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Numero 13(58)
Berlusconi a Rimini: avanti tutta

    Tripudio da stadio a Rimini per il premier Berlusconi al Meeting di CL (Comunione e Liberazione), il movimento cattolico fondato da don Giussani.
    L’atteggiamento è da navigato maestro della comunicazione, anzi da perfetto comunicatore che entra immediatamente in sintonia con la platea di giovani che ha di fronte. Dopo l’ accoglienza iniziale si alza dal tavolo sul palco e si dirige verso la postazione del microfono. Si leva la giacca, si tira su le maniche della camicia con atteggiamento enfatico e attacca: 80 minuti a braccio. “Non è colpa nostra se colossi americani falliscono, se le borse calano, se l’economia rallenta, se l’11 settembre… Troppi eventi imprevedibili hanno cambiato lo scenario internazionale, ma forse è arrivato il momento di dire agli italiani la verità.” Già, la verità! Dopo tre settimane di silenzio e di riflessioni, Silvio Berlusconi ha deciso di parlare. In questo periodo gli sono piovuti addosso decine di attacchi dagli esponenti della minoranza. C’era chi lo accusava di portare il nostro Paese allo sfascio a causa dei conti pubblici che non tornavano; chi lo colpiva sulle promesse elettorali, anch’esse lontane dal vero, e così via. “ I nostri obiettivi restano fermi e le nostre promesse verranno centrate, ma i tempi dovranno essere rivisti. Sì, dovranno slittare”.Tale confessione si potrebbe definire: operazione verità. Berlusconi sa che, ad un anno di distanza dall’ultimo incontro di Rimini, appena dopo l’elezione, dove ha riconfermato in toto il suo programma e a due dalla proposta programmatica, allora accolta con grande entusiasmo, davanti ad un assemblea come quella del Meeting non si può mentire. I giovani e i simpatizzanti di CL, hanno dimostrato in tutti questi anni di essere in grado di saper ascoltare i leader di schieramenti diversi, di non legarsi strettamente a nessuno, ma di saper scegliere al tempo giusto la persona a loro dire più illuminata in quel momento. E così è stato. Berlusconi ha parlato ininterrottamente per 80 minuti, toccando gli argomenti spinosi oggetto di critiche nelle settimane precedenti. Innanzitutto i contratti collettivi, discussi tenendo conto dell’ inflazione reale del 2,3% secondo i dati Istat e non di quella programmata dell’ 1,4. Poi il contenimento dei prezzi, con il blocco delle tariffe per il 2003. Sull’occupazione il premier aggiunge: “Dall’inizio dell’anno ad oggi abbiamo creato 927 mila posti di lavoro che, sommati ai due trecento mila della seconda metà dell’anno scorso quasi ci portano al milione e mezzo promessi”. Sui conti pubblici, Berlusconi dice di essere fuori dall’area di rischio, così ricorda di aver messo in guardia, a suo tempo, sui pericoli dell’euro, ma la situazione non è così disastrosa. Rivendica inoltre i meriti di aver avvicinato Putin e la Russia alla Nato. L’idea gli venne in un colloquio con Putin durante una pausa del G8 a Genova, che in seguito si è concretizzata nel recente vertice di Pratica di Mare. Parla anche di Medio Oriente e della proposta di riscattare l’economia del popolo palestinese, motivo primario del conflitto con gli israeliani. Così riguardo agli ispettori Onu, che gli iracheni dovrebbero accettare. Una carrellata insomma di tutto un anno di governo che ha visto nella figura del premier il motore di tanti avvenimenti. Speriamo che il suo buon ottimismo dia frutti migliori di quanti ne ha dati finora.

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