono mettersi d’accordo sulla presentazione dell’unico candidato, vuol dire che non ce ne sarà uno”, ha detto Ryzhkov.
Ha ricordato che l’assemblea del partito Yabloko, come quella dell’ SPS, è stata fissata per la terza decade di gennaio. Ma l’eventuale candidato dei due partiti che non hanno più i loro rappresentanti nel Parlamento dovrà raccogliere a suo favore due milioni di firme, ma questo lavoro va finito entro il 28 gennaio, ha ricordato Ryzhkov. A su parere, “a parte le difficoltà ideologiche ci sono anche quelle finanziarie e organizzative”.
Secondo le informazioni dell’Espresso, i dirigenti di Yabloko ora stanno esaminando la possibilità di presentare Vladimir Lukin come candidato a presidente. Se tale decisione sarà veramente presa, rivelerebbe un’incomprensione totale di quelle realtà politiche che accompagnano le elezioni. Le elezioni politiche e in particolare il successo del movimento “Rodina” hanno fatto capire che oggi l’elettore vuole politici giovani, aggressivi e additittura, in un certo senso, sfacciati. Vladimir Lukin, intellettuale e democratico filooccidentale, ovviamente, è un personaggio diverso. E’ vero peraltro che alle elezioni di marzo si svolgerà la lotta per il secondo e non per il primo posto. I democratici dovrebbero usare le imminenti elezioni per lanciare un politico nuovo, un concorrente potenziale di Vladimir Putin, il quale potrebbe impedire al Presidente di vincere al primo turno, ridando cosi’ alla scena politica russa le preferenze ormai un po démodé dell’elettorato della destra, come la libertà d’espressione, ecc.
Dalla decisione della destra di presentare il proprio candidato a Presidente dipendono molte cose. Se il candidato della destra non ci sarà, Ghennadij Ziuganov diventerà l’unico esponente dell’opposizione reale al Cremlino, anche se i comunisti dicono di voler boicottare le elezioni di marzo. Il partito comunista, a proposito, negli ultimi mesi ha dimostrato di essere assai più dedito agli ideali democratici degli stessi partiti democratici: basta ricordare la famosa dichiarazione di Ghennadij Ziuganov che, secondo il conteggio parallelo di voti, Yabloko ha avuto alle elezioni il 5,98% di voti e l’ SPS, 5,12%. Nessun altro ha osato contestare i risultati ufficiali delle elezioni, nonostante numerose dichiarazioni degli osservatori sulle trasgressioni riscontrate. Ma il Partito comunista non genera nuove idee e non attira i giovani, cioè è il partito del passato.
Se invece un candidato della destra verrà a galla, ciò significherà che il Cremlino dovrà immancabilmente tener conto di quella parte della società che appoggerà questo nuovo leader. Quindi, non tutto per ora è perso, basta poco: trovare un leader del genere tra i politici attuali.
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