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Numero 13(58)
I maestri dell’iconografia russa a Pisa

    La cittadina di Peccioli in Toscana sembra stia diventando un centro italiano, e forse europeo, di studi delle icone russe.
    Con il sostegno e la consulenza scientifica del Museo Statale russo di San Pietroburgo, è stato qui aperto il primo museo delle icone russe in Italia, ed è già in funzione una scuola di restauro.
    L’esposizione permanente del museo comprende 60 icone dei secoli ‘700 e ‘800 dalla raccolta del giornalista e collezionista italiano Francesco Bigazzi. Nelle sale del museo vengono allestite anche esposizioni temporanee tra le quali la prima è stata una raccolta tematica “L’Arte ecclesiastica della valle di Alta-Valdera nei secoli XIII-XIX”.
    La scuola internazionale e un laboratorio di restauro delle icone russe dove insegnano i collaboratori del Museo russo funzionano a Peccioli dall’inizio di questo anno. Il 12 luglio i primi dieci studenti di questa scuola hanno già ricevuto i diplomi firmati dal sindaco della città di Peccioli, Renzo Macelloni, e dal direttore del Museo Statale russo, Vladimir Gusev. I diplomati hanno seguito un corso di quattro mesi che comprendeva l’apprendimento della restaurazione pratica, si sono impratichiti a dipingere icone e hanno seguito un corso di storia dell’iconografia russa. I migliori diplomati del 2002 potranno addestrarsi presso il laboratorio del Museo Statale russo. Un nuovo corso alla scuola di restauro inizierà nell’ottobre 2002 e sarà più lungo di un mese.
    La necessità di aprire tale scuola è nata per il grande interesse verso l’icona russa sul mercato mondiale. Molte opere passano per le mani dei restauratori occidentali, per esempio in Germania e Olanda, ma il restauro delle icone non avviene sempre in maniera corretta. Le tradizioni della scuola russa di restauro, rappresentata, appunto, dai collaboratori del Museo russo, invece dell’illusione di una perfetta conservazione, che fa perdere all’opera la sua autenticità, vogliono la protezione e l’intervento minimo nell’immagine.
    Il museo e la scuola di restauro sono strettamente connessi. A detta dell’amministratrice della Scuola internazionale Daria Maltseva, il museo esiste già dal 2000. Evidentemente ormai esso ha ottenuto una maggiore ufficialità, assieme a locali più convenienti: il comune di Peccioli ha messo a disposizione per le icone russe l’antico palazzo Pretorio. Il complesso del museo è nato su iniziativa del caporedattore della rivista italiana La Religione e la Società, Arnaldo Nesti, che è diventato il primo direttore del nuovo museo.

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