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Numero 2(82)
Esaminato, Deciso

    La mostra “Esaminato, Deciso” si è aperta presso la galleria “Kovceg” di Mosca. L’umanità ha inventato molti metodi per ammazzare il tempo. Anche il Paese dei Soviet ha dato il suo contributo alla varietà di queste soluzioni.
    In nessun altro punto del mondo, tranne magari qualche altro angolino dell’alleanza comunista, in nessun posto ci potevano essere tante riunioni, sedute, assemblee, raduni, tanti convegni.
    I dirigenti della galleria “Kovceg” non sono nostalgici dei tempi sovietici, ma il tema delle riunioni stranamente li ha turbati. Nell’ambito della loro attività (e la galleria esiste ormai da quindici anni, cioè veramente tanti, secondo i criteri del mercato artistico russo), i galleristi esaminavano agendine e taccuini di diversi artisti, con sopra i disegni fatti durante le diverse riunioni: del partito, del sindacato, ecc. L’artista, come qualsiasi sovietico, doveva consumare i frutti dell’entusiasmo assemblearistico dei dirigenti. Il tormento della presenza coercitiva, che durava ore ed ore, dei lunghi discorsi, dibattiti, una noia difficilmente sopportabile e la sensazione di un tempo perduto inutilmente, tutto questo poteva quasi far impazzire gli uomini e le donne. L’artista aveva l’unico antidoto: le sue abitudini professionali. Le nuche e i talloni di coloro che gli stavano davanti, le gambe della sedia, un estintore a schiuma nell’angolo, un oratore in tribuna: tutto diventava oggetto di disegni dal vero. C’era, infatti, un sacco di modelle e modelli da ritrattare, un mare di tempo, bastava avere una matita e un pezzo di carta.
    L’abitudine di disegnare ovunque e sempre distingueva molti artisti sovietici, soprattutto quelli laureati dai Laboratori pansovietici tecnico-artistici e dall’Istituto pansovietico tecnico-artistico e dall’Istituto poligrafico. La scuola del disegno dal vero è stata fortissima, e anche dopo la fine degli studi la consuetudine di disegnare ogni giorno gli artisti ce l’avevano nel sangue. Raccogliere una mostra dei disegni fatti durante le riunioni quindi, non è stato un compito irrealizzabile. Per completare il quadro si poteva colmare tutte le pareti delle sale dell’esposizione con i fogli raffiguranti nuche, talloni, ecc. Allora si potrebbe sentire fisicamente la condizione di una noia assemblearistica. Tale mostra peraltro potrebbe essere vista fino alla fine da pochissime persone.
    La galleria “Kovceg” pertanto ha fatto degli sforzi organizzativi e, oltre ai disegni fatti nelle agende, ha presentato meravigliose opere pittoriche e grafiche che trattano l’argomento delle riunioni. La Galleria Tretiakov, il Museo dell’Oriente, il Museo Teatrale Bakhruscin, la Pinacoteca di Vologda, un museo di Nizhnij Tagil e molti altri depositi dell’arte hanno concesso le loro opere, anche i collezionisti privati hanno prestato i propri pezzi rari. E’ venuta una mostra grande e tutt’ altro che noiosa, in cui ci sono i disegni e le pitture degli artisti famosi e poco noti, nonché le foto uniche nel loro genere dal museo della società Memorial e le copie dei disegni dei supremi dirigenti del partito degli anni 1920-1930, nei quali le passioni interne del partito sono raffigurate in una forma caricaturale del grottesco, a volte terrificante, e qualche volta, anche volgarissima.
    L’importante è che la mostra è priva di pathos superfluo e non è priva di ironia. Stranamente sembra molto conveniente anche oggi. Cronologicamente, l’ultima opera è “La seduta dell’Accademia di belle arti” del 2003. Capitata (mica appositamente) tra le elezioni politiche e presidenziali, la mostra “Esaminato, Decretato” avverte: gli artisti non dormono alle riunioni.

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