Numero 7(98)
Il Successore oppure una manovra diversiva?
Vladimir Putin ha dichiarato il rimpasto il 14 novembre, durante la riunione con i membri del Governo. Nell’esecutivo d’ora in poi ci saranno due cariche di vice premier. Il primo vice presidente del Governo sarà l’ex capo dell’amministrazione presidenziale Dmitrij Medvedev. Il posto del secondo vice premier sarà occupato da Serghej Ivanov, che si riserva anche la carica di Ministro.
Come nuovo capo dell’amministrazione presidenziale è stato nominato Serghej Sobjanin, l’ex governatore della regione di Tjumen. “Sapete bene che, come si dice, la ricchezza della Russia sia destinata a crescere tramite la Siberia. Credo che i siberiani sappiano meglio degli altri, come si debba fare per conseguire questo obiettivo; cosicché al posto del dirigente dell’ammistrazione del Presidente della Russia è stato nominato Sobjanin Sergej Semionovich”, ha detto Vladimir Putin.
Sono stati destituiti i rappresentanti plenipotenziari presso i circondari del Volga e dell’Estremo Oriente, rispettivamente Sergej Kirenko e Konstantin Pulikovskij.
Secondo molti esperti, Dmitrij Medvedev, trasferito al posto di primo vice premier, dovrebbe succedere fra poco al suo nuovo capo, Mikhail Fradkov, al posto di Primo Ministro, dopo di che, seguendo il modello dell’operazione “successore-99”, diventerà erede di Vladimir Putin. “Medvedev viene preparato per dare il cambio a Fradkov, oberato, e la cui salute gli fa fare brutta figura”, ha riferito una fonte del quotidiano “Vedomosti” nel Governo. “Dopo essere stato creato quest’autunno il consiglio per i progetti nazionali, era diventato evidente che in Russia ci saranno due Governi, e per risolvere il conflitto è stato deciso di delegarne uno a Medvedev”, ha detto un funzionario dell’amministrazione presidenziale. Un impiegato del Governo è sicuro che il primo vice premier non si limiterà a gestire progetti nazionali, e che riorganizzerà l’attività di tutto l’esecutivo. Medvedev è un funzionario molto autorevole: infatti, essendo il capo dell’amminstrazione, fino ad ora aveva praticamente sovrainteso anche al lavoro di Fradkov e di altri ministri.
Un funzionario dalla piazza Staraja definisce Medvedev un manager di stampo occidentale, e paragona le sue riunioni ai consigli di amministrazione di società estere, in cui “tutto è verificato e non ci sono parole superflue”. Un altro constata come Medvedev in 5 anni sia cresciuto, abbia ultimamente lavorato con energia ai progetti nazionali, abbia “raccolto i cocci” della monetizzazione delle agevolazioni promossa dall’esecutivo. Ma non era possibile nominare Medvedev subito come primo ministro, secondo lo stesso funzionario: servono alcuni mesi di “rodaggio”, perché Medvedev non ha mai lavorato nel Governo, scrive il “Vedomosti”.
Non è da escludere neanche che Putin semplicemente stia testando la coppia Medvedev/Ivanov come padrone del Cremlino e padrone della Casa bianca.
Esiste peraltro un’opinione direttamente opposta: se Medvedev sarà nominato Premier, ciò significherà che non avrà chances di diventare “successore”. Infatti, nei due anni che sono rimasti alle elezioni presidenziali, lui (ci penseranno soprattutto i suoi concorrenti) acquisterà piano piano “un’immagine negativa”, che difficilmente gli permetterà di ripetere il trionfo di Putin a cavallo dei milenni. La stessa cosa può essere detta riguardo a Sergej Ivanov. Sono esigue anche le chances di Serghej Sobjanin: il capo dell’amministrazione presidenziale non è mai stato un politico di successo.
È probabile che il rimpasto in questione sia un tentativo del Presidente di ottenere un’accelerazione della crescita economica inserendo nel Governo personaggi dei quali si fida personalmente. È assai importante anche il fatto che proprio Medvedev d’ora in poi controllerà le risorse finanziarie, stanziate dalle autorità per l’implementazione dei “progetti nazionali” (550 miliardi di rubli tra il 2006 e il 2008). Sergej Ivanov, da parte sua, in qualità di vice Premier potrà controllare tutti i ministri responsabili della sicurezza, il che farebbe presagire un certo raffreddamento del Capo dello Stato nei confronti del capo del FSB (Servizio federale di sicurezza).
Sembra peraltro che la vicenda vada oltre il rimpasto al vertice. Pochi hanno prestato attenzione ai personaggi chiamati a sostituire Kirenko e Pulikovskij. Come rappresentante del Presidente nella Regione del Volga è stato nominato Aleksandr Konovalov, l’ex procuratore generale di Baškortostan, mentre come rappresentante del Presidente nell’Estremo Oriente è stato designato Kamil Iskhakov, l’ex capo dell’amministrazione della città di Kazan’. Considerato che sia Konovalov che Iskhakov erano in opposizione ai loro leader regionali, rispettivamente a Murtaza Rakhimov e a Mintimer Šjajmiev, il loro trasferimento (che sia un premio al servizio, o un mezzo per evitare una frustata) può essere visto come preludio alla rimozione di questi due mastodonti della politica regionale.
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