Espresso
Q U I N D I C I N A L E   D I   I N F O R M A Z I O N E
Russian
Home Giornale Archivio Redazione Pubblicità Riferimenti
 
Numero 7(52)
Yuriev Polskoj

    L’Espresso continua la sua serie di racconti su rimarchevoli città russe ubicate vicino Mosca. Questi racconti sono tanti inviti al viaggio. Noi scegliamo itinerari di uno o due giorni da percorrere da soli o in un gruppo turistico.
    Oggi parliamo di Yuriev Polskoj. Questa è una delle città che fanno parte dell’aureola di satelliti del grande centro turistico di Vladimir. Ma siccome essa è abbastanza distante da Vladimir - più lontana di Suzdal o Bogoliubovo, - non entra sempre negli itinerari turistici. Perciò anche noi consideriamo un giro a Yuriev Polskoj come un viaggio del tutto a parte.

    Yuriev
    Nel nome di Yuriev Polskoj sono impresse le sue storia e geografia. La città fu fondata da Yurij Dolgorukij qualche anno dopo la fondazione di Mosca, nel 1152. Nominata per il suo fondatore, la nuova città era destinata a divenire un avamposto del principato di Vladamiro-Suzdal, si trovava in una posizione molto opportuna su un incrocio delle vie che collegavano le terre russe. E anche oggi si trova fuori mano, al largo dei grossi centri, su un crocicchio di strade.
    La seconda parte del nome denota il tipo del paesaggio circostante in un raggio di decine di chilometri — sono campi infiniti (il campo è pole). Anche questi spazzi sono rimasti inalterati nei secoli e fino ai nostri giorni giustificano l’aggiunta dell’epiteto al nome della città.
    La città è piccola, tranquilla e sarebbe del tutto disamena se non ci fosse uno dei gioielli dell’architettura russa. La cattedrale San Giorgio fu costruita nei 1230-1234. Ereditando le tradizioni dell’architettura di Vladimir, la cattedrale era rivestita di pietra scolpita in maniera molto abbondante come nessuna delle cattedrali russe. I muri della cattedrale San Giorgio erano decorate di blocchi di pietra scolpita con immagini variatissime – visi dei santi, angeli, bestie mitologiche e ornamenti vegetali coprivano fitti il corpo della cattedrale. In questi lavori d’intaglio se vedono gli echi della scultura romanica ma molto lontani. Qui operarono gli artigiani di Galizia, la più occidentale delle terre russe, che avevano più contatti con la cultura dell’Europa Occidentale.
    La cattedrale San Giorgio si è trovata l’ultima nella serie di chiese rimarchevoli della zona di Vladimir rivestite di pietra scolpita. Qualche anno dopo la sua costruzione, un’ondata di invasione tartaro-mongolica devastò le prospere terre russe ed interruppe la tradizione edificatoria. Ne patì anche la cattedrale di Yuriev: nel ‘400 crollò completamente ed in pratica fu ricomposta di un mucchio di pietre scolpite. Non si riuscì a ricostruire l’aspetto originale, semplicemente rivestirono i muri con i blocchi a rilievo senza cercare troppo di indovinare le relazioni logiche della decorazione, in tal modo trasformando la cattedrale in “un enigma di pietra”.
    Il sistema di ornamento scultoreo dell’edificio era ripristinato già nel XX secolo dal ricercatore G.K. Wagner. Per lui il senso della decorazione consisteva nel confronto né più né meno, tra la vita nella Russia di Vladamiro-Suzdal che era allo zenit della propria prosperità e la bellezza e l’armonia dell’Universo.
    Vicino alla cattedrale San Giorgio si trova il monastero di S. Michele Arcangelo che fungeva, come tutti i monasteri delle città russe antiche, da cremlino, cittadella. Dal passato battagliero è rimasto un muro solo con tre torri costruite nel 1555, gli altri muri furono edificati nei tempi più recenti e semplicemente chiudevano il cortile del monastero. Dentro il monastero ci sono tre chiese dei secoli XVII-XVIII e un museo. Nel museo sono conservate icone russe dei secoli XVI – XVII e la pittura europea nonché una collezione inedita di scultura di legno russa, piccola ma molto interessante.
    Si può aggiungere a questi monumenti la parte conservata di un baluardo difensivo, poi c’è un paio di chiese — questo è proprio tutto quello che è degno di attenzione a Yuriev. Non vale la pena fermarsi a Yuriev per molto tempo, tanto più che si può mangiare un boccone solo in un locale sulla piazza centrale. La città stessa non brilla per la bellezza — una cittadina di provincia grigiastra con due o tre fabbriche rimpiattata in un avvallamento. E tutto attorno campi senza fine né limite. Ma la cattedrale San Giorgio basta in assoluto a Yuriev Polskoj perché ci affluiscano i turisti da tutte le parti del mondo. Questa costruzione sta nella medesima riga con i monumenti di valore mondiale.

