Numero 10(55)
L’ira di Putin
Sembra che il Presidente Vladimir Putin sia stanco di affrontare la mancanza di abilità organizzativa, di diligenza e la corruzione negli organi del potere.
Sempre più spesso il Presidente si mette a criticare diverse strutture, confermando le accuse, da tempo pubblicate dai mass media. Anche i funzionari cercano di adattarsi a questi atteggiamenti di Putin: sentendo che non sia più possibile scaricare le responsabilità sugli altri, essi si danno in autocritiche…
L’esercito è corrotto e incapace di combattere
Esternazioni del Capo dello Stato maggiore
Il primo tra i critici altolocati è stato Anatoli Kvasnin, capo dello Stato Maggiore, che ha dichiarato che l’esercito fosse immerso nelle ruberie e nella corruzione e fosse molto vicino a perdere definitivamente la capacità combattiva (le ultime guerre in Cecenia lo dimostrano ormai da 8 anni). Kvasnin ha fatto dichiarazioni estremamente dure nel suo discorso a Mosca, durante un convegno. Ha ammesso che nell’esercito rubano ormai quasi tutti, regnano il lassismo e il permissivismo. Ma è solo un mezzo guaio, anche perché il responsabile diretto delle ruberie dovrebbe essere il ministro della difesa Serghei Ivanov che dirige le forze armate come settore (Kvasnin c’entrerebbe poco, dato che cura i problemi della preparazione combattiva). Tuttavia, il capo dello Stato Maggiore ha indicato anche le lacune nelle proprie attività. Kvasnin ha confessato che le forze armate oggi non sarebbero pronte a respingere l’aggressione del nemico. Il capo dello Stato Maggiore, praticamente, ha fatto capire che la dirigenza del Paese, invece di pensare di rendere l’esercito mobile e composto di professionisti, dovrebbe anzitutto risolvere il problema della sopravvivenza fisica degli ufficiali.
Dalla situazione economica disastrosa dei militari, secondo Kvasnin, nascono tutti gli altri mali dell’esercito. Proprio questo, a suo avviso, sarebbe il motivo della ladreria totalizzante nell’esercito, che ha acquistato dimensioni gigantesche. Kvasnin ha portato l’esempio dei trafugamenti dell’argento: di 170 tonnellate del metallo, rilasciate per i bisogni dell’esercito nell’anno scorso, ne sono state rubate 21.
Può darsi che in questo modo Kvasnin cerchi di restare in carica, visto che, secondo le voci, il ministro della difesa, Serghei Ivanov, prossimamente organizzerà una grande pulizia fra i suoi dipendenti, per togliere tutti i generali che ostacolano la riforma dell’esercito e per ridurre il numero di posticini caldi per gli ufficiali altolocati: il capo dello Stato Maggiore è noto come un uomo che si oppone con tutti i mezzi alla riforma.
E il Ministero degli interni non lavora affatto
Ma ha cominciato a tenere le statistiche
Per la seconda volta, negli ultimi sei mesi, Vladimir Putin ha fatto una lavata di capo al Ministero degli interni. Alla riunione relativa alle misure urgenti per la lotta alla criminalità, il Presidente ha detto che “la situazione con la criminalità nel Paese è estremamente pesante”. E nonostante le misure adottate dagli organi tutori della legge, cambiamenti positivi non ce ne sono. In 28 regioni della federazione nel primo trimestre dell’anno corrente, è stato fissato l’aumento del livello della criminalità. In totale, come dimostrano le statistiche, apportate dal Presidente, in Russia sono state registrate più di 750 mila reati, la maggior parte dei quali sono gravi o estremamente gravi.
Bisogna dire che Putin aveva usato quasi le stesse espressioni per dare una strigliata alla dirigenza del Ministero degli interni alla riunione, dedicata ai risultati del 2001. Il ministro Gryzlov, pallido, allora non aveva neanche cercato di giustificarsi. Questa volta, appariva più sicuro. Il Presidente ha rilevato che i risultati statistici deplorevoli del primo trimestre sono dovuti anche all’aumento del numero dei reati registrati, il che, da sé, è certamente lodevole (cioè, la polizia ha cominciato a registrare(!) i reati). “Il Ministro degli interni mi aveva avvisato”, ha detto Putin , facendo un piacere a Gryzlov. Ma le statistiche non esauriscono il quadro. A detta del Presidente, “è dimostrativo il fatto stesso e l’atmosfera stessa nella società e la mancanza di sicurezza, sentita dai cittadini”.
“In generale, il lavoro del Ministero degli interni, concernente la lotta alla criminalità, non è sufficientemente efficace”, ha tagliato corto Putin. “Gli uomini, come prima, non cercano riparo presso lo Stato e la legge, ma si difendono nascondendosi dietro porte di metallo e inferriate. Ma anche lì, negli androni e nelle proprie case, essi vengono raggiunti dai delinquenti”, ha osservato con tetraggine, il Presidente. Nessun’azienda capisce come possa esistere senza la “copertura”, preferendo in caso di guai evitare gli aiuti da parte di agenti di polizia. La situazione terribile nei riguardi della criminalità è spesso dovuta alla viltà degli impiegati del Ministero degli interni. “Per quanto concerne il livello dei dirigenti, bisognerebbe forse dare spazio al sistema della rotazione. Voi sapete che tale misura spesso risulta molto efficiente”, ha rilevato Putin.
