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Numero 16(61)
La Scala a Mosca con “Romeo e Giulietta”
La tournée del balletto della “Scala” come evento importante della vita cultrale russa


    A Mosca, presso il teatro Bolshoi, è terminata la tournée del balletto del teatro “Alla Scala”.
    La compagnia italiana ha operato prodezze professionali, presentando sei spettacoli “Romeo e Giulietta” in quattro giorni, impressionando il pubblico con la laboriosità e la grinta del corpo di ballo e colla bravura dei solisti. Ad ogni spettacolo la sala era strapiena, gli applausi non finivano mai, e ciò non sembra affatto strano. Il teatro milanese, caposaldo dell’opera lirica internazionale, questa volta ha portato un balletto che precedentemente, a differenza dell’opera, non aveva mai visitato la capitale russa. Il balletto “Romeo e Giulietta”, messo in scena da Kenneth Macmillan, un classico britannico, è inoltre uno spettacolo ormai mitico: una volta, nel 1965, era stato messo in scena dal Kovent-Garden per Margo Fontain e Rudolf Nureev. La leggenda del balletto fu filmata ed è ben nota a tutti gli ammiratori dell’arte di Tersicore.
    La tournée dei milanesi era attesa con una particolare impazienza anche perché al progetto partecipava Alessandra Ferri, una star internazionale, vincitrice più volte dei titoli “Ballerina dell’anno” e “Prima ballerina assoluta”. La ballerina è anche una persona straordinaria: madre di due figli (la figlia minore ha meno di sei mesi), fotomodella, Giulietta dell’omonimo club veronese.
    Fuori del palco, nella vita di tutti i giorni, Alessandra ci stupisce per modestia, dignità e bontà. Non si ritiene un simbolo di Giulietta dei nostri tempi e racconta: “Giulietta è la mia parte prediletta e la più sentita. Avevo appena compiuto 19 anni, quando sono uscita sul palco di Londra per presentarla al pubblico. Da allora il personaggio è cambiato con me, accompagnandomi nel corso di tutti questi anni. Non riesco neanche più a tenere il conto di quante volte ho interpretato la parte di Giulietta”. Alessandra, moglie e madre felice, da un certo tempo dà anche risposte serie e ben ponderate alle domende degli innamorati che pervengono da tutto il mondo all’indirizzo: per Giulietta, Verona, Italia.
    Il balletto di Macmillan è stato senz’altro influenzato dal longevo balletto di Leonid Lavrovski con Galina Ulanova come protagonista. I milanesi hanno messo in scena lo spettacolo già dopo la morte del coreogreafo, cambiando, del resto, solo la scenografia, che ora rispetta la tradizione delle famose opere liriche italiane: una cattedrale gotica disegnata accuratamente, vetrate variopinte, scale massicce. Sullo sfondo grandioso si presentano sorti umane che corrono veloci, battaglie medioevali dei due clan, quello dei Montecchi e quello dei Capuleti.
    I temi dello spettacolo sono la guerra, la violenza, la discordia tra uomini che uccidono l’amore luminoso, quasi ideale dei protagonisti. Macmillan costruisce in modo sorprendente tutti gli episodi della morte: quella dei due protagonisti, di Mercuzio, di Tebaldo, di semplici veronesi. Non vi è compiacimento né carica fatale: come espressività emozionale e contenuto essi possono essere comparati solo ai duetti schiettissimi del balletto.
    Il vortice delle danze, ben interpretato dal corpo di ballo italiano, è elegante cornice della storia d’amore. I duetti di Romeo e Giulietta, virtuosi, teneri e passionali, possono essere ammirati per ore ed ore, “letti” e “riletti” come libri amati e lettere care, godendosene le sfumature e i dettagli.
    La tournèe, organizzata perfettamente con il sostegno dell’Ambasciata Italiana e dell’Istituto italiano di cultura di Mosca, il lavoro professionale del promotore (la Rosinterfest), gli ospiti altolocati russi ed italiani presenti nella sala: tutto ha contribuito a rendere l’arrivo della “Scala” un’iniziativa importante e significante.
    Il pubblico ricorderà per molto tempo la manifestazione dell’alta cultura italiana, il talento focoso di Alessandra Ferri, il temperamento energico degli artisti. Queste impressioni non sono state rovinate anche dai suoni incredibilmente falsati che arrivavano dalla buca d’orchestra del Bolshoi...

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