Numero 3(94)
L’invasione del “metro corto”: Da trenta secondi a 20 minuti
È la durata dei film inclusi nel programma “Futureshorts”. Il “cortometraggio del futuro” è arrivato anche a Mosca: dal 29 aprile, presso il club “Dom” verranno proiettatti cortometraggi, clip e film d’animazione di diversi Paesi.
Il festival cinematografico si distingue proprio per il fatto di presentare cortometraggi. E questa formula si diffonde a livello mondiale come una specie di una rara malattia. Nell’ambito del “futureshorts” infatti tutto è diverso dal “gran cinema”. Se un festival cinematografico si svolge ad esempio a Cannes, non può aver luogo anche a Venezia, che già vanta la propria Mostra del cinema, mentre invece le “metastasi” del Futureshorts hanno colpito Berlino, Parigi, Bruxelles, Bristol ed altre città. Proiezioni regolari dei cortometraggi Futureshorts si tengono presso 15 cinema e locali di Londra. Il festival si diffonde per il mondo con la velocità di un’influenza cinese: dal Brasile alla Corea del Sud.
Gli organizzatori propongono cortometraggi di meaestri come Mike Leigh (vincitore del Leone d’Oro di Venezia 2004), Ken Loach, Spike Jonez. Il programma include anche i migliori film d’animazione del mondo, vincitori dei festival internazionali dei nuovi media e dei videoclip musicali. I creatori della rete europea e ormai forse anche mondiale di proiezioni di cortometraggi parlano di una rivoluzione del cinema, e del fatto di aver potuto “risollevare per la prima volta il cortometraggio cinematografico dal suo status storicamente ingiustificato di genere marginale”. La portata dell’iniziativa dimostra la grinta degli organizzatori in fatto di affari e l’esattezza dei loro calcoli. In sostanza, dietro all’idea il festival si intravede un normale progetto commerciale: il Futureshorts sta occupando sul mercato una nicchia che nessuno prima d’ora aveva cercato di sfruttare sul serio. E pare che gli organizzatori abbiano colto in tempo l’occasione: il cinema d’autore sempre più predilige la lunghezza ridotta. Anche i registi più famosi non disdegnano “il metro corto” dal budget scarso e dalle prospettive di profitto inesistente, senza commissioni pagate e supporto dei produttori: lo fanno seguendo il proprio estro creativo. In parallelo emergono le nuove leve del settore delle arti visuali, in cui il video ha da tempo conquistato una propria, piena dignità. I nuovi artisti non studiano più presso le accademie europee disegno e composizione, bensì diversi metodi di narrazione sullo schermo.
Coniugando quest’area artistica sperimentale al sistema di distribuzione proprio dei festival, il Futureshorts promuove nuova merce cinematografica d’élite, per ora non troppo divulgativa. A Mosca si potrà vedere “Città Paradiso”, un film di Gael Denis uscito all’inizio di quest’anno, che continua ad ottenere premi ai festival internazionali e che è stato nominato peraltro miglior film d’animazione dall’Accademia cinematografica britannica nel 2005. “Musiche per un appartamento e 6 batteristi” è un film svedese di O. Simonsson e Ja. Nielsson. “Come ci è finito lì?” è un cortometraggio girato da Spike Jonez, uno dei registi più famosi di videoclip musicali che aveva girato i video per Bjork, Moby, Beasty Boys ecc. “Corsia n.13” è un cartone animato per adulti che parla dei contrasti tra un paziente e dei dottori (nomination per l’Oscar e 13 premi vinti ai festival cinematografici internazionali). “Merci” è una novella dell’assurdo “sul riso e sulla metropolitana” della regista Cristine Rabett. Il film “Chi ha ucciso una civetta marrone?” è stato girato con i fondi del cento culturale di un piccolo quartiere londinese; gli autori, Cristine Molloy e Joe Lowler, per realizzare la loro bizzarra opera - che ha vinto il festival dei cortometraggi di Edinburgh - hanno impegnato 80 inquilini di un caseggiato. Il programma include anche i video musicali del gruppo Radiohead. Le opere sono di diverso genere, ma tutte molto promettenti.
Il festival, a proposito, dovrebbe occupare alcuni locali e cinema di Mosca e Pietroburgo. Chiunque lo desideri potrà vedere i cortometraggi migliori del mondo. Dopo il “Dom”, ad ospitare i film del festival dovrebbe essere la sala proiezioni del club B2. S’aspettano altre notizie. Il metro corto deve, insomma, sorpassare la noiosa tradizione della fabbricazione cinematografica “epica”.
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