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Numero 13(58)
E-government

    Dieci anni dopo la prima grande accelerata al processo di informatizzazione degli uffici pubblici il Consiglio dei ministri ha creato un’ agenzia tecnica al servizio del ministero per l’Innovazione, smantellando l’ Aipa, un’autorità per il controllo del settore.
    La rivoluzione informatica a livello di Stato centrale ed enti locali è già in atto. Carta d’identità elettronica, fisco on-line, firma digitale, uffici pubblici che dialogano tra di loro, possibilità di ottenere certificati direttamente via internet. E’ l’avvento dell’hig.tech nella vita dei cittadini che si spera possa avvenire presto. Quali i risvolti positivi: meno code e avere servizi pubblici in tempo reale. E’ un grande disegno, pianificato in un periodo di 5 anni, che dovrebbe trasformare in meglio la vita di tutti noi e decisivo per la crescita economica dell’Italia. Tutto ciò non sarà sufficiente, assicurano gli esperti, se non si modificherà la mentalità di quanti operano nel settore pubblico, soprattutto dei manager che conoscono molto bene i codici, le leggi, ma sono per lo più refrattari al cambiamento e all’innovazione. Nel triennio 1998 – 2000, tuttavia sono state 347 mila le ore di formazione per 12 mila dipendenti dell’amministrazione pubblica. Oggi anche le famiglie, almeno una su tre, possiede un computer e si stima che nel giro di pochi anni passeremo a due su tre, mettendoci così in linea con la media europea. Il paragone con i servizi telematici pubblici offerti dagli altri stati d’Europa vedono l’Irlanda al primo posto con 68%, a seguire la Finlandia e la Gran Bratagna con 50%, la Francia con 48%, la Germania con 40% e l’Italia con 38%. E’ dunque una rivoluzione indispensabile, che vede anche in questo il governo nazionale impegnarsi per raggiungere l’obiettivo. Un altro aspetto che sicuramente porterà notevoli vantaggi alla nostra economia sarà il coinvolgimento delle imprese tecnologiche, quasi sempre piccole e medie, dotate però di grandi risorse umane e di stretti rapporti con i centri di ricerca universitari. Sarebbe un errore gravissimo se malauguratamente non si considerasse questa possibilità. In Francia, Gran Bretagna e Germania uno studio ha calcolato che l’impiego delle nuove tecnologie ha fatto risparmiare alle aziende circa 9 miliardi di euro e prodotto una redditività di 86 miliardi di euro, inseguendo il trend degli Usa che hanno fatto ancora meglio.

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