    La strada
    Si può passare per Vladimir. Se voi vi muovete con la vostra auto, sarà più difficile perdersi su questa strada, anche il manto stradale di questo percorso è alquanto migliore. Per vero dire se voi non siete mai stati a Vladimir, è peccato passare senza fermarsi in questa città ma per fermarsi qui ci vuole come minimo una giornata intera (l’Espresso ha già raccontato della suggestività e dei decori della città). Per di più le cattedrali dell’Assunzione e Dimitrievskij sono ascendenze immediate di quella San Giorgio a Yuriev. Loro sono riunite nell’ambito della stessa tradizione architettonica e le cattedrali di Vladimir sono, per così dire, le sorelle maggiori di quella di Yuriev. Nella stessa maniera si può entrare a Yuriev da un’altra parte — via Pereslavl Zalesskij, c’è anche lì qualcosa da vedere.
    Un altro itinerario va per l’autostrada Sciolkovskoe, poi per strade minori senza attraversare grandi città. La strada è più pittoresca, il manto è peggiore, ma in rotta capitano posti interessanti, la città di Kirzhach per esempio. A dir il vero, si può fare un giro a Kirzhach dall’autostrada Mosca-Vladimir e poi ritornarci. Questa città è rimarchevole per il suo monastero e le cattedrali dei secoli XV – XIX.
    Si può arrivare a Vladimir con treno locale, treno espresso o autobus interurbano e da lì c’è un servizio di autobus per Yuriev. Se invece volete andare immediatamente a Yuriev, esiste un’autolinea diretta da Mosca, dall’autostazione accanto alla metro Sciolkovskaja (da lì parte un autobus anche per Kirzhach). Si può prendere anche il treno Mosca-Keneshma alla stazione Jaroslavskij, ma sembra che i treni si fermano a Yuriev solo di notte.

    Postfazione
    Per finire due parole a favore del turismo autonomo e dei luoghi remoti di provincia.
    Il business turistico in Russia in genere lavora “per l’esportazione”. I viaggi turistici nel paese funzionano grazie ai vecchi itinerari studiati ancora ai tempi sovietici dall’Inturist. L’Anello d’oro, percorso delle antiche città attorno a Mosca studiato a suo tempo, funziona ancora oggi sfruttando i vecchi monumenti culturali ed i quasi altrettanto antichi hotel dell’Inturist. Il sottosviluppo dell’infrastruttura turistica riduce molto il numero dei turisti, ciò che a sua volta non fa che aggiungere del fascino alle città dell’Anello d’oro — è questo il paradosso. Perdendo in conforto esse però conservano l’atmosfera singolare dei luoghi di provincia dove l’antichità coesiste con la vita moderna che, a guardarla da più vicino, non è molto cambiata negli ultimi cinque – dieci secoli. Le grandi città, ovviamente, mantengono il servizio al livello moderno, ci sono lì alberghi, ristoranti decenti e tutte quelle cose che sono segni della civiltà contemporanea; ci sono invece posti dove i pullman turistici fanno salti di un’ora – un’ora e mezza e si precipitano oltre. Non ha senso fermarsi per la notte in queste cittadine, non ci si trova un buon ristorante; ma se voi viaggiate autonomi, è proprio lì che si può sbarazzarsi dalla folla onnipresente con i suoi flash balenanti per restare soli con i monumenti antichi. Yuriev Polskoj è una di queste città.

in alto <<  ARTICOLO PRECEDENTE      ARTICOLO SEGUENTE  >> in alto
ALTRI ARTICOLI DELLA RUBRICA "CULTURA"
Una legenda chiamata Marlen ¦  MOSTRE
Rambler's Top100    Rambler's Top100