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Numero 9(54)
L’eco dell’11 settembre

    Negli Stati Uniti  prende sempre più vita lo scandalo relativo alle accuse nei confronti dell’amministrazione di Bush.
    Il Presidente viene rimproverato di non aver reagito in tempo alle informazioni fornite dai servizi segreti che lo avrebbero avvisato, alla vigilia dell’11 settembre, sugli eventuali dirottamenti di aerei. Il Presidente stesso ha risposto a queste imputazioni: se fossi stato informato con anticipo degli attentati in via di preparazione, avrebbe usato tutto il suo potere per fermare i terroristi. Bush ha detto che le accuse nei confronti della sua amministrazione sono motivate politicamente. Ma Tom Dashl, il leader della maggioranza democratica nel Congresso ha manifestato di essere affatto soddisfatto con le spiegazioni di Bush. “Se le informazioni sull’eventuale minaccia esistevano, perché non le hanno riferite al Presidente?”, domanda il leader dell’opposizione. Nel contempo, Richard Gephardt, il capo dei repubblicani nel Senato ha invitato il Congresso di svolgere le proprie indagini.
    Va ricordato che solo poco tempo fa la gente è venuta a sapere che esattamente due anni prima degli eventi tragici dell’11 settembre negli USA, il rapporto federale, preparato da Rex Hudson, agente del Consiglio nazionale di informazioni degli USA (una divisione della CIA), avvisava che gli estremisti della rete “Al Queda” di Usama bin Laden potevano dirottare un aereo di linea e farlo precipitare contro un edificio governativo statunitense. In questo rapporto, intitolato “La sociologia e la psicologia del terrorismo: chi e perché diventa terrorista”, l’autore citava diverse varianti di azioni degli estremisti che volessero vendicarsi dei colpi, inferti dall’America sui campi di bin Laden in Afganistan nel 1998. Nel contempo, la Casa Bianca non aveva intrapreso niente per prevenire gli atti terroristici del genere, anche quando, nell’estate del 2001, era stato segnalato che gli studenti di una scuola di aviazione a Foenix fossero membri dell’“Al Queda” che si preparavano per qualche attentato.
    Secondo la versione della Casa Bianca, a partire da maggio dell’anno scorso l’amministrazione riceve regolarmente dalla CIA le informazioni su qualche atto terroristico, preparato dagli uomini di bin Laden, ma come dice Condolizza Rice, consigliere del Presidente, “erano informazioni troppo generiche: non vi erano indicati ora, luogo o metodo dell’attacco”. Rispondendo alla domanda, come mai la Casa Bianca non ne avesse avvisato la popolazione, Rice osserva che ciò avrebbe significato di “fermare completamente l’aviazione civile americana”, in base, poi, ad informazioni assai vaghe. Precedentemente, però, la Casa Bianca aveva ammesso che qualche giorno prima dell’11 settembre era stato preparato il progetto del decreto presidenziale sull’eliminazione dell’“Al Queda”, ma non si aveva fatto in tempo a metterne al corrente il Presidente Bush.
    Ora l’amministrazione di Bush avrà un compito difficile: dovrà spiegare agli americani, come mai le informazioni sulla minaccia, raccolte dalla CIA, fossero state nascoste al pubblico per 8 mesi. A parte sismi politici che potrebbero anche comportare la promozione della procedura dell’impeachment a carico del Presidente degli USA, lo scandalo, per la prima volta da quando Bush è al potere, ha minato notevolmente la fiducia degli elettori nei suoi confronti. Secondo il sondaggio, fatto dal giornale “Newsday”, il 57,5% di rispondenti americani avrebbero cambiato in peggio la loro opinione sul modo in cui George Bush dirige il Paese. Alcuni osservatori cominciano già a parlare dell’inizio del “Bushgate”. E’ interessante, a proposito, che anche due precedenti scandali clamorosi, “Watergate” e “Irangate” fossero sorti con Presidenti repubblicani, Nixon e Reagan (all’ultimo scandalo era coinvolto pure il padre del Presidente attuale). Almeno dimissioni rituali, una specie di sacrifici, sono già iniziate. E’ destituito Cofer Black, il capo del centro antiterroristico della CIA. Si presume che egli sarà seguito da molti altri agenti altolocati dei servizi segreti. Ci si domanda solo se Bush riuscirà a fermare gli effetti delle indagini a questo livello, oppure l’investigazione arriverà a toccare la vetta stessa del potere.

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