Numero 16(61)
Slavneft all’asta
Il primo ministro della Russia, Mikhail Kassianov, ha firmato una disposizione sulla privatizzazione della società di gas e petrolio “Slavneft”.
Il governo ha approvato la proposta del Ministero per il patrimonio pubblico, concordata con il Ministero dell’energetica e con il Fondo russo del patrimonio federale, sulla privatizzazione, da effettuare nel 2002, delle azioni della “Società di gas e petrolio Slavneft S.p.A.”, che sono di proprietà federale e costituiscono il 74,95% del capitale statutario.
Prima si prevedeva che quest’anno all’asta sarebbe stato venduto il 19,68% delle azioni di questa società, il che avrebbe potuto portare al budget statale circa 300 milioni di USD. Il Ministero del patromonio pubblico ha avuto l’incarico di preparare la vendita delle azioni “all’asta, con un’aperta presentazione delle proposte sul prezzo dei beni” e di fare il bilancio dell’operazione già a dicembre. I soldi ricavati devono essere trasferiti al budget entro il 15 febbraio del 2003.
E’ ormai noto il prezzo minimo dell’operazione: 1,3 miliardi di USD. Secondo gli esperti, il prezzo del pacchetto potrebbe ammontare a cifre ancora più impressionanti: da 1,5 miliardi a 2 miliardi di USD. Quindi, l’operazione, concernente la vendita della “Slavneft”, potrebbe diventare la più grossa nella storia della privatizzazione russa.
Per il governo russo questa sarebbe una soluzione a gravi problemi di budget. La poco felice situazione delle entrate fiscali nell’erario e le prospettive assai vaghe dell’operazione relativa al piazzamento del pacchetto azioni della LUKOIL presso la borsa di Londra mettono in forse la formazione della riserva finanziaria, ammontante a 197 miliardi di rubli, destinata ad essere usata per pagare i debiti esteri nel 2003. Il buon esito (o meno) dell’asta relativa alla “Slavneft” contribuirà a superare il suddetto problema. E per quanto riguarda le società petrolchimiche russe, esse ottengono la possibilità di aumentare notevolmente i loro attivi: la “Slavneft” estrae circa 13,5 milioni di tonnellate di petrolio all’anno. Per ora appaiono preferibili le chance della “Sibneft”. Alla vigilia dell’asta è assai probabile l’inizio dell’ennesima “guerra di fatti compromettenti”.
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