Numero 8(53)
La morte del governatore Lebed
Generale Aleksandr Lebed, governatore della regione di Krasnoiarsk, è morto il 28 aprile, in seguito alla caduta dell’elicottero Mi-8, con il quale andava alla presentazione di una nuova pista di sci, situata nella zona del valico Buibinski.
L’elicottero che portava 20 persone, nelle condizioni della scarsa visibilità, durante l’atterraggio ha toccato un filo della linea di trasporto dell’energia elettrica, ed è crollato a terra, da una bassa quota.
Aleksandr Lebed che aveva 52 anni, era uno dei politici più rilevanti degli anni ‘90. Era diventato famoso in agosto del 1991, quando il suo battaglione di paracadutisti difendeva la “Casa bianca” nel corso del golpe comunista. Nel 1992, divenuto generale, diventò eroe popolare a Pridnestrovie, avendo difeso gli arsenali della 14.ma Armata e terminando il conflitto sanguinoso tra le autorità della Moldavia e di Prednestrovie. Nel 1996, alle elezioni presidenziali, arrivò terzo, e scambiò il suo terzo posto con la carica del segretario del Consiglio di Sicurezza. Come tale stipulò i famosi accordi di Khassaviurt, che posero fine alla prima campagna cecena e che suscitarono un’ondata di accuse del tradimento da parte dei colleghi militari. Silurato dal Presidente Eltsin, nel 1998 vinse le elezioni del governatore della regione di Krasnoiarsk. Forse si proponeva di usare questo posto come una specie di testa di ponte per l’ulteriore “salto” a Mosca. Accade, che bisticciò con quasi tutta l’élite locale, cosicché al momento della propria morte aveva praticamente perso il controllo del potere esecutivo, mentre la regione era sull’orlo di una crisi.
Il Presidente della Russia, Vladimir Putin, ha espresso le proprie sincere condoglianze ai familiari e agli amici di coloro che sono morti in seguito all’incidente. Su disposizione del Presidente è stata istituita la commissione per l’indagine sui motivi del disastro, diretta da Serghei Scoigù. Il ministro per le situazioni di emergenza ha smentito l’ipotesi, secondo la quale l’elicottero sarebbe crollato per la mancanza di una mappa aggiornata. Il ministro ha orientato altrove le ricerche dei motivi e i colpevoli dell’incidente. Risulta, fra l’altro, che nel momento del disastro nella cabina dei piloti mancava il meccanico di bordo, e nella sedia del capitano stava, chissà perché, il secondo pilota. Le indagini chiariranno se queste circostanze e trasgressioni potevano causare la tragedia. Tutti i membri dell’equipaggio che possono confermare o smentire le versioni della magistratura, sono ancora in ospedale, in gravi condizioni.
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