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Numero 10(55)
India-Pakistan pace sempre in bilico

    L’India e il Pakistan continuano a bilanciare su un ponticello fragile fra l’inizio della guerra e una brutta figura che potrebbe fare una delle parti, in caso della ritirata.
    Il pericolo di una grande guerra sul subcontinente si riscalda dall’evacuazione sempre in corso di cittadini britannici e americani dall’India e dal Pakistan. L’India si lamenta che simili appelli di governi occidentali ai loro cittadini danno una mano al Pakistan con il suo “riscatto nucleare” (in questo modo l’India definisce l’argomento di Islamabad, secondo il quale la guerra non può iniziare, perché potrebbe comportare l’uso delle armi nucleari). Intanto i leader indiani e pakistani respingono anche una lontana possibilità di uno scambio di colpi nucleari.
    Le grandi potenze attualmente cercano di mettere pace fra gli eterni avversari.
    Nella regione è arrivato Richard Armitage, vice segretario di Stato statunitense, per svolgere una trattativa mirata a prevenire il conflitto militare. Dopo la conversazione di tre ore e mezzo con il Presidente Pervez Musharraf, Armitage ha comunicato che il leader pakistano gli aveva promesso di fare tutto il possibile per evitare l’inizio della guerra. Più tardi, Musharraf, parlando per telefono con Bush, ha promesso che il Pakistan non avrebbe mai iniziato la guerra per primo. A sua volta, Giasvant Singh, il ministro degli esteri dell’India, dopo le trattative con Armitage, ha comunicato che il suo Paese ha intenzione di applicare ogni sforzo per evitare la guerra con il Pakistan. “Noi siamo fautori della pace. Non c’è alternativa alla pace. Ne siamo sempre convinti e continueremo a seguire questa rotta”, ha detto lui.
    Il leader russo Vladimir Putin, da parte sua, ha cercato di organizzare un incontro e la conciliazione tra le parti durante il summit che si è svolto ad Alma-Ata. Putin ha parlato con ciascuno dei leader separatamente, per trovare i punti di incontro. Questi tentativi, del resto, sono falliti, scontrandosi con l’intransigenza delle parti. L’India continua ad insistere che prima il Pakistan deve cessare gli aiuti ai guerriglieri che s’insinuano sul territorio del Kasmir indiano. Non si capisce bene come debba essere anche l’accordo sul controllo congiunto della linea che separa la parte indiana e pakistana del Kasmir. La proposta dell’India di organizzare un pattugliamento congiunto è stata respinta dal Pakistan che ha proposto di affidarlo ad osservatori indipendenti, il che, a sua volta, non va bene all’India. Putin, del resto, è riuscito ad ottenere risultati importanti della sua intermediazione. Secondo quanto ha sostenuto il leader della Russia, l’India ha espresso un grande interesse verso l’attività dell’Organizzazione per la collaborazione di Shanghai e potrebbe presentare una domanda di adesione. Nel contempo, Putin è riuscito a non rovinare il rapporto con il Pakistan.
    Può darsi che la storia finisca con una guerra locale in Kasmir, ma visto che entrambi i Paesi dispongono di armi atomiche, questa guerra locale potrebbe sfociare comunque in un massacro terrificante, il che, tutto sommato, è temuto dai diplomatici. Inoltre, per gli USA il conflitto indo-pakistano ha un altro aspetto brutto: il Pakistan ha già ridotto la carica nella sua lotta ai fondamentalisti islamici e ai talebani.

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