Sembra che Gryzlov sia rimasto male a sentire questa parte del discorso del Presidente. Venuto dai giornalisti dopo la riunione, lui ha detto che gli agenti di comportamento “vile” sono pochissimi, mentre “la maggior parte di essi ha un senso alto di patriottismo”. Il nervosismo di Gryzlov poteva essere suscitato anche dal fatto che a lui verrà tolta una parte delle sue competenze. D’ora in poi, la lotta alla criminalità nei circondari federali sarà controllata dai rappresentanti plenipotenziari del Presidente e non dalla polizia.
“Ma com’è possibile?”
Il Presidente è perplesso
Il viaggio del Presidente a Pietroburgo, a parte gli incontri con i leader dei Paesi dell’Organizzazione per la collaborazione di Shanghai, è stato dedicato anche alle dure critiche delle autorità cittadine, che rubano senza soggezione i soldi rilasciati dal budget federale, mentre la città si trova in condizioni disastrose. Sembra che a far perdere la pazienza di Putin sia stato il crollo dell’ostello, in seguito al quale sono morte cinque persone, mentre le autorità della città hanno dichiarato che le nuove abitazioni saranno consegnate solo a quelli che abitavano negli appartamenti rovinati, e i loro vicini i cui appartamenti possono andare in rovina in qualsiasi momento rimarranno dov’erano.
Di conseguenza, alla riunione, trasmessa dalla TV locale, dedicata alla situazione economica e sociale a Pietroburgo e nella regione di Leningrado, nonché alla preparazione ai festeggiamenti del 300-mo anniversario della città, Putin ha assalito con rimproveri le autorità della “capitale del Nord”. Ha rilevato che a San Pietroburgo non vengono realizzati a dovere i controlli della valorizzazione e dell’utilizzo fattivo dei mezzi del budget federale e urbano. “I dati, forniti dal Ministero per lo sviluppo economico, dal Ministero della finanza, dal Comitato per costruzioni civili, dall’amministarzione della città, da altri ministeri e dicasteri, nel corso dei controlli, sono diversi come elenco di impianti, la loro nomenclatura, il costo dei lavori e i tempi della loro realizzazione”, ha sottolineato Putin. “Nessun cantiere ha presentato un preventivo consolidato, e i documenti progettuali integrali mancano per 12 di 21 progetti”, ha osservato il Presidente. Inoltre, Vladimir Putin ha ribadito che agli appaltatori non era stata consegnata la documentazione relativa a progetti e preventivi. A sua detta, “rilasciamo milioni di rubli che forse, sì, non sono sufficienti, ma ciò che è rilasciato viene utilizzato in modo non efficiente”. Non si capisce, come mai questo succeda, quando tutti si lamentano di non avere mezzi a sufficienza. “Anche ciò che si dà, non possiamo utlilizzarlo bene”, ha aggiunto. Il Presidente ha anche fatto notare che “lo splendore di iniziative ufficiali” (concernenti la preparazione al 300-mo anniversario di Pietroburgo), non deve far dimenticare i bisogni “dei semplici cittadini, di ciò che sarà ottenuto dalla città in seguito alle celebrazioni, di ciò che rimarrà a San Pietroburgo”.
Secondo Putin, bisogna prestare particolare attenzione ai grossi progetti relativi alle infrastrutture, agli “impegni presi dai dirigenti della città nei confronti dei cittadini, per quanto riguarda lo sviluppo della metropolitana, la costruzione della tangenziale che consentirà di scaricare le vie dei trasporti, migliorare l’ecologia della città, salvaguardare il suo centro storico”. Terminata la parte ufficiale, piena di cifre, Putin per un istante si è interrotto e dopo ha aggiunto con una certa perplessità: “Ma com’è possibile?”. Jakovlev, il governatore di Pietroburgo, a capo di quattro vice per i quali sono già stati avviati procedimenti penali, con l’accusa di corruzione (un altro ancora è morto processato), evidentemente non stava nei propri panni alla riunione.
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L’unica domanda che sorge dopo queste rivelazioni è questa: cosa succederà in futuro? Saranno seguite da qualche mossa, oppure non si andrà oltre le belle parole, chiamate a convincere la popolazione (alla vigilia di prossime elezioni) che il potere se ne cura e, per quanto gli sia possibile, sradica la corruzione? Negli ultimi 15 anni abbiamo già sentito molte rivelazioni clamorose, pronunciate da svariate bocche, anche da quella presidenziale, ma quasi nessuna è sfociata in qualche azione concreta. Qualora anche adesso ci si limiti a sole parole, c’è il rischio che la fiducia nel Presidente, già non troppo grande, possa crollare definitivamente… insieme al rating del Presidente.
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