Numero 8(53)
In Russia c’è odore di roghi della fede…
La lotta contro la Chiesa cattolica, iniziata su iniziativa del vertice della Chiesa ortodossa russa, ha raggiunto con rapidità il livello statale e ora sa di scandalo.
La Duma di Stato ha deciso di intervenire nelle cose religiose e ha approvato un appello ufficiale al Presidente, in cui lo invita a vietare l’istituzione delle diocesi cattoliche in Russia, sebbene in molti casi si tratti della ricostituzione delle diocesi che esistevano prima del 1917. A Pskov è stata sospesa la costruzione di una chiesa cattolica, dietro la lettera del responsabile ortodosso locale, secondo il quale ciò avrebbe offeso gli ortodossi. Il 28 aprile, in alcune città russe si sono svolte manifestazioni anticattoliche. Tra i loro organizzatori c’era anche il Partito popolare leale al Presidente.
Non meno scandaloso è diventato il concetto del “proselitismo”, così spesso incriminato ai cattolici. In questo concetto non si tratta, stranamente, di portare via da una Chiesa all’altra i fedeli praticanti, ma di… convertire persone che in futuro potrebbero diventare ortodossi. La Chiesa ortodossa russa, in questo modo, praticamente annovera fra la propria gregge tutta la popolazione della Russia, eccetto, magari, i musulmani. Tali formule sanno del Medioevo. Nel contempo, il dirigente dell’Unione dei cittadini ortodossi ha accusato i cattolici di voler promuovere il separatismo siberiano.
Ora soprattutto, continuano i casi dell’espulsione dei sacerdoti cattolici. E se nel caso di p. Stefano Caprio era possibile pensare che si trattasse degli intrighi dei funzionari locali, scontenti di essere stati “allontanati” dalla distribuzione di costose medicine prodotte all’estero, portate in Russia da p. Stefano, la storia del vescovo Erzi Mazur ha dimostrato che si tratta della politica, ispirata proprio dal vertice del potere statale. All’inizio il ministero degli interni ha emesso la relazione ufficiale sull’inaccetabilità del titolo del vescovo, che includeva, fra l’altro, anche il vecchio nome giapponese del Sakhalin del Sud, “prefettura Karafuto”. Quando, invece, nei titoli del vescovo, cui sede si trova ad Irkutsk, erano state apportate necessarie modifiche, è intervenuta la guardia di frontiera. Il 19 aprile, a Mazur, arrivato da Varsavia a Pietroburgo, hanno fatto sapere che il suo cognome era messo nell’elenco di persone che non possono entrare sul territorio della Federazione Russa. Come non bastasse tutto questo, nel passaporto del vescovo, senza alcuna spiegazione, è stato annullato il visto multiplo russo, non scaduto. L’evento non ha avuto nessuna motivazione più o meno chiara di tale trattamento, il che conferisce a quanto è successo una sfumatura da scandalo. Non c’era neanche una spiegazione, applicata nel caso di p. Caprio: “l’attività non corrispondente allo status del sacerdote”. D’altra parte, non si capisce, quale attività si volesse incriminare a p. Stefano. Sembra che fosse stato impossibile accusare i sacerdoti dello spionaggio, visto che non se ne occupavano, mentre il motivo reale, era lo scontento della Chiesa ortodossa russa, che cercava di dimostrare in questo modo “chi è il padrone di casa”. Sull’accaduto non poteva essere palesato: ciò avrebbe rappresentato una violazione degli accordi internazionali, firmati dalla Russia, in particolare, sulla libertà di coscienza e di confessione.
Del resto, se la Chiesa ortodossa russa voleva ottenere qualche risultato, l’ha avuto, ma negativo, dato che il problema ha acquistato una risonanza politica. Il Vaticano ha già espresso il suo scontento dell’espulsione di Mazur. Si comincia già a parlare delle persecuzioni dei cattolici in Russia, della minaccia alla libertà di coscienza in Russia; risuonano gli appelli di aiuto, rivolti alle organizzazioni internazionali. I diplomatici russi che hanno convinto con tanta fatica i politici occidentali di non proteggere i separatisti ceceni, ora dovranno di nuovo demolire l’immagine della “brutta Russia”, creata in un batter d’occhio. Ora vorremmo solo capire, chi fosse l’autore dell’idea e chi ha permesso di disonorare così la Russia davanti a tutto il mondo?
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